Armarsi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao per combattere la classe dominante borghese e sottrarsi alla sua influenza
Perché è necessario che il proletariato acquisti la coscienza di essere una classe per sé
Portare la lotta di classe fuori dal terreno del capitalismo, della borghesia e del riformismo
Il PMLI da tempo insiste su di una questione fondamentale: il proletariato deve trasformarsi da classe in sé, una classe che esiste come mero dato di fatto, a classe per sé, una classe con una propria cultura, una propria concezione del mondo e una propria coscienza politica. A causa del grande imbroglio operato dal PCI revisionista e riformista e dai partiti falsi comunisti che gli sono succeduti, il proletariato è precipitato, da un punto di vista ideologico, politico e organizzativo, in una situazione pre-marxista. Divise, frammentate e con una coscienza di classe ridotta ai minimi termini le masse operaie sembrano trovarsi in balia degli eventi. La borghesia domina all’interno della struttura economica e, forte del controllo della sovrastruttura politica e culturale, ha soggiogato il proletariato privandolo della propria cultura e della propria concezione del mondo. La lotta di classe esiste ancora solo che viene attualmente condotta nel terreno paludoso della borghesia, del capitalismo, del parlamentarismo e del riformismo, palude in cui il proletariato non potrà mai essere vincitore.
Ingannato dai revisionisti e dai riformisti al soldo della borghesia, il proletariato ha smarrito la propria cultura e la propria concezione del mondo, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, ed è intossicato dal parlamentarismo, la convinzione che il parlamento e le elezioni borghesi siano la chiave del cambiamento. Che assurdità! Come è possibile anche solo pensare che lo Stato ed i suoi organi istituzionali, tutti senza alcuna eccezione strumenti con cui la borghesia mantiene il suo giogo, possano essere allo stesso tempo mezzo del dominio della borghesia e strumenti per il cambiamento economico, politico e sociale! Sulle elezioni borghesi i Maestri del proletariato internazionale si sono più volte pronunciati. Marx ed Engels denunciarono il
cretinismo parlamentare
come “infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consèsso rappresentativo … e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo edificio, - guerre, rivoluzioni, costruzioni di ferrovie, colonizzazione di interi nuovi continenti (…) e tutto quanto ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui destini dell'umanità,- non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l'attenzione dell'onorevole loro assemblea”
. Lenin, forte della sua esperienza rivoluzionaria in Russia, affermò che: “soltanto dei mascalzoni o dei semplicioni possono credere che il proletariato debba prima conquistare la maggioranza alle elezioni effettuate sotto il giogo della borghesia, sotto il giogo della schiavitù salariata, e poi conquistare il potere. É il colmo della stupidità o dell'ipocrisia; ciò vuol dire sostituire alla lotta di classe e alla rivoluzione le elezioni fatte sotto il vecchio regime, sotto il vecchio potere”
. In Italia, all'infuori del PMLI, non esistono partiti rivoluzionari che mettono in discussione il capitalismo, lo Stato borghese e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Perché dunque il proletariato e le masse oppresse dovrebbero legittimare con il voto tali partiti oppressori? Lo Stato altro non è che la sovrastruttura istituzionale e militare della propria base economica, è lo strumento di dominio, una costruzione con cui una classe domina le altre. È quindi possibile che all’interno dello Stato borghese, all’interno di una costruzione di oppressione, vi siano delle forze sane che facciano gli interessi delle classi sfruttate? Ciò non solo non è possibile, è semplicemente ridicolo pensarlo!
Stalin, più di un secolo fa ebbe ad affermare: “La lotta di classe del proletariato ha forme molteplici. E' lotta di classe, per esempio, lo sciopero, sia esso parziale o generale. Lotta di classe sono indubbiamente il boicottaggio, il sabotaggio. Lotta di classe sono anche le dimostrazioni, le manifestazioni (…) ognuna di esse occorre assolutamente al proletariato come mezzo indispensabile per sviluppare la sua autocoscienza e la sua organizzazione. E per il proletariato l'autocoscienza e l'organizzazione sono necessarie come l'aria”.
