Per lo sciopero generale indetto dall'USB
100.000 lavoratrici e lavoratori in 27 piazze d'Italia
“Ci avrebbero voluto invisibili, abbiamo bloccato le città: lo gridano forte le 27 piazze riempite dai 100.000 che questa mattina hanno manifestato in tutta Italia, in rappresentanza del milione di lavoratori oggi in sciopero generale con l’USB contro le politiche sul lavoro e sullo stato sociale del governo Renzi”. Inizia così il comunicato della Federazione Nazionale USB, che stima siano stati un milione le lavoratrici e i lavoratori che si sono astenuti dal lavoro il 24 ottobre. Tanta la voglia di scioperare, di controbattere all'arroganza del nuovo Berlusconi, di dire No alla sua politica antioperaia e antipopolare.
Le principali parole d'ordine che hanno caratterizzato i vari cortei sono state quelle contro l'abolizione dell’Art. 18, il Jobs Act con la "farsa" dei contratti a tutele crescenti (accettate dalla stessa Cgil della Camusso) e la Legge di stabilità che produrrà un ulteriore impoverimento di milioni di Lavoratori, cittadini e pensionati e renderà sempre più precari ed incerti quei pochi posti di lavoro che si renderanno disponibili.
Forte la risposta nella prima fascia di sciopero nel settore dei Trasporti, con una media nazionale del 60% di adesione. Il 100% ha scioperato a Napoli in tutte le società del Tpl, con una media del 60% nelle aziende della regione Campania. A Trento
sciopera il 90%. A Bologna
e Forlì
fermi il 70% dei bus; il 50% a Reggio Emilia
; a Rimini
, Cesena
e Ferrara
oltre il 40%. Soppresso il 90% dei treni regionali in Emilia Romagna
. A Roma
bloccati il 70% dei bus; metro A e B rallentate e ferma la Roma-Giardinetti. Adesione al 30% nel Cotral del Lazio
. A Venezia
fermo il 70% del trasporto urbano ed extraurbano; a Verona
, Sala SCC, 50% degli operatori in sciopero, con ripercussioni in tutto il traffico ferroviario del Veneto
. In Friuli
, media del 40%. Fermo il tpl extraurbano in Sicilia
. Si rammenta che a Torino e a Perugia lo sciopero è stato impedito dalla Commissione di Garanzia, con la motivazione del concomitante svolgimento del “Salone del Gusto” e di “Eurochocholate”.
Cancellazioni, ritardi e disagi anche nel Trasporto aereo, con il tavolo sulla vertenza Meridiana in corso oggi al ministero del Lavoro.
Servizi bloccati, sportelli chiusi o a singhiozzo nei comuni, nella sanità e negli uffici territoriali, con forte adesione in INPS, hanno dato il segno della risposta dei lavoratori pubblici al blocco dei contratti e alla riforma Madia.
“LICENZIAMOLI PER GIUSTA CAUSA”, lo striscione di apertura dei molti cortei: dai vigili del fuoco ai lavoratori del commercio, gli esternalizzati della sanità e i lavoratori della logistica, i dipendenti del fisco e quelli comunali, autoferrotranvieri ed insegnanti, insieme a precari e senza casa, migranti e rifugiati, lavoratori cassaintegrati e in mobilità.
A Roma
il corteo partito da piazza dell’Esquilino è arrivato a piazza Santi Apostoli. Con in testa i lavoratori della Meridiana che hanno poi proseguito in presidio sotto al ministero del Lavoro.
La manifestazione di Bari
ha visto la partecipazione di circa un migliaio, tra lavoratori e abitanti, che hanno sfilato in corteo fino alla sede della Prefettura.
Lavoratori dell’Ilva, del Pubblico Impiego, della Sanità, dei Ministeri, LSU dei tanti comuni della regione, delle Società in house “Sanitaservice”, della COOP, dei Vigili del Fuoco e di tanti altri settori, oltre a giovani e migranti.
3.000 in corteo a Catania
, con una manifestazione aperta da una bara con la quale vorrebbero fare i funerali a diritti e condizioni, e spazio alla fantasia con Lavoratori in catene, flash mob e mutande sventolate davanti alla sede del governo ma anche a quella della Cisl, al grido di “volete anche queste?” (i particolari della manifestazione nella corrispondenza a parte. In 500 a Palermo
che, prima di arrivare dal Prefetto, hanno circondato e assediato la sede del PD di Renzi.
Centinaia di lavoratori, hanno presidiato piazza Matteotti a Catanzaro
a cui si sono uniti diversi gruppi sociali al grido NO ai provvedimenti messi in campo dal governo Renzi.
A Genova
un corteo di circa 500 lavoratori aperto dallo striscione "LICENZIAMO RENZI", che si è concluso sotto la sede di Confindustria unica e vera beneficiaria delle riforme di Renzi. Da Imperia
a La Spezia
nel corteo erano presenti lavoratori di moltissime categorie del pubblico e del privato.
Migliaia i manifestanti a Milano
che si sono concentrati in piazza San Babila accolti da una mongolfiera con uno striscione lungo 30 metri con la scritta “Lavoro, no riforma Renzi”. Nelle fabbriche l’astensione dal lavoro ha coinvolto centinaia di operai, lo stesso in tante uffici, scuole, ospedali, appalti, negli uffici pubblici. All’Inps molte sedi hanno chiuso per mancanza di personale. Sono venuti da tutta la Lombardia: da Lodi
, Bergamo
, Sondrio
, Varese
, Lecco
. Con i loro striscioni, con le bandiere, con i cartelli.
Nella mattina a Firenze
, corteo di circa 1.500 lavoratori aperto dallo striscione "Licenziare Renzi. Difendere il lavoro", ha attraversato il centro della città. Dalla Toscana nel corteo erano presenti lavoratori di moltissime categorie del pubblico e del privato (si legga corrispondenza a parte).
A Novara
, dopo il concentramento in piazza Cavour, un corteo di diverse centinaia di manifestanti ha sfilato per le via centrali della città. La manifestazione si è conclusa con un presidio in corso Mazzini delle ore con numerosi interventi di lavoratrici/lavoratori, delegate/i sindacali di varie realtà aziendali pubbliche e private, studenti, precari e pensionati e rappresentanti di movimenti sociali.
Lo sciopero, messo in campo il 24 ottobre dalla USB rappresenta una prima risposta alla politica antipopolare e antioperaia del governo; nelle prossime settimane saranno organizzate altre iniziative di lotta. L'alta adesione è anche una risposta alla mancata proclamazione dello sciopero generale nazionale da parte della Cgil, una grossa mancanza, sulla quale l'Usb polemizza anche sulla grande manifestazione nazionale del 25 ottobre a Roma definendola non una vera iniziativa di lotta ma una "gita di gruppo".
Però ora la necessità urgente è quella di unire le forze e creare un largo fronte unito con l'obiettivo principale di cacciare via una volta per tutte il governo del Berlusconi democristiano Renzi iniziando col proclamare uno sciopero generale nazionale unitario di tutti i sindacati compresi quelli non confederali con una manifestazione sotto Palazzo Chigi.
29 ottobre 2014