Una manovra antimarxista-leninista
Agorà usa immagini del PMLI per farlo attaccare da Rizzo senza contraddittorio
A Rai 3 della “sinistra” borghese, come a Mediaset della destra, fa comodo pubblicizzare il falso e innocuo partito comunista dell'imbroglione trotzkista numero 1 per oscurare il PMLI. Ridotta a una domanda l'intervista a Pasca, cancellate le interviste alla Direttrice responsabile e al redattore capo de “Il Bolscevico”
Un'operazione provocatoria antimarxista-leninista, imbastita da Rai 3 della “sinistra” borghese, contro il PMLI e a beneficio del PD di Renzi e del falso e innocuo “Partito comunista” dell'imbroglione trotzkista numero 1, Marco Rizzo: è questo il nostro giudizio politico dopo aver visto come è stata manipolata e utilizzata nel programma di Rai 3, Agorà del 7 novembre, l'intervista televisiva apparentemente seria, meticolosa e corretta che ci era stata fatta due giorni prima nella Sede centrale del PMLI e de “Il Bolscevico” dal suo inviato Edoardo Di Lorenzo. Intervista che nella trasmissione è apparsa invece ridotta a pochi frammenti di immagini e di nostri interventi, tagliati ad arte per servire da spunto a Rizzo per attaccare senza contraddittorio il PMLI come “una setta” e pavoneggiarsi come il vero e unico rappresentante del marxismo-leninismo in Italia; e per servire al conduttore Gerardo Greco a mettere in scena una furbesca contrapposizione tra futuro e passato, dove al PMLI e a “Il Bolscevico” era assegnata naturalmente la parte del passato, mentre al PD, rappresentato dal suo vicepresidente, il renziano Matteo Ricci, quella del futuro.
L'intervista era stata da noi accettata perché l'inviato di Agorà diceva di voler conoscere e presentare i marxisti-leninisti italiani, e noi gli avevamo chiesto e ottenuto delle garanzie sul carattere e l'argomento della trasmissione. Avevamo anche verificato che le riprese televisive e le interviste erano state ampie ed accurate ed effettuate sostanzialmente con serietà e correttezza. Il compagno Mino Pasca aveva rilasciato una lunga intervista in cui aveva spiegato cos'è il PMLI, come è nato e qual è il suo programma, e come si colloca nel contesto politico, alla luce in particolare della lotta contro il governo del Berlusconi democristiano Renzi e per il socialismo. La direttrice responsabile Monica Martenghi e il redattore capo de “Il Bolscevico” Loris Sottoscritti avevano poi illustrato rispettivamente la storia del nostro giornale e i processi che ha subito da parte della giustizia borghese, e infine a tutte le compagne e i compagni presenti era stato chiesto di esprimersi sull'attualità e il futuro del socialismo e dei suoi simboli come la falce e martello.
Un imbroglione coccolato dalla destra e dalla “sinistra” borghesi
E invece di tutto questo quasi niente è stato fatto vedere al pubblico di Agorà, e quel poco che ha potuto vedere è stato inserito nella trasmissione unicamente per essere strumentalizzato in chiave antimarxista-leninista. Lo si è capito appena in studio è stato fatto entrare Marco Rizzo, un ospite abituale di questo programma e delle reti Mediaset, a cui fa molto gioco come falso e innocuo comunista da esibire nei talk show come rappresentante della “sinistra estrema”, dopo la sparizione dalla scena del “comunista” da salotto Bertinotti. Non a caso il conduttore Greco, ex corrispondente del TG 2 dagli Usa al tempo dell'11 settembre, oggi probabilmente in quota PD, lo ha presentato come “forse l'unico vero compagno rimasto in Italia”.
E lo si è capito anche dal tema del dibattito, il 25° della caduta del muro di Berlino, nonché dalla scelta di altri due ospiti, il renziano Ricci e l'ex editorialista de “L'Unità”, che attualmente scrive su “Il Fatto” e “Il Garantista”, Fulvio Abbate: un noto anticomunista e nemico del PMLI, ex UCI (m-l) – Servire il popolo, poi PCI e PD, che si autodefinisce anarchico e “libertario assoluto”, e che tanto per descrivere il tipo basti citare il suo buffonesco show con tanto di mani nei capelli e contorcimenti sulla sedia a sentir nominare Stalin, e certe sue sentenze ridicole come “la sinistra ti deve far sognare” e “la sinistra ha il dovere poetico, immaginifico di mettere il gettone nell'Iphone” e altre scempiaggini del genere.
E infatti Greco, utilizzando sapientemente un filmato sui pranzi da mille euro di Renzi e un altro sulla caduta del muro di Berlino, e aizzando i battibecchi tra Rizzo, Ricci e Abbate, ha pilotato sapientemente lo show sulla contrapposizione tra futuro e passato della sinistra, e al momento giusto ha inserito il fugace e parziale servizio sul PMLI, opportunamente tagliato e adattato al suo scopo, annunciandolo in questo modo: “Se Ricci parla di futuro che deve immaginare la sinistra, io vi faccio vedere cos'è il passato che Rizzo ha bene in mente. Guardatevi questo Goodbye Lenin che abbiamo girato in questi giorni in Toscana”.
