Napolitano nomina giudice costituzionale Zanon, uomo di Berlusconi
Dopo aver allungato le mani sul CSM con la recente nomina del renziano ex sottosegretario all'economia Giovanni Legnini eletto vicepresidente dell'organo di autogoverno dei giudici, il nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano e il Berlusconi democristiano Renzi vogliono assoggettare anche la Corte Costituzionale.
Spazientito dallo stallo parlamentare causato dai veti contrapposti di PD e FI che da oltre cinque mesi non riescono a mettersi d'accordo sui nomi dei due candidati di nomina parlamentare da eleggere, il 17 ottobre, con venti giorni di anticipo sulla scadenza naturale, Napolitano ha dato fondo a tutto il piglio presidenzialista e ha proceduto autonomamente alla designazione dei due componenti di nomina quirinalizia presso la Consulta.
La scelta è caduta su Daria De Pretis, ordinario di diritto amministrativo all’Università di Trento, e su Nicolò Zanon, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Milano. Il decreto di nomina presidenziale è stato subito controfirmato dal premier Matteo Renzi che, con “grande soddisfazione” ha commentato: “Molto bene la decisione del presidente Napolitano, sono scelte di ottima qualità. Adesso il Parlamento non ha più alibi, si deve chiudere”.
Dal 9 novembre prossimo De Pretis e Zanon sostituiranno Sabino Cassese e Giuseppe Tesauro giunti al termine naturale del loro mandato novennale conferitogli da Ciampi il 4 novembre del 2005.
Napolitano ha comunicato la nomina ai presidenti di Camera e Senato e allo stesso presidente della Corte Costituzionale, Tesauro, auspicando che le sue nomine “possano essere rapidamente seguite dall’elezione dei due giudici costituzionali di nomina parlamentare, per la quale si sono già tenacemente impegnati i presidenti delle due Camere”.
In realtà basta leggere i curricula di Zanon e De Pretis per rendersi conto che si tratta di due nomine che rientrano a pieno titolo nel famigerato patto del Nazareno e segnano una vittoria piena per il neoduce Berlusconi e il suo successore democristiano Renzi. Infatti la De Pretis, oltre ad essere esperta di diritto amministrativo, è anche la moglie di Giovanni Kessler, ex deputato dei Ds, ex alto commissario per la lotta alla contraffazione e attualmente direttore dell’ufficio europeo antifrode. Mentre Zanon, ex menbro laico del Csm, è da sempre un uomo di Berlusconi e si è più volte schierato al fianco del neoduce di Arcore sui temi della giustizia e da Berlusconi è stato anche lautamente retribuito con 25 mila euro per una consulenza.
Zanon è stato tra l’altro consulente retribuito da Silvio Berlusconi. Lo scoprì il Corriere della Sera
nel 2011 nel pieno della bufera del bunga bunga. Tra le somme in uscita dai conti di Berlusconi elargite a escort e olgettine spuntò fuori anche un accredito di quasi 25mila euro pagati al costituzionalista “per un parere pro-veritate chiestogli da uno dei legali del Cavaliere sull’eventualità che le dichiarazioni del premier a Santa Margherita, per le quali Berlusconi era stato denunciato dal gruppo l’Espresso
del magnate Carlo De Benedetti, potessero essere coperte dall’insindacabilità delle opinioni espresse nell’esercizio del mandato del parlamentare-Berlusconi”.
Zanon è stato anche un fervido sostenitore delle barricate dei parlamentari di centrodestra che si battevano “per la libertà” e cioè contro la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi in forza della legge Severino. Firmò, insieme ai colleghi Beniamino Caravita e Giuseppe De Vergottini, un parere “pro veritate” per rinviare le norme “indiziate” di incostituzionalità alla Consulta, di cui ora è chiamato a far parte.
