Elezioni del 26 ottobre nella città dello Stretto
Stravince l'astensionismo alle comunali di Reggio Calabria
Falcomatà sindaco votato da una minoranza dell'elettorato
Domenica 26 ottobre si è votato a Reggio Calabria per l'elezione diretta del sindaco e dei consiglieri comunali.
Il più popoloso comune della Calabria, il ventesimo in Italia, si trova in una situazione spaventosa: è infatti il primo capoluogo di provincia d'Italia sciolto per mafia nell'ottobre 2012 dall'allora ministro dell'Interno del governo Monti, Anna Maria Cancellieri, e ha sfiorato la bancarotta con un debito certificato dalla Corte dei conti nello stesso periodo del 2012 in ben 679 milioni di euro, tanto da essere commissariato dal prefetto per ben 2 anni con il varo da parte della commissione prefettizia di un micidiale piano di rientro dal disavanzo che graverà per anni sulle masse popolari reggine, con tanto di aumento del 20% per legge dei tributi, il taglio dei servizi scolastici, dei trasporti, dell'assistenza ai disabili e anziani, della raccolta dei rifiuti, del contrasto alla criminalità, della svendita del patrimonio pubblico comunale, dei tagli perfino all'illuminazione pubblica e tanto altro ancora.
Se si aggiunge poi la terribile situazione occupazionale (20% di disoccupati, 56% la disoccupazione giovanile) di vita, di salute e di studio delle masse reggine si potrebbe purtroppo parlare di vera e propria città da Terzo mondo.
La colpa è del capitalismo, delle sue crisi, della 'ndrangheta, della politica di lacrime e sangue imposta dalla Ue imperialista e dei governi nazionali regionali e locali della destra e della “sinistra” borghese, in particolare la nefasta politica del ras fascista mal-ripulito, ex sindaco ed ex governatore della Regione, condannato in primo grado per il caso Fallara, Giuseppe Scopelliti e del suo successore, eletto nel 2011 e poi decaduto per lo scioglimento Demetrio Arena, promosso da Scopelliti assessore regionale alle attività produttive, che il tribunale civile di Reggio ha ritenuto incandidabile alle comunali insieme a molti dei suoi ex assessori comunali.
Enormi le responsabilità della “sinistra” borghese, sia dal punto di vista delle precedenti amministrazioni comunali, provinciali e regionali, sia perché va ricordato che è alleata ancora oggi a Palazzo Chigi con Renzi con quell'Ncd all'interno del quale si trovava fino a pochi giorni fa lo stesso Scopelliti, poi tornato più a destra sia a Reggio che alla Regione, dopo la rottura con i Gentile rimasti nell'Ncd (che a Reggio è nel “centro-destra”, ma che alle imminenti regionali correrà insieme all'Udc fuori dai due principali schieramenti).
Le liste e i candidati
I politicanti borghesi per riconquistare la città dopo il commissariamento hanno risposto in campagna elettorale con un esercito di ben 9 candidati a sindaco con 32 liste collegate composte da quasi 1.000 candidati al Consiglio comunale, praticamente uno ogni 147 aventi diritto al voto.
Giuseppe Falcomatà, figlio del defunto ex sindaco reggino del “centro-sinistra” Italo Falcomatà, ha battuto per poche centinaia di voti alle primarie di coalizione Mimmo Battaglia, sostenuto da 11 liste, da Sel al Centro Democratico di Tabacci.
Nelle sue liste fra gli altri Nicola Paris inizialmente vicino alla destra che ha poi deciso di candidarsi con il “Centro Democratico” dopo aver schivato una sentenza di incandidabilità perché fratello di Tommaso Paris, condannato a 11 anni in quanto vicino alla 'ndrina dei Zindato.
Nella stessa lista c’è Stefania Eraclini, figlia di un ex consigliere “incandidabile”, il medico Giuseppe Zuccarelli, oculista citato più volte nell’inchiesta “Zappa” per i suoi rapporti con il boss narcotrafficante Santo Maesano.
Ha ritirato la sua candidatura con Falcomatà nella lista “A testa alta per Reggio” il carabiniere Roberto Roccella, rinviato a giudizio per i suoi rapporti con il commercialista Giovanni Zumbo ovvero la talpa che forniva notizie alle 'ndrine Ficara e Pelle.
Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio reggina, già candidato a sindaco nel 2001 con Democrazia europea di Sergio D'Antoni, “campione” del 3,2% dei voti validi addirittura un punto in meno della stessa lista che lo supportava, correva per il “centro-destra” con 9 liste, da Forza Italia all'Ncd a FdI-AN della Meloni (protagonista di una squallida manifestazione antimmigrati a Reggio poche settimane fa) e varie liste vicine a Giuseppe Scopelliti.
Con Dattola nella lista “Sud” si è candidata Nicolina Zumbo, amante del boss Checco Zindato detenuto al 41bis, che avrebbe ricevuto denaro illecito dallo stesso Zindato, come rivelano le intercettazioni degli investigatori.