Del lungo e articolato servizio che era stato fatto nella nostra Sede (durato oltre due ore e mezza tra preparazione, riprese e interviste) non c'erano che una carrellata sulle immagini dei Maestri, accompagnata dalla canzone riformista degli Inti Illimani “El pueblo unido” che non c'entrava un bel nulla, appena due frammenti della lunga intervista a Pasca (durata 25 minuti), e solo tre pezzetti degli interventi finali dei presenti. Al termine del quale Rizzo ha potuto attaccarci in tutta comodità, commentando: “Avete fatto il filmato migliore che potevate usare, ma è logico, voi dovete rappresentare... quelli lì... sono di fatto una piccola setta”. Dopodiché ne ha approfittato per farsi pubblicità e per attaccarci di nuovo dicendo “venite a sentire cosa diciamo domani al Centro congressi Frentani a Roma, a vedere i giovani, venite a vedere i giovani, non gli ammaestrati da... che avete fatto vedere voi”. Subito accontentato da TG5, “Il Giornale”, “Libero” e “Il Fatto quotidiano”.
Un generale senza truppe e senza credibilità
Rizzo ha avuto gioco facile a liquidarci con due battute spocchiose solo perché non c'era nessuno a rispondergli, dato che si erano guardati bene dall'invitare anche noi. E Greco ha giocato sporco, facendoci passare per le truppe di Rizzo: cosa c'entrava infatti usare noi per mostrare “il passato che Rizzo ha bene in mente”? Perché ha intervistato il PMLI invece delle stesse truppe di Rizzo? Perché semplicemente le sue truppe non esistono, lui è un generale senza truppe, il suo sedicente partito comunista è assente dalle piazze e dalle lotte, appare solo in occasione di eventi fasulli come quello da lui accortamente pubblicizzato, che vivono solo grazie alla partecipazione e la sponsorizzazione di certi partiti revisionisti e certi governi esteri con cui è in stretti rapporti.
Ecco perché Rai 3 ha offerto una tribuna senza possibilità di contraddittorio solo al falso e innocuo “comunista” Rizzo, un sedicente marxista-leninista che è stato parlamentare italiano e europeo, e che incassa mensilmente un vitalizio di 4.500 euro netti, pagato dai contribuenti italiani, ha praticato tutte le forme del trotzkismo, del revisionismo e del riformismo, prima di approdare improvvisamente al marxismo-leninismo: da Lotta Continua al PCI revisionista, in cui ricoprì diversi incarichi dirigenti fino al suo scioglimento nel 1991, da Rifondazione trotzkista al PdCI di Cossutta e Diliberto, nato nel 1998 da una scissione a destra del PRC per salvare il governo Prodi.
Un trotzkista senza un briciolo di credibilità, che fino a ieri stava con Cossutta e con i revisionisti sovietici brezneviani e tutto ad un tratto riscopre Lenin e Stalin (ma non Mao, e non per caso), e però li mette accanto a Gramsci, Secchia e perfino Togliatti, come padri ispiratori del suo fasullo “partito comunista rifondato”. Un partito in realtà neorevisionista, che nel suo programma si propone come orizzonte non il socialismo e la dittatura del proletariato, che non vengono neanche menzionati, ma la riforma del capitalismo, anche per via elettorale e parlamentare. O meglio si contenta, come recita il suo Statuto, di “attuare ed ampliare i diritti e le libertà propugnati dalla Costituzione repubblicana e antifascista, che viene considerata come punto di partenza del nostro programma politico”. Cioè per attuare la Costituzione borghese che sancisce questo Stato capitalistico e le sue leggi di classe.
Rizzo è un parassita e un imbroglione revisionista che ha individuato lo spazio politico che si apre sempre più ai marxisti-leninisti e ci si è infilato dentro per riciclarsi e rifarsi un futuro e per attuare una sporca e insidiosa operazione politica e organizzativa che ha lo scopo di continuare a tenere sotto controllo i sinceri comunisti e impedirgli di unirsi al PMLI, e al contempo imbrigliare il proletariato all'interno del capitalismo. La differenza tra lui e gli autentici marxisti-leninisti è la stessa che passa tra un albero e un fungo malefico.
Il metodo del silenzio e della calunnia
Poteva essere un'occasione storica per rompere il ferreo black out mediatico contro il PMLI che dura da 37 anni, per far conoscere gli autentici marxisti-leninisti alle larghe masse: bastava trasmettere una congrua e onesta selezione del materiale girato, o almeno invitare anche un dirigente del nostro Partito per poter far valere le nostre posizioni. Se ci avessero invitato e fatto parlare avremmo spiegato che cosa difendeva quel muro, non il socialismo di Lenin e Stalin ma il revisionismo, quello stesso che alla fine della sua parabola degenerativa ha prodotto i Renzi e i Rizzo, due facce della stessa medaglia anticomunista. Non a caso Rizzo ci accusa di essere una “setta” e degli “ammaestrati”, ma anche il Partito di Lenin veniva accusato dai menscevichi, i revisionisti russi di allora, di essere la “setta personale di Lenin”.
Invece l'intervista si è rivelata essere un bluff e ancora una volta al PMLI è stato riservato il trattamento maligno di sempre, che alterna il silenzio assoluto, che è il caso più frequente, alla denigrazione e alla calunnia, come nel presente caso. Tuttavia quelle poche immagini e frasi che il pubblico ha potuto vedere e sentire, in particolare la dichiarazione di Pasca sulle nostre camicie rosse in contrapposizione alla camicia bianca di Renzi e che “La rivoluzione del proletariato è il futuro dell'umanità. Il rosso e il socialismo torneranno di moda”, nonché le parole delle compagne e dei compagni presenti sulla falce e martello e il socialismo, sono una bomba anticapitalista, antigovernativa e antirevisionista. Esse siano di incoraggiamento e di sprone a tutti noi per migliorare il nostro lavoro, in particolare sul fronte giornalistico, contro il capitalismo e il nuovo Berlusconi e per smascherare tutti gli imbroglioni e falsi comunisti alla Rizzo.
12 novembre 2014