Non solo. Zanon ha ripetutamente difeso alcune delle leggi berlusconiane ad personam
che la Corte costituzionale ha poi bocciato a cominciare dal lodo Alfano, quello per il quale eventuali processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato dovevano essere sospesi. Fu approvata nel 2008, cominciarono i vari appelli per la sua abolizione e Zanon decise di schierarsi dall’altra parte: “Crediamo – scrissero lui e altri 35 costituzionalisti – che siano aprioristiche e perciò dannose posizioni oltranziste nei confronti di misure come il cosiddetto ‘Lodo Alfano’, che si sforzano di bilanciare ragionevolmente i diversi interessi in gioco in quel conflitto tra politica e giustizia che dura da ormai troppi anni e al nostro Paese è costato la perdita di innumerevoli opportunità di crescita e sviluppo”.
A suo tempo Zanon si schierò anche a favore del Porcellum perché, a suo dire, non era necessario buttare via tutto, bastava correggere qualche difetto per garantire il bipolarismo.
Zanon è tanto garantista con Berlusconi quanto severo coi suoi colleghi magistrati: In un’intervista a Tempi
sulla responsabilità civile affermò: “Se in 25 anni hanno condannato solo 4 magistrati su 406 cause è per una clausola di salvaguardia sull’interpretazione del diritto che copre i giudici. Cambiamola”. Da membro del Csm, in diverse occasioni in cui il Csm si è riunito per procedure “a tutela” di magistrati attaccati da Berlusconi, lui si è sempre astenuto. Per esempio sulla pratica a tutela di Fabio De Pasquale, Pm del processo Mediaset (nel quale Berlusconi è stato condannato definitivamente) ma in quel caso accusa nel caso Mills. De Pasquale era stato definito dall’ex Cavaliere “famigerato“. Ci vollero due riunioni per l’ok alla relazione perché su indicazione di PDL e Lega i membri laici di “area” lasciarono i lavori e fecero mancare il numero legale.
Zanon fu anche tra coloro che chiesero di aprire una pratica nei confronti di Antonio Esposito, il presidente del collegio della Corte di cassazione che parlò con un giornalista del Mattino dopo aver pronunciato il dispositivo della condanna definitiva nei confronti di Berlusconi.
Esperto di questioni relative alla posizione costituzionale dei parlamentari e della loro tradizionale libertà da vincoli di mandato ma anche di problemi attinenti al diritto regionale, alla giustizia costituzionale e alla tutela dei diritti fondamentali nell’ordinamento italiano e in ordinamenti stranieri e delle questioni concernenti il ruolo e i poteri della magistratura nel nostro sistema costituzionale, Zanon è entrato anche nelle grazie del Quirinale di pari passo con gli sviluppi del processo sulla trattativa Stato-mafia che ha investito in pieno anche il Quirinale e Napolitano chiamato a testimoniare dai giudici di Palermo. Infatti Napolitano aveva già scelto Zanon una volta, quando indicò la “commissione dei saggi” che, col governo Letta, avrebbe dovuto elaborare le controriforme istituzionali che il Quirinale fortissimamente vuole da anni. La commissione di saggi comprendeva anche Valerio Onida, Gaetano Quagliariello, Stefano Ceccanti e Luciano Violante.
Zanon inoltre è promotore di Italiadecide, associazione “di ricerca per la qualità delle politiche pubbliche” di fanno parte fra gli altri anche Giuliano Amato, Alessandro Campi, Vincenzo Cerulli Irelli, Paolo De Ioanna, Gianni Letta, Massimo Luciani, Domenico Marchetta, Pier Carlo Padoan, Angelo Maria Petroni, Giulio Tremonti e anche Luciano Violante.
Zanon ha fatto parte anche del gruppo di lavoro per la riforma dello statuto regionale della Lombardia ed è stato consulente della Commissione parlamentare per le riforme regionali. E’ membro del board “riforme e garanzie” della Fondazione Magna Carta, il cui presidente è Gaetano Quagliariello. In passato ha scritto editoriali per il Sole 24 ore
e Il Giornale
e attualmente collabora con Libero.
12 novembre 2014