In una Milano blindata per il vertice dell’UE imperialista
Importante manifestazione dei metalmeccanici FIOM contro il Jobs Act e il governo Renzi
In piazza anche i lavoratori della USB, studenti e centri sociali
Ottima accoglienza alla delegazione lombarda del PMLI diretta da Urgo e Frezza
Redazione di Milano
Mercoledì 8 ottobre 2014 si è riunito a Milano il summit sulle politiche occupazionali neoliberiste dei governi della UE imperialista.
Contro di esso sono scesi in piazza migliaia di lavoratori principalmente sotto le bandiere sindacali della FIOM, ma anche sotto quelle della USB, per ribadire il fermo NO al famigerato Jobs Act renziano, contro la cancellazione definitiva dell’Art. 18 e dello Statuto dei Lavoratori, per la difesa dei diritti acquisiti ed il ripristino di quelli cancellati, per un aumento dei salari adeguato all’aumento del costo della vita, contro la precarietà, la libertà di licenziare e la delocalizzazione che sono invece le ricette propugnate dalla riunione milanese dell’imperialismo europeo per rimettere in moto la sua macchina capitalistica del massimo profitto privato andata fisiologicamente in crisi.
In una Milano blindata da ingenti forze di polizia in tenuta antisommossa - soprattutto attorno alla zona interessata dal summit comprendente la Fieramilanocity e il circostante quartiere Portello - la principale manifestazione di protesta è stato il corteo della FIOM, che per quel giorno aveva proclamato lo sciopero nazionale di categoria, partito alle 9.30 da Piazzale Lotto e che ha visto la partecipazione di migliaia di operai assieme a decine di impiegati tecnici e amministrativi delle principali aziende metalmeccaniche della Lombardia (molte delle quali sottoposte a politiche aziendali di licenziamenti, di dismissione, mobilità e/o delocalizzazione), e alcune delegazioni provenienti anche da altre regioni del centro-nord. Nelle fabbriche e negli uffici dell’hinterland milanese, la percentuale di adesione allo sciopero è stata elevata: l’80% alla Cesare Bonetti, il 70% alla ex Iveco (gruppo Fiat) di Pregnana, 80% alla Electrolux di Solaro, così come alla Lobo, alla Kone, alla Novelis, alla Frimont, fino ad arrivare al 99% della Greif (con una sola persona all’interno dell’azienda).
“Stop al Jobs Act” era lo striscione che campeggiava sul camion che guida il corteo aperto da alcuni dei 150 lavoratori della Nokia di Cassina de’ Pecchi che sono stati vilmente licenziati il 6 ottobre con una semplice e-mail.
Alla manifestazione hanno partecipato anche esodati, studenti e molti giovani militanti dei centri sociali autogestiti.
Ottima è l’accoglienza che gli operai metalmeccanici, sia italiani che migranti, hanno riservato alla delegazione lombarda del PMLI – guidata dai compagni Angelo Urgo ed Alessandro Frezza, composta da militanti e simpatizzanti provenienti dalle province di Milano, Bergamo, Varese e Lecco, affiancati dal compagno Gabriele Urban, Responsabile del PMLI per il Piemonte – che le hanno volentieri permesso di sfilare davanti ai loro striscioni con il suo rosso schieramento di bandiere del Partito e di cartelli con su affissi i nostri manifesti ad hoc contro il vertice della UE imperialista in corso, quelli che invitano a spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi, e quello che propone lo sciopero generale di 8 ore con le nostre rivendicazioni inerenti il diritto al lavoro.
A centinaia i volantini diffusi riportanti gli estratti del documento dell’Ufficio politico del Partito dal titolo “Lottiamo e formiamo un grande fronte unito per abolire il precariato”, con i punti della piattaforma rivendicativa dei marxisti-leninisti sul tema. Sul retro del volantino erano riportati gli indirizzi internet per reperire per intero il suddetto Documento sul sito ufficiale del PMLI, oppure scaricando il file in PDF de “Il Bolscevico” n.13/2014, oltre a invitare a scaricare settimanalmente il nostro giornale dall’apposita pagina del sito. Diffuse anche copie del numero speciale de “Il Bolscevico” – appositamente stampato interamente a colori per l’occasione - sulla recente commemorazione di Mao svoltasi a Firenze riportante il testo integrale del discorso pronunciato dal compagno Loris Sottoscritti, a nome del CC del PMLI, dal titolo “Mao e la missione del proletariato”.
