Un colpo alla democrazia e all'elettoralismo borghesi
Inciucio tra PD e Forza Italia sul Toscanellum
La nuova legge elettorale toscana è ispirata all'Italicum “fascistissimum” e piduista
Astenersi alle elezioni regionali del 2015
Dal nostro corrispondente della Toscana
Non è un caso che dalla regione natale del nuovo Berlusconi, Matteo Renzi, sia stata partorita la nuova legge elettorale ispirata all'Italicum “fascistissimum”.
Il patto tra Renzi e Berlusconi, avallato dal presidenzialista Napolitano, per realizzare il piano fascista della P2 è stato attuato a livello regionale con un accordo lampo tra PD e Forza Italia (FI), attraverso il segretario regionale Dario Parrini (PD) e il plurinquisito Denis Verdini (FI), il cosiddetto Toscanellum, in vista delle elezioni regionali nella primavera 2015.
L'approvazione della legge è avvenuta all'alba dell'11 settembre, dopo 21 ore di Consiglio regionale e ha visto 33 voti a favore tra PD e Forza Italia, il socialista Pieraldo Ciucchi, gli ex IDV di Toscana civica riformista, Rudi Russo del Centro democratico, gli ex leghisti di Più Toscana e l'UDC Marco Carraresi. Contrari 12 voti di NCD, Fratelli d'Italia, SEL, Rifondazione, Gabriele Chiurli di Democrazia diretta (ex Lega), Paolo Marini dei Comunisti italiani, Giuseppe Del Carlo capogruppo dell'UDC e 7 consiglieri del PD che non partecipano al voto finale.
Il Toscanellum sostituisce il Cinghialum (nato da un accordo tra DS e FI nel 2004), legge progenitrice del famigerato Porcellum, sostituito a livello nazionale dall'Italicum. La vecchia legge elettorale toscana viene modificata su preferenze (listino bloccato), soglie di sbarramento, premio di maggioranza, inoltre viene reintrodotto il ballottaggio.
Sul tema delle preferenze Parrini ha decantato il successo delle modifiche adducendo che gli elettori si troveranno i nomi già stampati sulla scheda e questo consentirà di ricevere un maggiore consenso popolare. Sul listino bloccato, che è lasciato a scelta di ogni singolo partito sul suo utilizzo, Parrini afferma che il PD non se ne avvarrà, omettendo però l'importante questione della doppia candidatura che di fatto permetterà ai partiti borghesi di far eleggere comunque un candidato che magari è stato bocciato dagli elettori. Infatti non vi sarà solo la candidatura del listino ma anche quella del collegio regionale che sarà bloccato.
Le soglie di sbarramento, che il PD definisce giuste per ridurre la frammentazione, in realtà hanno lo scopo di favorire i maggiori partiti e di limitare quelli più piccoli. In pratica i partiti che si presentano in coalizione dovranno superare il 3%, invece chi corre da solo il 5%. Il premio di maggioranza fissa due soglie. Se la coalizione (poiché i partiti minori non ci arriverebbero mai), prende tra il 40 e il 45% dei consensi vi sarà un premio fino a raggiungere il 57,5%. Con oltre il 45% il premio aumenta fino al 60% con un incremento di seggi in Consiglio regionale. Se nessun partito arriva al 40% vi sarà il ballottaggio tra i due candidati presidenti più votati che si sfideranno due settimane dopo.
L'attuale governatore toscano Enrico Rossi (PD) ha espresso soddisfazione per la nuova legge elogiando il taglio dei consiglieri che da 55 scendono a 40. Rossi da quando il nuovo Berlusconi è diventato presidente del Consiglio e segretario del suo partito, si è del tutto asservito a Renzi che prima in qualche forma criticava, guadagnandosi così la promessa della nuova ricandidatura a governatore.
In Toscana, così come a livello nazionale, sulla legge elettorale si è creata una grossa spaccatura all'interno del PD capeggiata dall'ex assessore fiorentina e attuale consigliera regionale Daniela Lastri che voleva un'unica soglia di sbarramento al 3% non voleva il listino bloccato.
I partiti minori della “sinistra” e della destra del regime hanno votato contro la nuova legge elettorale in particolare criticano la soglia di sbarramento e il listino bloccato per i quali saranno sicuramente penalizzati, o meglio esclusi dal futuro Consiglio regionale.
Il punto è che di fatto questa legge elettorale, ancor più di quelle precedenti, rafforza i due partiti di maggioranza relativa, PD e Forza Italia, e affossa ancor di più la democrazia e l'elettoralismo borghesi, fregandosene della sua incostituzionalità. Altro che “maggiore rappresentanza”. Facciamo perciò appello a coloro che hanno già criticato il Toscanellum come incostituzionale ad andare fino in fondo nella denuncia informando per tempo e con efficacia le masse popolari toscane.
Con questo non vogliamo dire che il parlamento e il parlamentarismo borghesi sono credibili e veramente democratici. Come ha detto il compagno Loris Sottoscritti, parlando a nome del Comitato centrale del PMLI, alla recente Commemorazione di Mao: “il compito storico del proletariato non è quello di riformare il capitalismo e il suo Stato e di addolcire l'oppressione della dittatura della borghesia, ma quello di spazzarli via e di sostituirli con la propria dittatura e col socialismo. E questo può avvenire solo con la rivoluzione proletaria, non attraverso il parlamento e usando le istituzioni create dalla borghesia”.
Ecco perché la nuova legge elettorale toscana dovrebbe spingere ancor di più il proletariato e le masse popolari a delegittimare le istituzioni borghesi e quindi a scegliere di astenersi alle prossime elezioni regionali, considerando il proprio voto astensionista come un voto dato al PMLI e al socialismo.
17 settembre 2014