Alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna e della Calabria.
Crollo storico dell’affluenza. Sfiduciato il governo Renzi
Diserzione dalle urne: 62,3% in Emilia-Romagna, 55,9% in Calabria. Delegittimati i nuovi governatori e i partiti in lista. Il PD mantiene la sua roccaforte e riconquista la Calabria. Tsipras non riesce a intercettare gli elettori in uscita a sinistra del PD. Lega nord in ascesa, flop di Forza Italia e del M5S
Lavoriamo per qualificare l’astensionismo come un voto dato al PMLI e al socialismo
Crollo storico dell’affluenza alle urne alle elezioni regionali che si sono svolte in Emilia-Romagna e Calabria domenica 23 novembre 2014. Mai l’affluenza alle urne era scesa fin qui sotto la soglia del 68%. Invece, nelle due regioni, dove complessivamente erano chiamati alle urne oltre 5 milioni di elettrici ed elettori, l’affluenza è calata addirittura al 40%.
Una vera e propria doccia fredda per il governo del Berlusconi democristiano Renzi che è stato sonoramente sfiduciato dall’elettorato. Anche se Renzi, con la sua impareggiabile arroganza mussoliniana, si fa beffa della volontà popolare e sostiene ad urne chiuse che l’affluenza è solo “un elemento secondario”. La verità è che egli sperava in un risultato assai diverso dopo l’ubriacatura delle recenti elezioni europee che lo vedevano col vento in poppa anche sul piano elettorale. Al contrario il suo partito arretra pesantemente perdendo per strada nella sua roccaforte oltre 700 mila voti in pochi mesi. E’ il segno della crescente frattura fra Renzi e l’elettorato del PD, soprattutto quello di sinistra, che segue la frattura con i suoi militanti. Una frattura al momento solo parzialmente compensata dai consensi che il premier riscuote nel “centro-destra”.
Astensionismo da record
In Emilia-Romagna la diserzione dalle urne si attesta al 62,3% del corpo elettorale, toccando il livello massimo mai raggiunto in tutte le regioni italiane chiamate alle urne negli ultimi anni. E’ un dato addirittura più alto di quello registrato in Calabria dove si attesta alla più che ragguardevole percentuale del 55,9%.
L’Emilia-Romagna strappa il record conquistato dalla Sardegna solo pochi mesi fa sempre alle elezioni regionali dove si erano recati alle urne solo il 40,9% degli elettori.
Il risultato in Emilia-Romagna è particolarmente significativo giacché sin dal dopoguerra questa regione è sempre stata ai primi posti nella graduatoria della partecipazione alle urne grazie al sottogoverno e soprattutto al rapporto di cieca fiducia e sostegno incondizionato della maggioranza dell’elettorato prima col PCI revisionista e poi col PD e il “centro-sinistra” in genere.
Oggi questo rapporto di fiducia si è spezzato definitivamente e l’elettorato di sinistra in modo massiccio si è sentito libero di abbracciare l’astensionismo (diserzione dalle urne, voto annullato o lasciato in bianco).
Rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2010, in Emilia-Romagna la diserzione raddoppia passando dal 31,9% al 62,3%. In Calabria dove la diserzione dalle urne è ben più antica e radicata, l’incremento è del 15,2% passando dal 40,7% al 55,9% attuale.
Per quanto riguarda la Calabria occorre premettere che tutti i risultati non sono completi dal momento che ancora mentre scriviamo ci sono due sezioni su 2.409 da scrutinare. Due sezioni che comunque non sono in grado di modificare di una virgola i risultati complessivi.
Il risultato dell’astensionismo è omogeneo in tutte le province anche se incrementi maggiori si registrano a Reggio Emilia (+34%), Forlì-Cesena (+31,8%) e a Modena (+31,1%). In Calabria la diserzione dalle urne sfiora il 60% a Crotone (59,2%) e Vibo Valentia (58,1%).
Astensionismo e elettorato di sinistra
Si tratta di risultati da capogiro. Gli astenuti non solo sono saldamente il primo “partito” in entrambe le regioni, ma superano di gran lunga il totale dei voti validi messi insieme dai partiti in lizza in Calabria; quasi li doppia in Emilia-Romagna.
Il peso degli astenuti in Emilia-Romagna (2.205.144 elettori) risulta ben 4 volte maggiore rispetto ai voti del PD che si ferma 535.109 voti. In Calabria, gli astenuti sono 1.100.518, con un peso ben 6 volte maggiore rispetto ai voti del PD (185.097).
