Quasi 200 morti, tra cui 35 bambini e 26 donne, e 1.400 feriti palestinesi
Netanyahu come Hitler
Genocidio a Gaza
Da Hamas un no alla tregua proposta dall'Egitto “senza un accordo complessivo su Gaza". Le Brigate Ezzedin al-Qassam: “La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà”
Renzi schierato con gli imperialisti sionisti di Tel Aviv
La mattina del 15 luglio il premier sionista Benjamin Netanyahu, attaccava Hamas per aver respinto la proposta egiziana di cessate il fuoco e ordinava alle forze armate "di agire con forza contro obiettivi terroristici a Gaza", riprendendo i raid dell'aviazione, interrotti solo poche ore prima, che colpivano 11 postazioni di lanciarazzi e 2 tunnel utilizzati a fini militari, secondo la versione ufficiale di Tel Aviv. Anche il giorno precedente il ministro della Difesa sionista Moshè Yaalon aveva sottolineato che "Israele continuerà a colpire Hamas e le sue strutture. Il danno alla fazione islamica e alle altre organizzazioni del terrore a Gaza è severo". Il bilancio al 15 luglio delle vittime palestinesi, a sette giorni dall'inizio dell'operazione chiamata “Barriera Protettiva” da Tel Aviv contro il lancio dei razzi da parte delle formazioni della resistenza palestinese di Gaza, registra quasi 200 morti, tra i quali 35 bambini e 26 donne, e 1.400 feriti. Un comunicato dell'Unrwa, l'agenzia Onu per gli aiuti ai rifugiati palestinesi, condannava la distruzione indiscriminata di edifici nella Striscia di Gaza durante la settimana di offensiva aerea israeliana denunciando che 560 case sono state completamente distrutte e migliaia di edifici, alcuni dei quali pubblici comprese delle scuole, sono stati danneggiati. Sono questi gli “obiettivi terroristici” di Netanyahu che si comporta come Hitler ed è responsabile del genocidio a Gaza. Un massacro che deve essere fermato.
L’operazione militare “Barriera protettiva” nella Striscia di Gaza era stata lanciata l'8 luglio con il bombardamento dell'aviazione e della marina sioniste su oltre una cinquantina di bersagli con l'obiettivo di fermare il lancio di razzi palestinesi che era cresciuto notevolmente in risposta alla campagna di rastrellamento nazista scatenata dai sionisti in Cisgiordania contro responsabili e militanti di Hamas alla caccia dei rapitori e uccisori di tre giovani. Dal rapimento dei giovani, il 12 giugno, l'esercito sionista ha arrestato circa 600 palestinesi, ha distrutto case, e sparato sui manifestanti che si opponevano ai rastrellamenti uccidendone 6. Colpita la struttura di Hamas in Cisgiordania, il regime sionista rivolgeva l'attenzione su Gaza dando il via ai raid aerei, mobilitava circa 40 mila riservisti minacciando l'invasione di terra. Solo un piccolo gruppo di coraggiosi pacifisti israeliani protestava a Tel Aviv contro la guerra ai palestinesi.
Lo “sforzo” diplomatico internazionale produceva soltanto la proposta egiziana, avanzata il 14 luglio, che prevedeva la cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri a partire dalle 8 del 15 luglio e offriva la disponibilità del Cairo ad accogliere, entro 48 ore, delegazioni di alto livello israeliane e palestinesi per aprire i negoziati. Proposta accolta con favore da Netanyahu.
Era subito accolta positivamente dal presidente americano Barack Obama che si schierava comunque dalla parte dei boia sionisti legittimati a difendersi dai lanci dei razzi palestinesi: “Nessun paese può accettare dei razzi lanciati alla cieca sui civili. Siamo stati molto chiari: Israele ha il diritto di difendersi contro quelli che consideriamo attacchi inaccettabili da parte di Hamas”. Detto in altre parole Hamas non avrebbe diritto alla guerra di resistenza contro l'illegale occupazione sionista, questa la sua “colpa”. I razzi di Tel Aviv non sono lanciati alla cieca ma mirati a colpire anche la popolazione civile, secondo i metodi nazisti, per terrorizzarla e spingerla a non sostenere la resistenza palestinese. “Allo stesso tempo - ha aggiunto l'ipocrita Obama - la morte ed il ferimento di civili palestinesi sono una tragedia: per questo sottolineiamo la necessità di proteggere i civili, chiunque siano ed ovunque vivano. Siamo incoraggiati dal fatto che l'Egitto abbia avanzato questa proposta per raggiungere tale obiettivo”. Chi è il responsabile della “tragedia”? Se la proposta per proteggere i civili è il cessate il fuoco significa che dei morti civili è responsabile anche Hamas che non smette di tirare i razzi.
