Schiavismo del terzo millennio in provincia di Varese
Stipati nel dormitorio lager lavoratori immigrati dal Meridione

 
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI
Sembra, a raccontarla, una storia di cinquant'anni fa, quando per la povertà che attagliava il martoriato Sud Italia milioni di uomini donne e anche di bambini lasciavano il proprio paese, la propria terra, per cercare migliore fortuna nelle grandi fabbriche del Nord. Un miraggio quello del benessere economico che all'atto pratico si tramutava in bestiale sfruttamento nelle fabbriche da parte dei capitalisti e di baracche fatiscenti alla quale facevano ritorno la sera i lavoratori stremati dopo 8-10-12 ore di duro lavoro.
Quella che raccontiamo è invece storia dei giorni nostri, e che nulla ha da invidiare a quella descritta. E' di pochi giorni fa la notizia, che a Germignaga in provincia di Varese sono stati trovati nascosti, stipati come schiavi in un capannone industriale, 12 operai italiani e tre romeni (tra cui una donna assoldata per tenere “puliti i locali”), un polacco e uno svizzero. Ogni mattina partivano in direzione Svizzera "per lavorare, per sopravvivere alla crisi economica". Mesi di questa vita, avanti e indietro dal confine. Fino ad una notte, quando gli acquazzoni violentissimi che si sono abbattuti su buona parte del Nord Italia hanno portato i vigili del fuoco nel vecchio magazzino per un'operazione di messa in sicurezza. Entrati nella struttura, i pompieri hanno trovato gli operai: erano fermi tra i mobili di fortuna, costruiti con scarti e detriti, vecchie brandine e i vestiti accatastati, mentre l'acqua aveva già invaso i locali arrivando fino a un metro di altezza, ma gli operai non avendo altro posto dove andare sono rimasti lì dentro, al freddo, mentre l’acqua saliva, senza chiedere aiuto a nessuno nonostante il rischio di annegare e quello di rimanere folgorati per il contatto dell’acqua con l’impianto elettrico, fatiscente. I lavoratori italiani, tutti della Basilicata, erano stati reclutati da Vincenzo Perretta, un imprenditore lucano con uno stabilimento in Svizzera. Una volta giunto a Germignaga l'uomo ha affittato il capannone da un'agenzia della zona e lo ha offerto come alloggio alla manovalanza.
Gli operai occupavano da mesi il magazzino e non sono arrivati tutti insieme ma a scaglioni, forse a seconda della disponibilità di lavoro.
La disperazione e le misere condizioni di vita a cui sono stati sottoposti questi lavoratori sono solo la punta di un iceberg delle miserie materiali e sociali a cui le masse proletarie e popolari sono condannate dal governo del Berlusconi democristiano Renzi la cui politica è tutta improntata a distruggere i diritti dei lavoratori e far arricchire la classe dominante borghese che egli rappresenta.
Il PMLI denuncia questo gravissimo fatto come l'ennesima riprova che il sistema economico e sociale capitalista nel quale ci costringono a vivere non potrà mai offrire ai lavoratori e alle masse popolari un lavoro stabile e una vita dignitosa che al contrario il socialismo può realizzare.

19 novembre 2014