Viva la lotta di classe!
Le piazze d'Italia si riempiono sempre più di lavoratori, cassintegrati, disoccupati, pensionati e studenti. Ovunque si chiede lavoro, il principale problema che affligge le masse, specie giovanili e del Sud, e si contesta la politica di lacrime e sangue del governo del Berlusconi democristiano Renzi.
E' un chiaro segno della ripresa della lotta di classe, anche se ancora si svolge sul terreno del capitalismo e del riformismo. Viva la lotta di classe! Bisogna proseguire su questa strada, perché non c'è un altro modo per fermare Renzi, una reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi.
Anche se non lo dà a vedere, egli teme la lotta di classe e tenta di arrestarla con gli inganni, con un fiume di parole e con la repressione delle masse in lotta.
Ma le cariche, gli idranti, i manganelli, i lacrimogeni, le telecamere sulle divise e le pistole elettriche usati dalle “forze dell'ordine” possono riuscire a difendere temporaneamente le istituzioni e i governanti borghesi, mai però potranno sopprimere la lotta di classe. Alla fine le “forze dell'ordine” verranno travolte e con esse l'intero sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e i suoi lacchè.
Non manca certo il coraggio agli sfruttati e agli oppressi e a tutti coloro che lottano per l'emancipazione sociale, la libertà, l'uguaglianza dei sessi, i diritti degli omosessuali e dei migranti, il benessere, l'abolizione delle classi e delle disuguaglianze territoriali, per una società senza guerre imperialiste. Come dimostrano gli esemplari giovani lavoratori, disoccupati, studenti e dei centri sociali e dei movimenti, che non hanno paura di affrontare in prima linea nelle piazze le “forze dell'ordine” di Renzi, Alfano e della Pinotti.
Con le controriforme costituzionali e con quelle elettorale, del Jobs Act, del pubblico impiego e della scuola, nonché con la legge di stabilità, lo “Sblocca-Italia”, il coinvolgimento dell'Italia nella guerra in Iraq e il nuovo modello di difesa, l'emarginazione dei sindacati, Renzi, oltre a colpire duramente le condizioni di vita e di lavoro delle masse, ha distrutto lo Stato di diritto borghese, il diritto borghese del lavoro, e i residui della Costituzione borghese e antifascista del '48. Conformemente al piano della P2 perseguito da Gelli e da Berluscoi.
E' quindi necessario arrivare presto allo sciopero generale di 8 ore e alla manifestazione nazionale proclamati unitariamente da tutti i sindacati, compresi quelli non confederali.
La manifestazione nazionale del 25 ottobre promossa dalla CGIL, alla quale il PMLI parteciperà in maniera militante, non può assolutamente bastare. Renzi ha già detto che se ne frega. Vediamo allora come reagirà con lo sciopero generale. E se non bastasse, non si abbia paura di replicare velocemente. I lavoratori, a cominciare dai precari, i disoccupati, gli studenti, i partiti che si richiamano ai lavoratori e i movimenti sociali sono disponibili. Un segnale in tal senso è lo sciopero nazionale del 14 novembre proclamato dai “sindacati di base”, dai movimenti, in particolare dalle organizzazioni studentesche.
Uniti, attraverso la lotta di piazza dobbiamo spazzar via questo governo piduista, neofascista, crumiro, antioperaio e interventista.
Poi ciascuno andrà per la propria strada, a seconda se è favorevole o contrario a questa società borghese. Noi marxisti-leninisti continueremo a lottare contro il capitalismo, convinti che è ora che il potere passi al proletariato che crea tutta la ricchezza del Paese, che è ora che si sprigioni la lotta di classe contro il capitalismo per il socialismo.
Contiamo sul contributo delle operaie e degli operai coscienti, degli anticapitalisti e degli intellettuali del popolo per far comprendere al proletariato che senza il potere politico non ha niente e che col potere politico ha tutto. Ma lo deve conquistare con la rivoluzione socialista.
22 ottobre 2014