Vimercate (Monza e Brianza)
Renzi bersagliato dalle uova degli operai Alcatel
Il nuovo Berlusconi: “Mi tirano le uova? Sono pronto a fare le crepes”
“Che Renzi venga qui a parlarci. Ha paura di 300 lavoratori?”. Questo hanno urlato a gran voce gli operai dell'Alcatel di Vimercate (Monza e Brianza) in presidio davanti alla nuova sede dell'Alcatel Lucent, alla cui inaugurazione, l'8 novembre, ha presenziato il nuovo Berlusconi Renzi. Lo hanno atteso per oltre due ore sotto la pioggia. Tenuti a distanza da un robusto cordone di polizia e carabinieri, hanno tenuto ben alte le bandiere sindacali, gli striscioni e i cartelli, tra cui, riferendosi alle antipopolari proposte contenute nel Jobs Act del presidente del consiglio: “Parla ai padroni, serve il Capitale”, ”Renzi assassino di lavoro e futuro”, “Renzi, regali ai padroni, ai lavoratori, precari e pensionati lasci il pacco”, “Rottami il giovane operaio, studente, stringi la mano alla peggio gente”, “Basta precarietà, basta flessibilità. Abbiamo una dignità”. Gli operai hanno bersagliato al loro arrivo le auto blu del corteo presidenziale col lancio di uova. Renzi però, codardamente, ha pensato bene di dribblare la contestazione, entrando da una porta laterale.
Il presidente del consiglio ha partecipato all’inaugurazione dei nuovi uffici dell’Alcatel-Lucent, che produce hardware e software per le telecomunicazioni, progettati per 700 addetti quando nella vecchia sede erano 2.300.
“Non c’è nulla da festeggiare – urla un manifestante – stanno aprendo questo stabilimento, mentre licenziano metà dei dipendenti”. I lavoratori protestavano, con la presenza di tutte le sigle sindacali Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Usb, contro i circa 586 esuberi di operai previsti entro il 2015, che si aggiungono ai 103 del piano precedente dal nuovo piano industriale avviato dalla società.
Al presidio era esposto persino lo striscione della Flai-Cgil “Lavoro, diritti, dignità”. ed erano presenti anche lavoratori di altre aziende. Diverse infatti sono le realtà aziendali che hanno avviato piani di ristrutturazione, tra cui Ibm, Bames, Sem ex Celestica, Micron, Compel, Linkra, Nokia e Italtel, con oltre 2.000 posti a rischio. Renzi, messo con le spalle al muro dalla clamorosa protesta unitaria, ha dovuto concedere un incontro, durante il quale, tuttavia, non è entrato nei temi che stanno a cuore ai lavoratori e si è trattenuto poco più di 10 minuti, andandosene con la sua solita aria arrogante e strafottente nei confronti delle sofferenze delle masse lavoratrici e popolari italiane. Poi, con sprezzo degno dei suoi maestri, Mussolini, Berlusconi e Craxi, durante l'assemblea dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni d'Italia), tenutasi qualche ora dopo, ha sarcasticamente affermato: “Mi tirano le uova? Sono pronto a fare le crepes”.
Fa il sarcastico, ma ha paura della protesta che sta montando il tutta Italia. Ovunque si rechi ormai il Berlusconi democrisitano raccoglie contestazioni. Bene! Che gli operai e i lavoratori gli sturino le orecchie in ogni occasione possibile in risposta agli attacchi che egli sta sferrando alla classe operaia e alle masse popolari.
Che si sveglino anche i vertici dei sindacati confederali, trattati a pesci in faccia e a calci nel sedere da Renzi, raccogliendo la richiesta di lotta venuta dalle piazze del 25 ottobre e dell'8 novembre e proclamino unitariamente insieme ai “sindacati di base” uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi.
12 novembre 2014