Stalin parla di autocoscienza, la necessità cioè per il proletariato di acquisire la propria coscienza di classe. Il proletariato per avere una coscienza di classe, la coscienza di essere una classe per sé con una propria cultura, una propria concezione del mondo, un compito storico, quello di abbattere il capitalismo, instaurare il socialismo e prendere il potere politico, deve armarsi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Bisogna essere consapevoli che "la cultura rivoluzionaria
- come dice Mao - è per le masse popolari una poderosa arma rivoluzionaria. Prima della rivoluzione, essa prepara ideologicamente il terreno, e, durante la rivoluzione, è un settore necessario e importante del fronte generale rivoluzionario"
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Per divenire una classe per sé, ossia consapevole dei suoi compiti storici e del suo ruolo e di essere portatrice di un nuovo progetto generale di società, il proletariato italiano ha assolutamente bisogno di acquisire e mettere in pratica la propria cultura. Se non fa ciò, e in maniera radicale, approfondita e sistematica, non si emanciperà mai dall'influenza della cultura della borghesia e gli mancheranno le armi ideologiche per capire la realtà, per comprendere le leggi del mondo oggettivo e per trasformarlo. Solo riappropriandosi della propria cultura e liberandosi dal veleno dei controrivoluzionari il proletariato prenderà coscienza del proprio ruolo e della propria missione storica. Se la borghesia ha la sua cultura, il proletariato ha la propria! Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, a differenza delle mutevoli e molteplici menzogne della borghesia, è una scienza esatta ed infallibile. Sta al proletariato appropriarsene. Come affermato da Mao "Il marxismo-leninismo è la teoria che Marx, Engels, Lenin e Stalin hanno creato sulla base della pratica, è la conclusione generale che hanno tratto dalla realtà storica e dalla pratica rivoluzionaria. Il marxismo-leninismo è la verità più giusta, più scientifica e più rivoluzionaria, generata dalla realtà oggettiva e confermata da questa stessa realtà"
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Ieri, oggi e domani è l’immortale via dell’Ottobre ad indicare al proletariato italiano la rossa mèta. Stalin, con Lenin l’artefice della rivoluzione d’Ottobre affermò: “Qual è il mezzo decisivo, grazie al quale il proletariato abbatterà l'ordinamento capitalistico? Tale mezzo è la rivoluzione socialista. Gli scioperi, il boicottaggio, il parlamentarismo, la manifestazione, la dimostrazione: tutte queste forme di lotta sono buone come mezzi che preparano e organizzano il proletariato. Ma nessuno di questi mezzi è atto a distruggere l'ineguaglianza esistente. E' necessario concentrare tutti questi mezzi in un mezzo principale e decisivo, è necessario che il proletariato insorga e conduca un attacco decisivo contro la borghesia, per distruggere dalle fondamenta il capitalismo. Questo mezzo principale e decisivo è precisamente la rivoluzione socialista”
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Ebbene, come è possibile fare la rivoluzione se il proletariato non diventa consapevole di essere una classe rivoluzionaria il cui compito è spazzare via lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Il proletariato può forse ottenere qualche effimero miglioramento delle proprie condizioni di vita, si tratta però di meri palliativi che la borghesia concede solo per mantenere il proprio dominio e salvaguardare il capitalismo. Il proletariato insomma non deve lottare per allentare le catene che lo legano, deve spezzarle e puntare risolutamente alla conquista del potere politico per via rivoluzionaria.