Anche il segretario di Stato americano, John Kerry, condannava "con la massima fermezza" il perdurante lancio di razzi da Gaza, nonostante Israele abbia accettato un cessate il fuoco mediato dall'Egitto. "Ci sono grandi rischi persino di un'escalation delle violenze", avvertiva per colpa ovviamente delle “azioni di Hamas che spara missili contro gli sforzi e la buona volontà di raggiungere un cessate il fuoco sul quale lavorano insieme Egitto e Israele".
La proposta egiziana era sostenuta anche dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen che aveva lanciato un appello “a tutte le parti” affinché assecondassero gli sforzi egiziani, nell'intento di risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese e “nel supremo interesse nazionale”. Pochi giorni prima, il 10 luglio, aveva affermato che “l’omicidio di intere famiglie è un genocidio da parte israeliana contro il popolo palestinese. Quello che sta avvenendo è una guerra contro la gente e non contro le fazioni o i miliziani. Israele non sta difendendo se stesso, sta difendendo il progetto coloniale. Stiamo prendendo provvedimenti per fermare l’aggressione israeliana, compreso il dialogo con il presidente egiziano Al-Sisi e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon”. Per ora risulta che il dialogo col Cairo è l'unico provvedimento messo in campo da Abu Mazen e dal suo governo di unità nazionale con Hamas che ha collaborato a frenare le proteste contro la rappresaglia sionista in Cisgiordania.
La proposta egiziana era bocciata da Hamas. "Un cessate il fuoco senza giungere a un accordo definitivo è escluso. In tempi di guerra non cessi il fuoco per negoziare in seguito", spiegava il portavoce a Gaza, Fawzi Barhoum; la posizione dell'organizzazione palestinese era che non ci sarebbe stato nessun cessate il fuoco "senza un accordo complessivo su Gaza". Hamas esigeva la fine dei bombardamenti, la revoca del blocco imposto a Gaza dal 2006, l'apertura del valico di frontiera di Rafah e il rilascio di tutti i prigionieri come previsto nell'accordo di scambio con il soldato israeliano Gilad Shalit.
Prima che dall'organizzazione politica, la proposta egiziana era stata respinta dal braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedine al Qassam, che la definivano "una resa". "Nessuno, sia in veste ufficiale sia ufficiosa, ci ha contattati riguardo al cessate il fuoco del quale parlano i media, ma se il contenuto di questa proposta fosse ciò di cui già sappiamo, essa rappresenterebbe una resa e la respingiamo", affermavano in un comunicato nel quale ribadivano che "la nostra battaglia contro il nemico si intensificherà'".
Sulle posizioni degli imperialisti e dei sionisti si schierava anche il governo Renzi. Mentre il nuovo Berlusconi non apriva bocca per condannare il genocidio, il 15 luglio sbarcava in Israele il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, che in programma aveva incontri sia con Netanyahu che con Abu Mazen. "La cosa più importante in questo momento è il cessate il fuoco", affermava non appena scesa dalla scaletta dell'aereo e condotta in visita ad Ashdod a vedere una casa colpita da un missile lanciato da Gaza. "Questa proposta che viene dall'Egitto è stata coraggiosamente accolta da Israele. Mi auguro che trovi una risposta positiva dalla Striscia di Gaza e che finisca il lancio di razzi su Israele", commentava. Ma anche costei non pronunciava nemmeno una parola contro il massacro dei palestinesi.
Massacro condannato fra gli altri dal premier turco Recep Tayyip Erdogan che sosteneva: “quello di Israele è terrorismo di Stato". Un portavoce del ministero degli Esteri iraniano condannava “l’escalation della selvaggia aggressione sionista contro il popolo innocente di Palestina” e financo la Giordania faceva appello per la fine immediata dei bombardamenti dell’aviazione israeliana contro la Striscia affermando che “Amman condanna l’aggressione militare che Israele ha lanciato contro Gaza. Un atto barbarico che avrà ripercussioni sull’intera regione. Israele viola il diritto internazionale e ostacola gli sforzi di pace”.
16 luglio 2014