Nella lista dell'Ncd Michele Raso, ex assessore al patrimonio edilizio, condannato a 2 anni per aver assegnato un alloggio popolare alla cognata.
Nelle liste riconducibili a Scopelliti come “Reggio Futura” vi era Giuseppe Agliano, ex assessore al bilancio, accusato dal “pentito” Roberto Moio di essere vicino alla 'ndrina dei fratelli Tegano, padroni del quartiere Archi, nel nord della città.
Nella stessa lista Michele Marcianò, fedelissimo di Scopelliti, intercettato, nell'ambito del processo “Meta” mentre parlava con il boss Cosimo Alvaro (della omonima e famigerata ndrina che opera anche a livello internazionale) al quale disse fra le altre cose: “Prima viene il rispetto e poi viene la politica con me…”.
Con Fratelli d'Italia-AN Claudio Miro Suraci, fascista doc condannato per aver lanciato una molotov contro una sezione del Partito dei Comunisti italiani.
Questi sono solo i casi più eclatanti fra i candidati impresentabili, sufficienti tuttavia a far accapponare la pelle e sbugiardare il senatore, sottosegretario e boss regionale del PD calabrese Marco Minniti, ex braccio destro di D'Alema, che ha parlato di “liste a 24 carati”.
Paolo Ferrara per il movimento “Liberi di Ricominciare”. Giuseppe Musarella con “Coalizione reggina”. Stefano Morabito leader della dissidenza interna a Sel candidato di “Per un'altra Reggio”, coalizione formata anche dal Prc e altri rottami della lista Tsipras creata per recuperare il voto dei delusi dal “centro-sinistra” in chiave chiaramente antiastensionista.
Aurelio Chizzoniti, vecchio arnese della politica reggina, consigliere regionale e presidente della commissione di Vigilanza, eletto nella lista Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente, è stato in passato assessore regionale nelle giunte Nisticò e Meduri. Correva con la lista “Reggio nel Cuore”.
Francesco Scafaria con il “Movimento Reggini Indignati”, nato da una costola locale dei 5 stelle.
Vincenzo Giordano con il Movimento 5 stelle aveva vinto le squallide “comunarie online” di Grillo che nulla hanno a che spartire con la democrazia diretta.
Giuseppe “Pino” Siclari con il Pcl trotzkista di Ferrando che si presentava per l'ennesima volta alle comunali come candidato a sindaco nonostante i 454 voti raccolti nel 2011. Aveva dichiarato di non escludere in caso di ballottaggio l'appoggio al “centro-sinistra” dimostrando per l'ennesima volta il carattere opportunista e di copertura a sinistra del regime neofascista tipico di ogni partito trotzkista e quindi anticomunista, Pcl incluso. Meno male che si vota praticamente da solo!
I risultati elettorali
A tutto questo l'elettorato reggino ha risposto con una clamorosa avanzata dell'astensionismo (diserzione dalle urne, schede annullate e lasciate in bianco) che passa da più del 27% a più del 37% con un incremento di ben 10 punti percentuali rispetto alle comunali del 2011, quindi se tre anni e mezzo fa gli astenuti erano quasi 3 su 10, oggi sono quasi 4 su 10, di gran lunga il primo “partito” di Reggio Calabria.
Un risultato senza precedenti per le comunali della città dello Stretto e tanto più significativo considerando l'enorme numero di candidati, le tante liste civiche, l'asfissiante e capillare presenza sul territorio degli strutturati partiti borghesi con le loro sirene elettorali che non hanno risparmiato promesse tanto mirabolanti quanto irrealizzabili, pur di ricondurre l'elettorato reggino alle urne.
Con poco più del 38% dei consensi sull'intero corpo elettorale vince Giuseppe Falcomatà, ma il “centro-sinistra” con 58.171 voti raccoglie 3.197 voti in meno di Demetrio Arena della destra che nel 2011 ne prese 61.368.
Crolla il “centro-destra” che dai 61mila arriva a 26.070 voti, dal 41% sul corpo elettorale al 17,2% perdendo ben oltre metà dell'elettorato, segno che l'elettorato reggino ha bocciato clamorosamente la terribile gestione di Scopelliti e della destra, che perde nel giro di pochi mesi comune, provincia e regione fra elezioni, scioglimento per mafia e condanna dell'ex governatore.
Malissimo le altre 6 liste fuori dai due poli del regime neofascista che raccattano tutte insieme l'11,5 % dei voti sul corpo elettorale con percentuali da prefisso telefonico.
Incredibile la “debacle” del M5S che con Vincenzo Giordano arriva quarto dietro Falcomatà, Dattola e Ferrara raccogliendo l'1,9% con 2.381 voti, alle politiche del 2013 era secondo in classifica a Reggio con 19.169 preferenze ed il 24,7% sui voti espressi (circa il 15% sul corpo elettorale) lasciando per strada, in gran parte verso l'astensionismo, ben 16.787 voti, segno che a Reggio per gli uomini del milionario, qualunquista e razzista comico di destra genovese non vi è più alcun tipo di gradimento da parte degli elettori, tanto da non riuscire a conquistare nemmeno un seggio in Consiglio comunale. E meno male che erano certi di vincere!
