L'escalation bellicista di Obama
L'imperialismo americano bombarda le basi del Califfato in Siria
Alla testa di una coalizione formata dai paesi arabi reazionari. Agli attacchi in Iraq ha partecipato anche la Francia

 
Il premio Nobel per la pace Obama lo aveva annunciato il 20 settembre, “da agosto sono stati condotti 170 raid contro i terroristi in Iraq e ora la Francia si è affiancata a noi in questi attacchi aerei” e “andando avanti, non esiteremo ad agire in Siria”. Il 23 settembre annunciava che “stanotte, dopo il mio ordine, le forze americane hanno cominciato a colpire obiettivi dello Stato islamico in Siria". Dopo gli attacchi con aerei e droni nel nord dell'Iraq Obama allarga alla Siria, come preannunciato, la sua guerra imperialista alla testa di una coalizione di volenterosi; in Iraq da due giorni era l'aviazione del socialista francese Hollande a dargli mano, per la Siria ha organizzato la partecipazione dei paesi arabi reazionari.
Il dettaglio dell'intervento era fornito nel pomeriggio del 23 settembre dal portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, che annunciava “i raid hanno avuto successo e sono solo l'inizio” mentre altre fonti ufficiali americane spiegavano che i raid erano stati condotti precisamente da Stati Uniti, Bahrain, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati arabi uniti. I paesi del Golfo avevano fornito le basi militari, la Giordania aveva messo a disposizione i propri servizi segreti. Nel primo attacco sarebbero stati utilizzati droni, bombardieri e missili Tomahawk partiti da basi nei pesi arabi e da navi americane nel Golfo Persico.
Le postazioni dello Stato islamico colpite nei raid sarebbero diverse decine, da quelle nella provincia siriana settentrionale di Raqqa, la capitale del Califfato, a quelle delle province siriane di Idlib e Aleppo, dove sarebbero state colpite le postazioni di al Nusra, la formazione dell'opposizione al regime di Assad legata a al Qaeda. Il bilancio dei raid era fornito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) che parlava di circa 120 miliziani e otto civili tra cui tre bambini rimasti uccisi durante l’attacco.
Dal comando centrale delle operazioni Usa di Tampa in Florida facevano sapere che i raid erano stati effettuati anche per sventare “un imminente attacco” contro l'America e gli interessi occidentali da parte di “veterani di al Qaeda” che “stavano progettando un attacco imminente contro gli interessi Usa e occidentali”.
A rimpolpare la campagna a favore dei raid erano diffuse notizie il 22 settembre dell'uso da parte delle formazioni dell'Is di gas cloro negli scontri presso la città di Saqlawiyah, nell'Iraq centrale, denunciate da parlamentari iracheni. La crociata imperialista guidata da Obama poteva quindi partire con una serie di giustificazioni che dovrebbero darle una legittimazione impossibile.
In un messaggio video diffuso alla vigilia dei raid americani il portavoce dell'Is, Abu Muhammed al Adnani al Shami, assieme a una serie di affermazioni non condivisibili aveva spiegato agli americani e agli europei che “lo Stato Islamico non ha iniziato una guerra contro di voi, come i vostri governi e i vostri media cercano di farvi credere. Siete voi che avete iniziato a trasgredire e per questo meritate di pagare. Pagherete col collasso della vostra economia (...)”. Aveva inoltre attaccato Obama: “sei un ciuco degli ebrei, sei un vile. Tu e i tuoi alleati crociati, che per codardia non intervenite sul campo, non otterrete nulla. Come fai a non capire, o ciuco degli ebrei, che la situazione non può essere risolta con i bombardamenti dall'alto, con una guerra su commissione, o pensi di essere più furbo di Bush? No tu sei solo più pazzo di lui (...)”.
Condanne dei raid americani sulla Siria sono venute da Mosca con una nota governativa nella quale si affermava che “azioni simili possono essere effettuate esclusivamente nel quadro del diritto internazionale che prevede non di informare in modo formale e unilaterale sugli attacchi (come sembra sia avvenuto in questo caso col regime di Assad, ndr) ma l'accordo esplicito del governo siriano oppure una decisione corrispondente del consiglio di sicurezza dell'Onu. I tentativi di raggiungere i propri obiettivi geopolitici, violando la sovranità degli Stati della regione, aggravano la tensione e destabilizzano ancora di più la situazione”. Anche il presidente iraniano Hassan Rohani ha definito i bombardamenti statunitensi “illegali, perché non sono stati autorizzati dalle Nazioni Unite e non sono stati effettuati su richiesta della Siria”.
Stando alle recenti dichiarazioni belliciste di Obama l'escalation militare in Iraq dell'imperialismo americano non arriverà fino all'impiego dei soldati sul terreno. Secondo il generale Martin Dempsey, Capo di Stato maggiore Usa la guerra non potrà essere vinta con questi interventi limitati; la stessa opinione dell'ex premier laburista inglese Blair, il più fedele alleato di Bush nell'aggressione all'Iraq, secondo il quale “se non mandiamo truppe di terra non li sconfiggeremo mai”. E non è detto che questo non possa essere il passo successivo della guerra imperialista di Obama.
 
 

24 settembre 2014