Il proletariato trasformandosi in classe per sé comprenderà che la democrazia borghese è una mera chimera. La realtà oggettiva è che la borghesia esercita una dittatura sulle altre classi ed è pronta a servirsi di ogni mezzo per mantenerla. Fino a che le masse sono chete e le rivendicazioni non si spingono troppo in là una parvenza di diritti (formali) viene mantenuta. Nel momento in cui le rivendicazioni del proletariato raggiungono la soglia critica, la classe dominante borghese è pronta ad utilizzare ogni mezzo anche violento per impedirlo. La borghesia tollera, a seconda del momento storico e della situazione politica nazionale ed internazionale, certe forme di lotta ed è disposta a fare delle concessioni quando è con le spalle a muro. Essa però con i suoi scagnozzi vigila ed è sempre pronta a riprendersi, e con gli interessi, quanto concesso. Se il flusso della lotta di classe ha portato, a vantaggio delle masse, lo Statuto dei lavoratori nel 1970 ecco che, nell’attuale momento di stanca, esso viene annullato, in riferimento all'articolo 18, cancellando così tutte le conquiste ottenute dai lavoratori. Che il proletariato non si faccia sulla democrazia borghese illusione alcuna! Mao a questo riguardo affermò: “Alcuni paesi capitalisti tollerano l'esistenza legale del partito comunista, ma solo nella misura in cui questi non leda gli interessi fondamentali della borghesia; oltre questo limite la sua esistenza non è più tollerata.”
La storia lo insegna. Gli Hitler, i Mussolini, i Pinochet, come Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, non piovono certo dal cielo. Essi sono il prodotto inevitabile del sistema economico capitalistico che teme di essere scalzato dal proletariato.
Il ruolo del PMLI
Come affermato dal Segretario generale del PMLI, il compagno Giovanni Scuderi, il compito principale del PMLI è "quello di ridare al proletariato la propria coscienza, conquistare le avanguardie e costruire un grande e forte radicato Partito marxista-leninista, per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista per l'Italia unita, rossa e socialista!” Ecco magistralmente spiegata la missione storica del PMLI!
Il PMLI è l’unico partito autenticamente rivoluzionario presente sulla scena politica italiana. Instancabilmente da 47 anni, come Organizzazione prima e come Partito poi, lavora per la rivoluzione socialista soffiando senza sosta su ogni focolaio di lotta di classe. Dovere di ogni sincero comunista e di ogni vero rivoluzionario è quello di unirsi senza indugi alle rosse schiere del PMLI. Quale altro partito, organizzazione o associazione può vantare le nostre rosse credenziali? I revisionisti, i trotzkisti, i riformisti, i neo-revisionisti e tutti gli altri imbroglioni iscritti al libro paga della borghesia, possono continuare a dire ogni tipo di menzogna. Il PMLI è la vera scuola della rivoluzione proletaria. Senza concedere nulla allo Stato borghese spiega instancabilmente al proletariato la via della rivoluzione senza cadere nel fallo dello spontaneismo, dell'“ultrasinistrismo” e nel terrorismo. Nella società divisa in classi, come quella italiana di oggi, l'odio di classe è inevitabile e insopprimibile. L’odio di classe viene praticato dalla borghesia per difendere il proprio potere, così come può e deve essere praticato dal proletariato per liberarsi dall'oppressione e dallo sfruttamento capitalistico. L’odio di classe, così come la lotta di classe, devono però essere espressi correttamente e senza dare alcun appiglio tattico e propagandistico al nemico di classe. Nessun terrorista, per quanto in buona fede, può sostituirsi alle masse, esse non si possono convincere con la forza e con azioni avventuristiche isolate, costringendole a fare ciò che non vogliono.
