A Portovesme
L'Alcoa licenzia 800 operai
A smentire per l'ennesima volta il Berlusconi democristiano Renzi ci ha pensato il colosso americano proprietario dell'Alcoa di Portovesme (Iglesias) che, nel mezzo della delicata trattativa per vendere lo stabilimento a Glencore, un altro dei colossi mondiali dell’alluminio, ha spedito le lettere di licenziamento ai 437 operai, in cassa integrazione dal gennaio 2013.
La notizia è arrivata martedì 25 novembre da fonti sindacali e conferma che Alcoa ha portato avanti quanto stabilito “nel quadro degli accordi di mobilità”, dichiara Moreno Muresu della Fim-Cisl, come se fosse un fatto inevitabile, contro il quale tutti i lavoratori, dello stabilimento e dell’indotto, hanno lottato incessantemente da tempo. Ma la gravità della situazione emerge dal fatto che “le lettere di licenziamento sanciscono il disimpegno definitivo e irrevocabile di Alcoa” che lascia senza un posto di lavoro e con un salario decurtato tutti i 437 lavoratori della fabbrica di Portovesme, ma anche i 360 dell’indotto, che le lettere di licenziamento hanno cominciato a riceverle prima. Non solo, gli ammortizzatori sociali in deroga, a causa dei rimpalli tra Regione Sardegna e governo, lasciano spesso i lavoratori senza reddito e in particolare proprio i lavoratori degli appalti che non hanno le stesse coperture. Questo atto significa anche che non c'è nessuna sicurezza che la trattativa con Glencore porti ad una qualsiasi riapertura della fabbrica e a nuovi posti di lavoro.
La Glencore, infatti, chiede una drastica riduzione dei costi energetici, che in Sardegna superano di molto la media europea, e che il governo non si è mai impegnato a garantire per non correre il rischio delle sanzioni dell’Ue imperialista.
La multinazionale americana smobilita con la solita motivazione pretestuosa degli alti i costi di produzione e se ne va con le valigie piene di super profitti lucrati alle spalle degli operai e delle loro famiglie che lascia sull’isola nella miseria e nella desertificazione industriale mentre, poche settimane fa, ha completato l’acquisizione di Firth Rixson, un leader della componentistica dei motori aerospaziali; con quest’acquisizione ha calcolato che i ricavi aumenteranno di 1,6 miliardi dollari entro il 2016. Alla faccia della crisi!
“Sia chiaro – aggiunge il segretario generale Fim-Cisl Marco Bentivogli - non saremo certo noi a gettare la spugna, ci batteremo fino all'ultimo per tenere accesa la speranza e risolvere positivamente la vertenza simbolo del vuoto della politica”.
Maurizio Landini, Fiom-Cgil, presente a Cagliari proprio il 25 allo sciopero generale ha definito la situazione dei lavoratori sardi drammatica: “per questo serve uno sforzo collettivo che affronti in modo nuovo e diverso la situazione”.
Ma per difendere gli interessi dei lavoratori occorre un sforzo maggiore ai sindacati confederali e indire, finalmente, lo sciopero generale nazionale di otto ore di tutte le categorie con manifestazione a Roma sotto Palazzo Chigi per cacciare il nuovo Berlusconi Renzi.
3 dicembre 2014