Frontiere dell'Ue imperialista blindate
Triton per bloccare l'immigrazione
Dall’1 novembre, assieme all’insediamento della nuova Commissione europea guidata dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, è partita l’operazione Triton gestita direttamente da Frontex, l'Agenzia comunitaria per il controllo delle frontiere, il cui compito è quello di bloccare l’immigrazione nel Mediterraneo; prende ufficialmente il posto di “Mare Nostrum”, la missione avviata dopo la strage di Lampedusa un anno fa, nel tentativo di blindare le frontiere dell’Unione europea imperialista. Il “muro” di Triton è eretto nelle acque territoriali europee, a 30 miglia dalle coste.
L’operazione Triton è finanziata dal bilancio comunitario con quasi 3 milioni di euro al mese ed è stata sottoscritta da 20 pesi ma quelli che parteciperanno attivamente sono 9; oltre all’Italia ci sono Francia, Spagna, Finlandia, Portogallo, Olanda, Lituania, Malta e l’ Islanda che non fa parte della Ue. I mezzi messi a disposizione a rotazione sono al momento 6 navi, 2 aerei e un elicottero.
La prova generale di come funzionerà Triton si può considerare la grande operazione di “caccia ai clandestini” che ha avuto luogo nel Mediterraneo dal 13 al 26 ottobre scorsi, battezzata Mos Majorum dalla presidenza italiana del Consiglio Ue, il cui obiettivo era respingere gli arrivi, non soccorrere i disperati che tentavano la traversata.
E ci sono anche paesi della Ue che hanno considerato Triton ancora troppo permissiva, paesi che non hanno aderito all’operazione come la Gran Bretagna che già definiva “Mare Nostrum” una mano tesa verso l’immigrazione clandestina, un “non intenzionale fattore d’attrazione che incoraggia più migranti a tentare la pericolosa traversata, con conseguenti tragiche e ulteriori morti”, come aveva dichiarato la sottosegretaria del governo conservatore britannico Joyce Anelay. Il che è come dire che per ridurre il numero delle vittime degli incidenti stradali occorre eliminare il servizio di ambulanze.
12 novembre 2014