Venezia
I Comitati NoMose contestano Renzi
Chiedono lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova
Occupato l'ufficio del magistrato delle acque di Rialto
La giornata di mobilitazione lanciata dalla rete dei comitati di lotta veneti contro le grandi opere (No Mose, No grandi navi, centri sociali e ambientalisti) in occasione della visita di Renzi a Venezia per l'inaugurazione del “Digital Venice Week” è stata coronata da un grande successo.
L'8 luglio, il nuovo Berlusconi, appena sbarcato in laguna, è stato accolto da centinaia di manifestanti che armati di cartelli, striscioni e slogan contro le grandi opere e il sistema di corruttele che le accompagna, hanno assediato per ore l’antico Arsenale. Al termine del corteo una delegazione di manifestanti ha consegnato a Renzi un documento in cui si chiede lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova e il superamento del sistema della “concessionaria unica” che, come hanno dimostrato le inchieste dei magistrati, è stato un sistema di corruzione in cui sono coinvolte tutte le cosche parlamentari e le massime istituzione borghesi a livello cittadino, provinciale, regionale e nazionale.
Nel documento i comitati rivendicano fra l'altro di: “sospendere i lavori in corso alle bocche di porto in attesa delle risultanze a cui dovrà pervenire un adeguato consesso di esperti scientificamente terzo, autorevole ed indipendente per verificare le eventuali modifiche in corso d’opera per superare tutte le criticità che il sitema Mose presenta. Ciò anche in relazione alla formazione di quello sperpero di denaro pubblico che la costosa manutenzione e gestione del sistema Mose contribuirà ad alimentare, condannando per cento anni le generaizioni future. La revoca immediata della concessione al C.V.N. Il blocco, nel frattempo, tutti i fondi stanziati dal CIPE per il sistema Mose... No ad altri scavi in laguna, né il Contorta né altri canali; grandi navi fuori della laguna in un avamporto alla bocca di porto del Lido”.
L’assedio all’Arsenale si è concluso con l’occupazione dell’ufficio del Magistrato alle Acque, proprio ai piedi del Ponte di Rialto. I manifestanti sono entrati nella sede e hanno letteralmente smontato ogni cosa: suppellettili, computer, cassetti, schedari e quadri alle pareti. Un gesto simbolico, precisano i comitati, per ricordare a Renzi che: “il Magistrato alle Acque che si è rivelato uno dei cardini della corruzione e che fa capo direttamente al Ministero, venga sciolto per riversare le sue competenze all’interno del Comune di Venezia”.
16 luglio 2014