La destra dell'imperialismo europeo egemone nella Commissione dell'UE

 
“Penso che sarà una squadra vincente”, ha affermato il presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean Claude Juncker, lo scorso 10 settembre a Bruxelles nella conferenza stampa di presentazione del nuovo esecutivo comunitario; quella squadra che avrebbe il compito di “riportare l'Europa sul sentiero della crescita e della creazione di lavoro. Dopo anni di difficoltà economiche e di riforme spesso dolorose, i cittadini europei si aspettano un'economia performante, la creazione di posti di lavoro, una maggiore protezione sociale, confini più sicuri e sicurezza energetica". Bei propositi per imbellettare un esecutivo delegittimato dalla diserzione delle urne al 57% registrata nelle elezioni del maggio scorso e che anche per la sua composizione fa pensare piuttosto alla continuità della politica di lacrime e sangue del precedente, col rigore di bilancio a prevalere sulle promesse di flessibilità nel rispetto dei micidiali parametri finanziari europei. Una distinzione non sostanziale tanto che l'alfiere delle “flessibilità” è il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi.
In ogni caso è la destra dell'imperialismo europeo quella egemone nella Commissione, risultata vincitrice alle elezioni e che occupa 14 dei 28 posti con rappresentanti del Partito popolare europeo, 5 provenienti dall'Alleanza dei liberali e democratici europei e uno dall'Alleanza dei conservatori e riformisti europei contro gli 8 del gruppo socialista.
Quanto alla nuova Commissione si può evidenziare che intanto si tratta di una squadra particolare, dove ci sono 7 vicepresidenti su 28 commissari che hanno potere di veto e “possono bloccare qualsiasi iniziativa anche legislativa”, ha spiegato Juncker; un esecutivo ristretto che sarà il vero centro decisionale del lavoro della Commissione nel quale i “rigoristi” hanno i principali ruoli. Primo fra tutti l'ex premier finlandese Jyrki Katainen, stretto alleato della Merkel, il vicepresidente coordinatore di tutti i principali portafogli economici (Lavoro, crescita, investimenti e competitività) che avrà anche il controllo degli investimenti di 300 miliardi di euro promessi da Juncker nei prossimi tre anni per tentare di stimolare l’economia della zona euro.
Il socialdemocratico olandese Frans Timmermans è il primo vice-presidente, il numero due del nuovo esecutivo; gli altri cinque vicepresidenti sono l’italiana Federica Mogherini alto commissario agli Esteri e alla Difesa, la bulgara Kristalina Georgieva al bilancio e risorse umane, la slovena Alenka Bratusek all’energia, il lettone Valid Dombrovskis all’euro e al dialogo sociale e l'estone Andrus Ansip al mercato unico digitale.
Nella spartizione degli incarichi di commissario l'ex ministro francese Pierre Moscovici ha avuto gli Affari economici, finanziari, alla tassazione e alle dogane, l'inglese Jonathan Hill sarà il commissario alla Stabilità finanziaria, servizi finanziari e unione dei mercati dei capitali, il greco Dimitris Avramopoulos, sarà il commissario per l'Immigrazione, la danese Margrethe Vestager il commissario alla Concorrenza, la belga Marianne Thyssen il commissario al Lavoro, affari sociali e mobilità, lo spagnolo Miguel Arias Canete il commissario per l'Azione per il clima e la politica energetica, la svedese Cecilia Malmstrom commissario al Commercio. Il tedesco Guenther Oettinger sarà commissario alla Digital economy, la romena Corina Cretu sarà commissario per le Politiche regionali, l'irlandese Phil Hogan commissario all'Agricoltura, l'austriaco Johannes Hahn sarà commissario a Vicinato europeo e negoziati per l'allargamento. Il maltese Karmenu Vella ssarà il commissario Ue all'Ambiente, pesca e affari marittimi, l'ungherese Tibor Navracsics quello all'Educazione, il lituano Vytenis Andriukaitis alla Salute, il cipriota Christos Stylianides agli Aiuti umanitari, la polacca Elzbieta Bienkowska al Mercato interno e l'industria, il croato Neven Mimica alla Cooperazione internazionale. La ceca Vera Jourova sarà commissaria alla Giustizia, il portoghese Carlos Moedas alla Ricerca e innovazione, lo slovacco Maros Sefcovic ai Trasporti e lo spazio.
Il percorso di nomina della nuova Commissione prevede che ci siano le audizioni dei nuovi commissari di fronte al Parlamento europeo, in programma tra il 29 settembre e il 3 ottobre, mentre la votazione della lista in blocco è prevista nella seduta plenaria del mese di ottobre. La nuova Commissione europea entrerà in funzione dal 1° novembre.

17 settembre 2014