E’ peraltro la componente della diserzione dalle urne, - ossia la scelta più palese, coraggiosa e decisa – a crescere massicciamente, mentre i voti nulli e le schede lasciate in bianco sono in calo. In Emilia-Romagna le bianche sono diminuite da 20.173 a 15.327 voti; le nulle da 37.175 a 34.145 voti. In Calabria ancora i dati su nulle e bianche non sono stati conteggiati.
Una così massiccia avanzata dell’astensionismo non può che essere alimentata dalla perdita di consensi da parte di tutti i partiti della destra come della “sinistra” del regime. Ma già secondo i primi studi sui flussi elettorali, come quello dell’Istituto Cattaneo sul voto a Parma, risulta che il balzo dell’astensionismo è dovuto sostanzialmente all’apporto dell’elettorato di sinistra che alle elezioni europee, le più recenti, aveva votato PD, Movimento 5 stelle (M5S), Sel o Lista Tsipras.
L’Istituto Cattaneo calcola che il 69% degli elettori parmensi che avevano votato il M5S alle elezioni europee hanno deciso di astenersi nella presente consultazione. Poco meno della metà degli elettori del PD alle europee avrebbe oggi scelto di astenersi.
Le elettrici e gli elettori usano sempre più consapevolmente l'astensionismo come un voto vero e proprio. Un voto con cui dichiarano la loro estraneità e il loro rifiuto dei partiti della destra e della “sinistra” borghese, dei loro candidati e amministratori, delle istituzioni borghesi sempre più corrotte e oppressive.
L’elettorato è sempre più mobile. Non esistono più “zoccoli duri”, cieca fiducia, cambiali in bianco.
L’elettorato ha voluto punire con l’astensionismo innanzitutto gli amministratori locali letteralmente travolti dagli scandali e dalle condanne penali tanto da condurre alle dimissioni del governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (PD) e alla sospensione del governatore della Calabria, il fascista mal-ripulito Giuseppe Scopelliti (Forza Italia) e alle conseguenti elezioni anticipate.
Il voto ai neogovernatori e ai partiti che li sostengono
I neo governatori e i partiti che li sostengono o si siederanno in consiglio regionale risultano già in partenza fortemente delegittimati dall’astensionismo.
Stefano Bonaccini (PD) è stato eletto governatore dell’Emilia-Romagna con 615.723 voti pari ad appena il 17,8% degli elettori che avevano diritto di voto. Il suo predecessore Errani di voti ne aveva presi 1.197.789 pari al 34,6%.
In Calabria, riconquistata dal “centro-sinistra”, Mario Gerardo Oliverio (PD) di voti ne ha raccolti 489.558 pari al 25,8% degli elettori. Giuseppe Scopelliti era stato eletto governatore nel 2010 con 614.584 voti pari al 32,6%.
Il PD in Emilia-Romagna perde 322.504 voti rispetto alle regionali del 2010. Rispetto alle europee i voti persi sono addirittura 677.283, ossia quasi la metà dei consensi ricevuti in quella consultazione.
In Calabria, il PD all’apparenza guadagna 23.016 voti rispetto alle precedenti regionali. In realtà dal 2010 ad oggi sono sparite una marea di liste riconducibile al “centro-sinistra”. Rispetto alle più recenti elezioni europee invece perde quasi un terzo del suo elettorato, pari a 82.711 voti.
Il M5S ha fatto flop e appare sempre più incapace di intercettare la protesta politica soprattutto fra l’elettorato di sinistra. Rispetto alle europee ha perso due terzi dei propri consensi in Emilia-Romagna. Da 443.936 voti è passato agli attuali 159.456. Aumenta invece 30 mila voti rispetto alle precedenti elezioni regionali 2010, ma allora era solo agli esordi elettorali.
In Calabria il tracollo è ancora più vistoso perdendo addirittura i tre quarti dei consensi e passando da 160.828 voti nelle europee 2014 ai 38.231 attuali (-122.597 voti).
Molto ha fatto discutere la crescita della Lega Nord. In realtà, il dato più significativo è il nuovo equilibrio all’interno del “centro-destra” che si è realizzato in Emilia-Romagna con la perdita della leadership da parte di Forza Italia e il sorpasso della Lega Nord che doppia il suo storico alleato. In effetti la Lega Nord ha quasi raddoppiato i suoi consensi rispetto alle recenti europee (+117.045 voti), mentre Forza Italia è in caduta libera perdendo i due terzi dei propri consensi rispetto alle europee (-171.473 voti) e oltre l’80% dei voti del 2010, ossia 417.630 voti. Tuttavia, nonostante si sia avvantaggiata dal crollo di Forza Italia, la Lega rispetto alle precedenti elezioni regionali, dove ottenne il suo massimo storico in regione, ha perso un quarto del suo elettorato, pari a -55.162 voti.