Il PMLI ha sempre condannato e condannerà sempre gli atti di terrorismo individuale, azioni stupide (molto spesso pilotate dai servizi segreti a tutto vantaggio della reazione) che hanno il solo risultato di rallentare la lotta di classe. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la dottrina rivoluzionaria che insegna come fare la rivoluzione. Il PMLI si riempie forse la bocca con la parola rivoluzione? Oltre quaranta anni di vuota retorica e fumose discussioni su improbabili conquiste del potere senza averne i mezzi? Insomma, tante parole ma nessun fatto? No, le cose non stanno affatto così. Il PMLI insegna da sempre che le masse non si conquistano al socialismo, e conseguentemente alla rivoluzione, con gli strilli rivoluzionari e con le azioni avventate ma interessandosi dei loro problemi, difendendole dagli attacchi dei loro nemici, vivendo la loro stessa vita, avendo rispetto dei loro sentimenti ed elevando gradualmente la loro coscienza politica. "Io sostengo
- affermava Mao - che bisogna prestare seria attenzione ai problemi della vita delle masse (...) dobbiamo aiutare le larghe masse a capire che rappresentiamo i loro interessi, che la loro vita è la nostra stessa vita. Dobbiamo aiutarle a capire, partendo da queste cose, i compiti ancora più alti che abbiamo posto, i compiti della guerra rivoluzionaria, in modo che esse appoggino la rivoluzione e la estendano in tutto il paese, rispondano ai nostri appelli politici e lottino fino in fondo per la vittoria della rivoluzione"
. Quale partito può vantare il rosso curriculum del PMLI per quanto riguarda la difesa dei diritti delle masse, del proletariato e dei lavoratori tutti? Pur con le sue deboli forze per più di quaranta anni il nostro partito è stato l’avanguardia di ogni rivendicazione, di ogni lotta e di ogni denuncia contro la borghesia, contro il sistema capitalistico, contro la seconda repubblica neofascista, contro le “riforme” costituzionali, elettorali e sul lavoro fasciste, piduiste e antiprecari.
Il PMLI non è mai stato, non è, e non sarà mai un partito di massa, nel senso che ne possono far parte qualsiasi persona. Il PMLI è l'avanguardia del proletariato e, per essere tale, può e deve essere formato solo dagli elementi più avanzati del proletariato, dei contadini poveri, dei rivoluzionari sulle posizioni del proletariato, compreso i migranti. Ciò che conta, quello che farà veramente la differenza sarà il suo rapporto con le masse. Quando queste avranno compreso il ruolo di guida del PMLI e saranno disposte a seguirlo nessuna forza sarà più in grado di arginare il proletariato trasformato in una classe per sé! Il Bolscevico, il sito internet del Partito, le pubblicazioni degli opuscoli del compagno Giovanni Scuderi, cosa sono se non delle fucine in cui viene forgiata la coscienza di classe del proletariato? Quale effetto dirompente avrebbe la lettura e la comprensione, da parte del proletariato e delle masse specie giovanili, dei documenti del Partito? Acquisendo la cultura marxista-leninista e la linea del PMLI, possiamo esserne certi, la lotta di classe avrebbe ben altri sviluppi!
Cosa conta il proletariato senza il potere politico? Niente. Deve quindi porsi l'obiettivo di conquistarlo. Non deve farsi ingannare dalle tanto belle quanto vuote parole con cui i politicanti borghesi amano riempirsi la bocca: libertà, uguaglianza, diritti, democrazia. Mao ha detto in proposito: "Libertà e democrazia esistono solo in concreto, mai in astratto. In una società in cui esiste la lotta di classe, se le classi sfruttatrici hanno la libertà di sfruttare i lavoratori, i lavoratori non hanno la libertà di sottrarsi allo sfruttamento; dove esiste democrazia per la borghesia non può esservi democrazia per il proletariato e per gli altri lavoratori”
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Il PMLI fa di tutto per far chiarezza anche in questo campo, e una volta che avrà il corpo, oltre alla mente che già possiede, di un Gigante Rosso, non avrà difficoltà a guidare il proletariato verso la conquista del potere politico, premendo l'acceleratore della lotta di classe. Marx ed Engels per primi riconobbero il ruolo della lotta di classe come forza rivoluzionaria, vera artefice dei cambiamenti sociali: “Per circa quarant'anni noi abbiamo messo in primo piano la lotta di classe, in quanto forza motrice immediata della storia, e in particolare la lotta di classe fra la borghesia e il proletariato, potente leva della rivoluzione sociale del nostro tempo; per questo ci è assolutamente impossibile camminare insieme a chi cerca di radiare questa lotta di classe del movimento”
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9 luglio 2014