Emergenza casa a Milano
Pisapia manda la polizia a sgomberare invece di assegnare le case pubbliche sfitte
Redazione di Milano
Non si placa l'emergenza casa a Milano.
Il 20 novembre scorso, in via Ricciarelli, zona S. Siro, la polizia è intervenuta per sgomberare un alloggio "occupato abusivamente". Mentre erano in corso le operazioni di sgombero, i comitati per la casa, al civico 24 della stessa via, hanno organizzato un presidio in favore degli sfrattati.
Nel pomeriggio si è tenuto un altro corteo anti-sgomberi per le vie di S. Siro, dove i manifestanti sono scesi in piazza per dire: "Basta sgomberi, sanatoria subito!".
Il 24 novembre un’altra giornata di tensione nelle strade del quartiere Giambellino, a seguito dello sgombero di una famiglia d’origine marocchina, che aveva occupato un alloggio popolare in via degli Apuli. Uova e sassi sono stati lanciati contro poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, mentre otto camionette erano posizionate davanti al caseggiato per scongiurare lo scontro fisico, che è stato inevitabile quando un centinaio di persone sono arrivate dopo un veloce tam tam. A dar battaglia anche numerosi residenti occupanti, che temono di essere i prossimi ad essere allontanati dal quartiere ora invaso da scritte contro l’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale (ALER). Dopo una decina di minuti di tafferugli, senza feriti, le “forze dell’ordine” hanno battuto in ritirata.
Il giorno dopo dalle 8.30 in via Tracia cinque camionette della polizia in assetto antisommossa hanno presidiato le operazioni di sgombero dei tecnici di ALER ai danni di una famiglia romena: genitori, nonna e tre figli. La notizia si è sparsa subito nel quartiere e nel giro di una mezz'ora un centinaio di manifestanti si sono radunati davanti alla palazzina per protestare. Ci sono stati attimi di tensione per via di un contatto tra “forze dell'ordine” e abitanti del quartiere, che hanno lanciato alcuni oggetti e bloccato dei mezzi che dovevano portare via le scatole degli occupanti, poi la ritirata di polizia e tecnici e il praticamente immediato rientro della famiglia dentro l'abitazione. Come da prassi, i tecnici di ALER prima di andare via hanno vandalicamente spaccato i sanitari dei bagni: con i servizi non agibili, in teoria, le case non vengono rioccupate. Anche se i fatti, da anni, dimostrano il contrario. L'operazione di lastratura della porta non era stata invece ultimata. Gli attivisti del centro sociale Cantiere e gli altri abitanti accorsi hanno aiutato la famiglia a riportare nell'appartamento i propri oggetti.
Secondo la famiglia che occupa abusivamente la casa, i poliziotti durante lo sgombero hanno legato le mani di due dei tre figli, entrambi adolescenti, con alcune fascette di plastica.
Com'era prevedibile, quindi, la politica della “tolleranza zero” e del pugno di ferro predisposta dalla giunta arancione del neopodestà Pisapia e dal ministro di polizia, l'NCD Angelino Alfano, sta suscitando la rivolta delle masse indigenti costrette, dalla crisi capitalistica e dal “libero mercato” degli affitti, ad occupare quegli alloggi che dovrebbero spettargli di diritto ad un canone d’affitto proporzionato alle loro reali disponibilità. Una politica neofascista di sgomberi forzati che cinicamente mira a rendere senzatetto famiglie intere proprio alle porte dell’inverno.
Una vera e propria emergenza dovuta alla politica della giunta Pisapia, e predisposta dalla nuova gestione di Metropolitana Milanese Spa (che come mission
non ha, come la precedente ALER, la gestione dei centri abitativi pubblici, ma il supporto tecnico-amministrativo per offrire consulenza alle istituzioni pubbliche nella progettazione e realizzazione di grandi opere urbanistiche preliminari alla cessione ai privati) di dismissione delle aree destinate all’edilizia residenziale pubblica da dare in pasto alla speculazione edilizia privata che mira alla “riqualificazione” tramite la costruzione di costosissimi centri residenziali “di pregio” destinati alla vendita di chi se lo può permettere (dallo strato alto della piccola borghesia in su). Una politica che frena l'assegnazione degli alloggi e che viene coperta dietro la "mancanza di fondi" nel bilancio aziendale ALER per ristrutturare gli appartamenti da assegnare.
In un articolo pubblicato su "Il Giorno" il 3 novembre scorso contenente tra l'altro un'intervista a Gian Valerio Lombardi, commissario di ALER Milano, si legge che attualmente ci sono 4.084 appartamenti "occupati abusivamente", di cui 1300 solamente nel corso di quest'anno. Tutti questi "abusivi" sono in realtà famiglie che non sono in condizioni di avere una regolare sistemazione, a causa degli affitti alle stelle e una disponibilità di alloggi popolari troppo esigua rispetto alla domanda crescente, conseguente all'aumento della disoccupazione e alla riduzione del potere d'acquisto di salari e pensioni. Inoltre a chi non può più pagare l’affitto, e viene sfrattato per “morosità”, non viene nemmeno riconosciuto il diritto a entrare in graduatoria per l’assegnazione di un alloggio.
Una situazione paradossale se si pensa che ci sono ben 5000 alloggi pubblici sfitti.
“Quando un appartamento diventa sfitto, ha quasi sempre bisogno di lavori di ristrutturazione prima che possa essere riassegnato. Questi interventi costano in media 15mila euro ma in questo momento la prima difficoltà è trovare risorse” afferma Lombardi. “ALER non ha soldi perché un terzo dei nostri inquilini non paga l’affitto. Ogni anno registriamo in media 65 milioni di euro di affitti e spese non pagate su un bilancio di circa 180 milioni. Io sono arrivato da poco più di 12 mesi, ma questa situazione si trascina da almeno 15 anni, c’è un debito e una carenza di fondi cronica che limitale nostre possibilità d’intervento”.
Una "possibile soluzione", pensata da ALER, è quella di far sostenere le spese di ristrutturazione agli inquilini entranti, con la garanzia di restituire mese per mese i soldi spesi detraendoli dall'affitto, come già avviene per gli alloggi del comune di Milano: come è possibile per un nucleo familiare, richiedente la casa popolare per motivi economici, sostenere le spese di ristrutturazione?
Ad aggravare la mancanza di appartamenti ci sarà anche la vendita, da parte di ALER, di 6.700 immobili "non strategici", ossia che non generano alcun profitto, nei quali rientrerebbero anche centri commerciali, oltre però ad appartamenti utili per sanare questa piaga sociale.
I marxisti-leninisti lombardi ritengono che, nei fatti, i soldi per garantire la casa a tutti ci sono: vengono però destinati alle inutili "grandi opere" da realizzare per EXPO 2015 e, di conseguenza, a certe imprese edili in svariati modi; andrebbero invece utilizzati per finanziare queste ristrutturazioni. Altri utili provvedimenti sarebbero la confisca di tutte le case sfitte, da oltre un anno da parte dei comuni, per destinarli ad abitazioni popolari, così come la ristrutturazione di vecchi edifici e l'imposizione alle banche, alle società di assicurazioni e ai grandi proprietari immobiliari ad affittare, come prima abitazione, le case di loro proprietà a canoni popolari.
Inoltre occorre impedire gli sgomberi, regolamentare gli occupanti negli alloggi pubblici e mettere a disposizione dei bisognosi di casa, con criteri di graduatoria che includano anche i “morosi”, il restante patrimonio abitativo comunale e dell’ALER - attualmente tenuto sfitto - a un canone d’affitto dimezzato rispetto all'attuale.
3 dicembre 2014