A contribuire a consolidare ulteriormente il naturale legame di classe degli operai con la delegazione del PMLI hanno indubbiamente contribuito il lancio degli slogan - tramite un megafono e la corale voce dei nostri compagni - contro le politiche di lacrime e sangue della UE, per il sostegno della lotta di classe e dell’obbiettivo strategico del potere politico alla classe operaia e quindi per la conquista del socialismo contro il capitalismo, per l’abbattimento del regime neofascista e il suo governo Renzi e contro le sue politiche occupazionali di precarizzazione contrattuale e salariale, per rivendicare che il lavoro sia né flessibile né precario, bensì stabile e a pari salario, per l’affossamento del Job Act e per la difesa e l’estensione dello Statuto dei Lavoratori ed il ripristino originario del suo Articolo 18.
Slogan ripetuti con forza dagli operai circostanti che hanno anche intonato i canti lanciati dai nostri compagni quali “Bandiera Rossa”, “L’Internazionale”, “Bella Ciao”, “Le 8 ore” (adattata contro il governo Renzi) e “Fischia il Vento”.
Grazie all’aperto appoggio dei combattivi operai in lotta le insegne del PMLI sono arrivate fin sotto il palco dei comizi finali (allestito in Piazza Firenze) e a nulla sono valse le pressioni e provocazioni di alcuni elementi del “servizio d’ordine” (diretto dalla segreteria camussiana della Camera del Lavoro di Milano) per far abbassare e/o allontanare le insegne dei marxisti-leninisti. Il TG3 ha mandato in onda delle belle immagini del Partito. Corriere.it e Repubblica.it hanno pubblicato delle foto dei compagni.
Dopo gli interventi dei delegati delle fabbriche in lotta e del Segretario milanese della CGIL, Graziano Gorla, a concludere la manifestazione è stato il comizio di Maurizio Landini, Segretario nazionale della FIOM, che ha fatto un discorso tutto sommato condivisibile in merito alle politiche occupazionali del governo Renzi, è arrivato persino ad ammettere che le ultime elezioni europee non hanno sancito il consenso al governo del nuovo Berlusconi considerando giustamente il forte astensionismo qualificandolo come voto di protesta. Landini ha anche denunciato come il parlamento borghese si sia auto-esautorato con lo spauracchio di essere sciolto dando, con la “fiducia”, una delega in bianco (poteri assoluti) al governo Renzi, mancando però di denunciare, alla luce di questi fatti, la natura neofascista e piduista di questo esecutivo, ed anzi dando una falsa immagine di un Renzi debole e succube dei poteri forti, come fosse un premier che sbaglia ma sul quale si può nutrire una vaga speranza che “cambi verso come invece non sta facendo”.
Mentre nelle interviste rilasciate a margine della manifestazione dichiara che la FIOM è pronta a occupare le fabbriche (magari!), Landini non ne fa menzione nel suo comizio mentre parla di non meglio chiarite nuove forme di lotta, e quelle 8 ore che il PMLI e la parte più avanzata della classe operaia vuole tutte insieme in uno sciopero generale nazionale con manifestazione a Roma, Landini invece le vorrebbe contenute in un “pacchetto” scorporabili qua e là in piccoli scioperi di bassa intensità.
Qualche tafferuglio col provocatorio schieramento antisommossa di carabinieri si è registrato quando una parte di manifestanti aderenti alla USB e militanti dei centri sociali si sono staccati dal corteo principale ed hanno cercato di entrare nella “zona rossa” blindata nella quale si svolgeva il summit UE. Qualche ora prima un gruppo di studenti aveva occupato simbolicamente il distaccamento milanese del ministero del Lavoro in via Macchi. Sul palazzo sono state lasciate scritte contro il Jobs Act e volantini contro la “speculazione sul lavoro”, e contro Renzi e Merkel.
I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi si sono congratulati con la Delegazione lombarda che “ha reso un grande servizio a tutto il PMLI”.
15 ottobre 2014