Per quanto riguarda il voto ai partiti male il Pd, che va sì avanti rispetto alle comunali precedenti dal 6,6% del corpo elettorale al 10,3%, ma crolla rispetto alle europee quando raggiunse il 20,8%, in ogni caso poi lontano anni luce da quella “vocazione maggioritaria del 51%” veltronian-renziana.
Considerando poi le divisioni interne, il prossimo 23 novembre infatti correrà per la presidenza della regione Mario “palla palla” Oliverio, espressione della “sinistra” interna che ha letteralmente doppiato il renziano Gianluca Callipo, sostenuto in particolare dalla Serracchiani alle primarie di ottobre, si può affermare che il partito del Berlusconi democristiano Renzi gode a Reggio Calabria di pessima salute politica, altro che “luna di miele” fra governo nazionale ed elettorato reggino!
Crolla Forza Italia che passa dal 14,6% del corpo elettorale (raccolto come Pdl alle scorse comunali) al 4,9% passando da 21.235 voti a 7.838 scavalcata nella stessa coalizione di destra dalla lista “Reggio Futura” e con solo poco più del doppio dei voti degli “alleati-nemici” dell'Ncd di Alfano e Gentile fermi al 2%.
Ancora peggio per Sel, intorno all'1% che nonostante sia parte della coalizione vincente non avrà seggi in Consiglio comunale superata per pochi centinaia di voti sia dal Psi che dal Pri. Male FdI-An, 0,6%, e le altre schifose liste fasciste come “Destra per Reggio” con il simbolo del Msi, vicina a Scopelliti, ferma allo 0,7%.
Malissimo i falsi partiti comunisti, uno solo dei quali presente con il proprio simbolo sulla scheda, il Pcl, fermo allo 0,2 del corpo elettorale, mentre Prc e Pdci all'interno di “Per un'altra Reggio” con Morabito sono parte dei soli 1.837 voti presi dalla lista (1,2%). Il Prc da solo alle comunali del 2011 raccolse 4.760 voti con il 3,2% sugli aventi diritto al voto.
Nessuno di loro sarà presente in consiglio, segno che gli autentici fautori del socialismo di Reggio non danno loro più alcun credito, tanto più poi che suddetti partiti presentano i propri simboli con la falce e martello sulla scheda elettorale solo a seconda delle convenienze e sempre e comunque con il ruolo ruota di scorta della “sinistra” borghese reggina.
Scomparsi montiani e affini che pure alle scorse comunali candidarono Peppe Bova che raccolse il 7% dei voti del corpo elettorale. Molti di loro sono confluiti nel “centro-sinistra” portando all'interno della coalizione, numeri alla mano, praticamente solo loro stessi.
I 32 eletti a Palazzo San Giorgio, 2 sole donne, sono 22 per la maggioranza; 7 del Pd (10,3%): Giuseppe Marino, Nancy Iachino, Demetrio Delfino, Giovanni Minniti, Antonino Castorina detto Nino Castorino, Vincenzo Marra, Rocco Albanese.
3 della lista civica “Reset” (5,2%): Armando Neri, Filippo Quartuccio, Valerio Misefari. 3 per la lista civica “La Svolta” (5,1%): Giovanni Muraca, Antonino Mileto, Giovanni Latella. 3 per il Centro Democratico di Tabacci (4,7%): Nicola Paris, Saverio Anghelone, Mimmo Martino. 3 per la lista “A testa alta” (4,4%): Nino Nocera, Antonino Zimbalatti, Paolo Brunetta. 1 per la Lista civica “Officina cambiare Reggio” (2,3%): Filippo Bova. 1 lista civica “Oltre” (2,1%): Peppe Sera. 1 Psi (1,7%): Antonio Ruvolo.
10 seggi per l'“opposizione”: il candidato a sindaco trombato Lucio Dattola; 4 per la lista “Reggio Futura” (5,9%): Tonino Maiolino, Luigi Dattola, Antonino Matalone, Giuseppe D’Ascoli detto D’Ascola; 4 per Forza Italia (4,9%): Demetrio Marino, Antonio Pizzimenti, Maria Antonietta Caracciolo, Massimo Antonio Ripepi; 1 per l'NCD (2%): Pasquale Imbalzano.
Viva la vittoria dell'astensionismo a Reggio Calabria!
Combattiamo la giunta del neopodesta Falcomatà della “sinistra” borghese!
Lottiamo perché l'astensionismo venga concepito come un voto al PMLI contro il capitalismo e per il socialismo!
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta: le Assemblee popolari e i Comitati popolari!
Per Reggio Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
Un simpatizzante calabrese del PMLI
5 novembre 2014