Al direttivo provinciale della FILCTEM-CGIL tenutosi a Pisa ha invitato a “battere il ferro quando è caldo”
Cammilli: Vogliamo Subito lo Sciopero generale
Solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di Terni
Redazione di Fucecchio
Il direttivo provinciale dei lavoratori chimici, tessili ed elettrici si è tenuto il 31 ottobre a Pisa, quindi subito dopo la grandiosa manifestazione del 25 che ha visto in piazza a Roma oltre un milione di lavoratori. Questo evento, oltre ad essere tra i punti all'ordine del giorno, è stato quello che ha trovato più spazio negli interventi. I lavori si sono comunque aperti con l'elezione dei nuovi organi dirigenti dopo l'ultimo congresso, come ad esempio la segreteria provinciale.
Adempimenti organizzativi che hanno riconfermato come in Cgil a Pisa, ma pensiamo anche altrove, prevalgano gli interessi dei vari segretari di categoria che collocano i loro “delfini” e della maggioranza della Camusso che hanno di fatto estromesso da qualsiasi organismo la mozione 2 (quella raccolta attorno al documento congressuale de “il sindacato è un altra cosa”) e i lavoratori più combattivi.
Gli interventi sono stati tutti improntati all'ottimismo dopo il successo della manifestazione di Roma, anche da parte di chi, dirigenti in primis, aveva sempre giudicato i lavoratori italiani rassegnati e poco inclini alla lotta. In molti hanno espresso solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di Terni manganellati dalla polizia di Alfano e Renzi. La Camera del Lavoro di Pisa aveva comunque già espresso il proprio sostegno ai lavoratori della Thyssen Krupp.
Nel suo intervento il compagno Andrea Cammilli ha espresso la necessità di arrivare allo sciopero generale nazionale in tempi molto brevi, anche se le ultime notizie davano solo la Fiom protesa a questo obiettivo mentre il resto della Cgil è propenso a farlo addirittura a dicembre.
La manifestazione del 25 ottobre ha dimostrato che la forza per respingere l'attacco di Renzi c'è, ma occorre mantenere l'iniziativa e sopratutto battere il ferro adesso che è ancora caldo e l'entusiasmo, la mobilitazione, la rabbia e la collera sono ad alti livelli. “Non si può scioperare tra un mese, magari quando il parlamento ha già approvato il Jobs Act” ha detto Cammilli.
Se la Cgil farà intendere che stavolta farà sul serio, allora i lavoratori la seguiranno, se invece tergiverserà, magari aspettando un intesa con i dirigenti di Cisl e Uil, sprecherà quella forza che i lavoratori hanno sprigionato sabato 25 ottobre a Roma dando un potente pugno rosso a Renzi, e il berlusconi democristiano e neofascista troverà la strada spianata nel suo attacco ai diritti dei lavoratori.
5 novembre 2014