In bilico 1.634 posti di lavoro alla compagnia aerea dell'Aga Khan
Meridiana vuol gettare sul lastrico migliaia di lavoratori
Devono intervenire il governo e la regione
I lavoratori in prima fila alle manifestazioni nazionali
Era da poco terminato uno dei tanti incontri al Ministero del Lavoro con Poletti e Lupi (ministro delle infrastrutture) sulla vertenza Meridiana quando la compagnia aerea rilasciava un comunicato in cui annunciava l'intenzione di licenziare 1634 lavoratori, i 4/5 del totale. Quindi riavviava la procedura di mobilità dopo averla sospesa, sostituita dalla Cigs a rotazione della durata di 4 anni, oramai giunta a termine. Un gravissimo colpo per i lavoratori e le masse sopratutto sarde, già colpite duramente dagli effetti della crisi capitalistica che ha messo in ginocchio l'economia dell'isola.
Difatti la compagnia ha la sua base operativa ad Olbia ed è la seconda realtà occupazionale della regione. Meridiana è la discendente di Alisarda, fondata negli anni 60 dall'Aga Khan per sfruttare al meglio il turismo di lusso in Costa Smeralda, già in mano al magnate anglo-iraniano. In seguito è cresciuta fino ad essere la seconda compagnia aerea nazionale dopo Alitalia, con voli in tutta Italia e anche internazionali, e diventando di fatto il vettore principale della Sardegna. Oggi Meridiana, intesa come compagnia aerea e hangar, ha 2.101 dipendenti, di cui 1.236 in Sardegna (pari al 58%). Nell’Isola, ha 10 aerei.
Il primo piano presentato dall'azienda prevedeva 1634 esuberi, di cui 813 in Sardegna (pari al 49% dei licenziamenti totali). Olbia accusa le perdite maggiori: via 51 piloti su 67, 190 assistenti di volo su 222, 238 amministrativi su 407, 156 tecnici dell’hangar su 359. Un organico che passa da 696 dipendenti a 479, con una riduzione del 70%. E due soli aerei in servizio. Cagliari, peggio ancora: 100% di licenziamenti. Il piano taglia 39 piloti, 139 assistenti di volo, 3 di terra e, ovviamente, non lascia alcun aereo.
Dopo alcuni giorni di trattativa Meridiana si è impegnata a “salvare” altri 278 dipendenti, alla fine comunque verrebbero sbattuti sul lastrico ben 1.356 lavoratori con relative famiglie. Entrambe le proposte sono state giudicate irricevibili dai sindacati che invece pretendono dall’AD Roberto Scaramella: nessun licenziamento, altri due anni di cassa per avviare un piano di rilancio vero, l’unificazione con Air Italy, la lista unica del personale. In cambio, hanno detto di essere pronti a ridursi (ancora) lo stipendio.
L'unificazione con Air Italy viene richiesta con forza perché questa società ha come proprietà lo stesso soggetto, il fondo Akfed che fa capo a Karīm al-Husaynī, meglio noto come Aga Khan, proprietario anche dell'aeroporto di Olbia e di tante altre attività in Italia, in particolare in Sardegna. Ma le due società non sono mai state fuse e Air Italy viene utilizzata al posto della società principale a costi minori e probabilmente verrà usata per travasarvi almeno una parte di lavoratori Meridiana. Il tutto naturalmente usando contratti peggiorativi che prevedono una maggior sfruttamento dei lavoratori e una paga minore.
Si tratta quindi di una lunga vertenza che i lavoratori non vogliono chiudere sacrificando i loro stipendi, se riassunti in Air Italy nella migliore delle ipotesi, né tanto meno il loro posto di lavoro con un più probabile licenziamento. Con il loro simbolo, le magliette rosse, hanno accerchiato più di una volta i ministeri del lavoro, dei trasporti e la Leopolda di Renzi, hanno partecipato in prima fila alle manifestazioni nazionali come quella della Cgil il 31 ottobre e lo sciopero generale indetto dall'Usb il 24 ottobre.
Due lavoratori per protesta sono saliti da 25 giorni in isolamento sulla torre faro dell'Aeroporto Costa Smeralda di Olbia. Una delegazione è stata ricevuta da papa Bergoglio che gli ha espresso solidarietà. La vertenza non si sblocca e i lavoratori hanno in mente una grande manifestazione in Sardegna, che raccoglierà le vertenze di tutta l'isola. E un'altra che porterà tutti i lavoratori sino a Parigi, a casa del principe Aga Khan.
A questo punto non va perso tempo. L'Aga Khan, attraverso il suo uomo Scaramella, non sembra intenzionato a recedere dai licenziamenti. Oltre alla lotta dei lavoratori, che sicuramente continuerà, occorre l'intervento di Governo e Regione. Il prolungamento della mobilità grazie alle regole speciali vigenti nei trasporti non salverà i posti di lavoro. Meridiana, pur essendo privata, ha sempre goduto di ampio sostegno statale, con facilitazioni sia sull'utilizzo delle rotte che sulle infrastrutture a terra.
La regione Sardegna poi, grazie al suo statuto speciale ha ampie possibilità d'intervento, mentre invece il governatore PD piange lacrime di coccodrillo ma dice di avere le mani legate. Ricordiamo a Pigliaru che nello statuto speciale, l'articolo 4, recita che la regione può intervenire per “espropriazione per pubblica utilità....linee marittime ed aeree di cabotaggio fra i porti e gli scali della Regione”. Quindi se si vuole salvare l'occupazione di migliaia di persone ci sono ampie possibilità d'intervento, e vanno messe tutte in campo per piegare l'arroganza padronale dell'Aga Khan.
12 novembre 2014