Emilia-Romagna
Due candidati di renzi sotto inchiesta
Richetti e Bonaccini indagati per peculato per le spese pazze in Regione
Indagati gli esponenti di tutti i partiti
Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
L’inchiesta della Procura di Bologna sulle cosiddette “spese pazze” per i 35mila scontrini sospetti dei gruppi politici in Emilia-Romagna ha coinvolto i capigruppo di tutti i partiti, oltre a una serie di consiglieri regionali, in carica nella legislatura dal 2010 al 2012, la cui iscrizione nel registro degli indagati era già stata annunciata nei mesi scorsi ed è stata ora confermata.
Tra gli indagati risultano anche i renziani doc Stefano Bonaccini, Segretario regionale e responsabile Enti locali del Pd, e Matteo Richetti, deputato del Pd, entrambi candidati alle primarie, ma mentre Richetti si è ritirato, sembra più per l’intervento di Renzi per evitare che la corsa di 2 esponenti della sua area finisse per favorire il “terzo incomodo”, cioè l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, Bonaccini ha deciso di continuare la corsa che vedrà la scelta del candidato Pd alle primarie del prossimo 28 settembre che concorrerà poi alla carica di presidente regionale alle elezioni del 23 novembre, dopo le dimissioni dell’ex presidente Vasco Errani condannato per falso ideologico.
Per evitare la macchia di un’indagine per peculato sullo svolgimento delle primarie sono partite le pressioni affinché il procedimento venga concluso velocemente, con il vicepresidente nazionale del Pd Matteo Ricci che ha chiesto di fatto una corsia preferenziale alla magistratura bolognese in modo che “dia una risposta in tempi rapidi alla richiesta di archiviazione per Bonaccini” presentata dal suo avvocato Vittorio Manes il quale aveva dichiarato: “Normalmente le richieste di archiviazione hanno determinati tempi, ma questa non è una situazione normale”.
A dare il via libera alla sfida tra Bonaccini e Balzani ci ha comunque pensato il Berlusconi democristiano Renzi con l’ennesimo tweet, ma mentre gli esponenti dell’area facente capo a Pippo Civati annunciano l’uscita dal Pd, ma per un calcolo elettoralista che mantenga una “rappresentanza politica della sinistra”, di cui nel Pd non vi è più nemmeno l’ombra, ad esultare è l’altro candidato Balzani che aveva visto le primarie a rischio di annullamento per l’intervento di Renzi, o che ne venissero modificate le regole. Addirittura Balzani aveva dichiarato “In questo partito chi è normale e rispetta le regole viene preso a calci nel sedere, mentre ci sono celebrazioni per i condannati”, annunciando di essere pronto a “fare un gran casino”, agendo per vie legali o presentando una propria lista alle elezioni regionali, per poi rimangiarsi tutto dopo l’intervento di Renzi che sarebbe “coerente” con il suo “modo di pensare”: “Quello del premier è il riconoscimento di una gara regolare tra due soggetti pienamente legittimati”.
L’indagine ha però scosso anche il M5S dopo che l’indagine sulle “spese pazze” ha coinvolto anche il consigliere regionale Andrea Defranceschi, che provocatoriamente ha presentato comunque la propria candidatura online alle primarie del M5S.
17 settembre 2014