Vertice dei paesi imperialisti a Brisbane, in Australia
Al G20 passa la linea dell'austerity della Merkel
Putin criticato e isolato sul caso Ucraina. Renzi difende il criticatissimo e squalificato Juncker, uomo della Merkel e amico delle multinazionali
Nel suo intervento al vertice dei paesi imperialisti che si è tenuto il 14 e 15 novembre a Brisbane, in Australia, il presidente americano Barack Obama ha sottolineato l'importanza per il gruppo del G20 di intervenire rapidamente con interventi che favoriscano la crescita economica ricordando che “in questi anni gli Usa hanno dato lavoro a più persone di tutte le economie sviluppate insieme. Ma non ci si può attendere che portino l'economia mondiale sulle loro spalle. Dunque il G20 ha la responsabilità di agire per stimolare la domanda, investire di più e creare posti di lavoro"; la ricetta per Obama sarebbe quella di investire sulla crescita. Ma fra i paesi imperialisti occidentali solo l'inglese David Cameron e l'italiano Matteo Renzi lo hanno appoggiato. La tedesca Angela Merkel ha alzato un muro per difendere la linea dell’austerity che ha imposto all’Unione europea e ha respinto l’offensiva.
Il dibattito sul tema, stando alle cronache del vertice, avrebbe assunto toni da scontro feroce quando la delegazione americana insisteva per inserire nella dichiarazione finale la frase “l'austerità non è la risposta” e quella tedesca lavorava con successo per eliminarla. Così il comunicato del G20 annunciava solo uno sforzo congiunto per accelerare la crescita, con il gruppo dei paesi capitalisti che rappresenta l'85% del pil mondiale che si impegnavano a incrementare entro il 2018 di almeno del 2% il rispettivo dato attuale. Attraverso gli investimenti in infrastrutture, nuove misure per la liberalizzazione degli scambi e nuove riforma strutturali. La solita ricetta che, promette l'intesa di Brisbane, porterebbe a un aumento “del pil mondiale di oltre 2.000 miliardi di dollari, creando milioni di nuovi posti di lavoro”.
Una promessa che abbiamo sentito ripetere numerose volte, prima e dopo la devastante crisi economica e che finora ha voluto solo dire una crescita dei profitti di un pugno di capitalisti e il dilagare della miseria fra le masse popolari, con una crescita accentuata dalla crisi del divario tra ricchi e poveri.
Gli investimenti infrastrutturali non verranno necessariamente dai bilanci pubblici, potranno anzi essere attivati con capitali privati e sostenuti dalle banche di sviluppo e dalle organizzazioni finanziarie internazionali. Anche su questa soluzione non c'è niente di nuovo; gli Stati che finora hanno scommesso sulla ripresa pompando soldi sui mercati come Usa e Giappone continueranno a farlo, gli altri, quelli come gli europei che hanno finora dovuto stringere i cordoni per rispettare i vincoli di bilancio voluti dalla Merkel continueranno a torchiare le masse popolari. I risultati fallimentari per i popoli di entrambe le ricette capitaliste sono sotto gli occhi di tutti e
l'uscita dalla crisi ancora per molti paesi è a livello di una chimera.
Pur trattandosi di un vertice economico, la prima giornata dei lavori del G20 è stata dedicata alle questioni politiche, prima fra tutti la crisi ucraina dove la tensione è tornata a livelli di guardi dopo l'invio di nuove truppe russe ai confini con le regioni secessioniste dell'Ucraina orientale. E Putin , finito all'angolo criticato e isolato, ha lasciato per primo il vertice disertando il pranzo finale.
Obama che ha contribuito con l'Unione europea a far scoppiare la crisi per sottrarre il controllo del paese alla Russia ha definito l'aggressione russa all'Ucraina “una minaccia per il mondo”. La cancelliera Merkel ha proposto nuove sanzioni verso Mosca, il governo di destra australiano ha protestato per l'esibizione di forza decisa dal Cremlino con le esercitazioni della marina militare russa a poca distanza dalle loro acque territoriali durante il vertice.
A Brisbane ha lavorato più dietro le quinte il presidente cinese Xi Jinping, dopo l'indubbio successo della gestione del vertice Apec a Pechino. Xi ha parlato anche a nome dei Brics per dire che gli equilibri mondiali sono cambiati e che “i paesi Brics devono attivamente partecipare alla cooperazione internazionale multilaterale e fare sentire la loro voce nella governance economica globale”. Nell'incontro con gli altri leader del gruppo dei paesi emergenti, il presidente russo Vladimir Putin, il premier indiano Narendra Modi, il presidente sudafricano Jacob Zuma e la presidente brasiliana Dilma Rousseff, Xi ha sottolineato che “i Brics devono rimanere impegnati ad intese a lungo termine per la cooperazione economica e a realizzare partnership economiche più strette, facilitando le relazioni dei mercati, l’integrazione finanziaria e la connessione delle infrastrutture”, solo così potrà agire “non solo come motore dell’economia globale ma anche come scudo della pace mondiale”. Con un ruolo quindi anche politico.
A Brisbane è finito nell'angolo anche il nuovo presidente della Commissione Ue, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che ha dovuto ingoiare nel documento finale una chiara condanna del tipo di esenzioni fiscali occulte offerte alle multinazionali da vari paesi fra i quali il Lussemburgo e proprio quando Juncker ne era premier e ministro delle Finanze. L'uomo che la Merkel ha piazzato alla guida della Commissione europea e amico delle multinazionali che è finito sotto inchiesta nel suo paese ha trovato in Australia un difensore inatteso nel presidente del consiglio italiano Renzi.
Dopo lo scambio di sciabolate delle settimane precedenti, quando Renzi aveva attaccato Junker quale rappresentante dei “tecnocrati” di Bruxelles che stavano valutando la manovra economica del suo governo, lo ha difeso in una breve intervista con Sky News
quando alla domanda se Juncker fosse un modello, rispondeva che la questione non gli interessava, forse “non è il mio, ma la cosa importante è che è un politico”, quindi non un tecnocrate, e che non si poteva “mettere in mettere in discussione uno che ha assunto un incarico da appena 21 giorni”. Anche se ha una storia passata e recente che lo ha reso criticatissimo e squalificato.
26 novembre 2014