Non solo la P2
La potente banca americana JP Morgan ispira Renzi
Dietro l'“irresistibile ascesa” ai vertici del PD e del governo italiano del nuovo Berlusconi democristiano Matteo Renzi così come dietro il programma di “riforme istituzionali e costituzionali” stilato insieme al delinquente Berlusconi e attuato con l'avallo del nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano, non c'è solo la mano della P2 ma anche l'ispirazione politica ed economica delle grandi banche d'affari internazionali con alla testa la statunitense JP Morgan da cui Renzi trae i punti qualificanti della sua politica governativa.
Basta mettere a confronto le dichiarazioni contro i sindacati, il programma politico mutuato direttamente dal piano della P2 e le controriforme istituzionali e costituzionali piduiste, golpiste e fasciste avanzate dal governo Renzi e che stanno procedendo al passo dell'oca in parlamento, per rendersene conto che si tratta praticamente della stessa ricetta propugnata dalla JP Morgan per uscire dalla crisi: cancellare la Costituzione borghese antifascista del 1948, asservire il parlamento e il potere giudiziario all'esecutivo, liquidare i sindacati, i diritti e le tutele dei lavoratori e irregimentare i lavoratori a cominciare dal pubblico impiego e dalla scuola.
La riprova sta nel report di 16 pagine pubblicato alla fine di maggio 2013 dalla banca d’affari statunitense in cui si faceva il punto sulla crisi economica in Europa e si segnalava ai vari stati, fra cui l'Italia, la necessità di procedere celermente con riforme strutturali non solo in campo politico ed economico ma anche riguardo le Costituzioni nate in seguito alla lotte partigiane e la caduta dei fascismi (si veda “Il Bolscevico” n°27/2013).
Nel documento tra l'altro si legge che: “All’inizio della crisi si pensò che i problemi strutturali nazionali fossero in larga misura di natura economica: eccessivi costi bancari, non adeguato allineamento del tasso di cambio interno reale e rigidità strutturali. Ma col tempo apparve chiaro che pesavano molto anche i problemi di natura politica. Le Costituzioni e gli ordinamenti creati nella periferia meridionale dell’Europa dopo la caduta del fascismo, hanno caratteristiche che vanno cambiate se si vuole proseguire sul cammino dell’integrazione. Quando la Germania parla di un decennio per il processo di aggiustamento, ovviamente pensa sia alla riforma economica sia a quella politica”. Secondo i dati diffusi dalla JP Morgan l’Olanda è il Paese nelle migliori condizioni di salute da un punto di vista strutturale, seguita a breve distanza da Finlandia e Irlanda. In fondo alla classifica troviamo Portogallo, Italia e Grecia.
Esaminando in particolare il caso dell’Italia il rapporto sentenzia che le riforme del 2012 rappresentano un progresso, ma che c’è ancora molto da fare. “Tuttavia va considerato che per migliorare la situazione strutturale dell’economia, l’Italia non può limitarsi ad approvare nuove leggi, ma deve profondamente modificare la burocrazia e la giustizia. Questa realtà si evince dal rapporto tra misure quantitative (leggi a tutela del lavoro e normativa a disciplina del mercato) e percezione sullo stato di salute dell’economia. L’Italia non sarebbe in termini quantitativi molto lontana dalla media dei Paesi dell’Eurozona, ma la percezione per quanto concerne il commercio e il mercato del lavoro è molto lontana da un livello accettabile. Da questo si deduce che il problema riguarda più l’interpretazione delle leggi da parte della complessa burocrazia pubblica e del sistema giudiziario che le leggi in quanto tali... Gli ordinamenti costituzionali dei Paesi periferici dell’Eurozona sono stati approvati all’indomani della caduta di regimi dittatoriali e condizionati da questa esperienza. Le costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista a testimonianza della forza politica della sinistra in quel periodo della storia. Questi sistemi politici evidenziano in genere le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli, debolezza del governo centrale rispetto alle autonomie regionali, tutela costituzionale dei diritti del lavoro, sistemi di costruzione del consenso tali da alimentare il clientelismo.
Questi Paesi non sono riusciti – se non in parte – a realizzare riforme economiche incisive a causa dei limiti costituzionali (Portogallo), del prevalere delle autonomie locali (Spagna) e dell’emergere di partiti populisti (Italia e Grecia)”.
Il problema, concludeva il rapporto, preoccupa tanto i Paesi periferici quanto l’Unione europea nel suo complesso. Il banco di prova sarà il comportamento nell’anno prossimo dell’Italia e del suo nuovo governo che si è detto deciso a riformare il sistema politico.
Altro che “cambiare verso all'Italia”, altro che “rottamazione”, il programma di Renzi mutuato dal piano della P2 è ispirato anche dai papaveri dell'alta finanza mondiale come la potente banca americana JP Morgan che è stata tra le protagoniste dei progetti della finanza creativa e quindi della crisi dei subprime che dal 2008 devasta i mercati capitalistici di tutto il mondo. Fino a essere stata formalmente denunciata nel 2012 dal governo federale americano come responsabile della crisi, in particolare per l’acquisto della banca d’investimento Bear Sterns.
3 settembre 2014