Per quanto riguarda Forza Italia, registra un risultato fortemente negativo anche in Calabria dove perde 175.952 voti rispetto al 2010 e 50.698 voti rispetto alle europee 2014.
La Lista Tsipras presente con le liste L’Altra Emilia Romagna e L’Altra Calabria, non è riuscita a intercettare gli elettori in uscita a sinistra del PD. Rispetto alle elezioni europee dimezza in Emilia-Romagna i suoi consensi passando da 93.964 voti a 44.676 voti. Rispetto alle precedenti elezioni regionali, raffrontandola solo con i voti presi allora da PRC-PdCI, di voti ne perde circa 14 mila. In Calabria, Tsipras passa da 31.524 voti ottenuti alle europee agli attuali 10.043. Alle regionali 2010, PRC e PdCI di voti ne avevano ottenuti 41.520. Secondo le prime analisi, i voti persi dalla Lista Tsipras sono andati soprattutto all’astensionismo.
SEL riesce a malapena a mantenere i voti presi nel 2010.
Votare per il PMLI e il socialismo astenendosi
Le elettrici e gli elettori di sinistra usano già massicciamente l'arma dell'astensionismo in netto e aperto dissenso con i partiti della “sinistra” borghese e con i governi in carica. Di questo li ringraziamo di cuore. Occorre però che vadano oltre e superino definitivamente il piano riformista e costituzionale entro cui si muovono e abbandonino ogni illusioni parlamentarista e governista. Nelle condizioni del capitalismo e fermo restando lo Stato borghese è impossibile che i governi regionali come quelli comunali siano in mano al popolo e al suo servizio. Perché le regioni e le città siano governate dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo.
Noi marxisti-leninisti continueremo a lavorare per far maturare la coscienza fra le elettrici e gli elettori di sinistra di usare l'astensionismo come un voto dato al PMLI e al socialismo. Ci si può astenere per motivi diversi e i più disparati, tutti legittimi e efficaci. Ma l’astensionismo che fa più male e lascia il segno più profondo è quello espresso consapevolmente e apertamente come voto dato al PMLI e al socialismo. Perché è con questo voto che l’elettorato di sinistra si impegna a spendere le proprie preziose energie per l’avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale.
Nota alle tabelle
Il Bolscevico
è l’unico giornale che tradizionalmente pubblica accanto ai valori assoluti dei voti ottenuti da ciascun partito o lista e dall’astensionismo (diserzione dalle urne, scheda annullata o lasciata in bianco) le percentuali rapportate all’intero corpo elettorale e non semplicemente le percentuali sui soli voti validi che risultano, specie in presenza di un’astensione così alta, gonfiate e prive di effettivo valore.
Pubblichiamo qui le tabelle riferite alla diserzione dalle urne provincia per provincia e i risultati complessivi delle elezioni regionali anticipate che si sono tenute domenica 23 novembre in Emilia-Romagna e in Calabria.
In generale, i dati sono stati raffrontati sia alle precedenti elezioni regionali del 2010, sia alle ultime elezioni europee del 2014 che sono le più recenti.
I raffronti con le precedenti elezioni regionali e anche con le politiche sono a volte molto difficoltosi e possibili visto che alcuni partiti sono scomparsi, altri si sono frammentati o accorpati, altri sono nati dopo quella data. Quando non abbiamo potuto assegnare i voti espressi a liste presentatesi alle regionali precedenti e oggi non presenti, tali voti sono stati comunque segnalati a parte o accorpati negli “altri”.
In particolare, i voti ottenuti da Forza Italia sono stati raffrontati con quelli ottenuti dal PDL nel passato essendo comunque FI la componente principale di quel partito.
Il Nuovo centro destra-UDC è stato raffrontato solo con i voti ottenuti dall’UDC nel 2010.
Le liste che fanno capo alla Lista Tsipras, ossia L’Altra Emilia Romagna e L’Altra Calabria, sono state raffrontate con la lista L’Altra Europa alle europee 2014 e ai voti ottenuti da PRC-PdCI alle regionali 2010.
26 novembre 2014