In Svizzera non passa il referendum anti-immigrati

 
Al referendum promosso dai partiti di destra dello scorso 9 febbraio una risicata maggioranza del 50,3% contro 49,7% aveva sancito la vittoria della posizione anti-immigrati che introduceva quote di ingresso anche a quelli provenienti dall'Europa occidentale. In quello del 30 novembre una maggioranza consistente ne ha bocciato un altro, promosso da una formazione “verde”.
Poco meno del 50% degli aventi diritto si è recata alle urne e i no hanno vinto con una percentuale di oltre il 74% dei voti validi bocciando l’iniziativa promossa dall'organizzazione Ecopop denominata “Stop alla sovrappopolazione, sì alla conservazione delle basi naturali della vita”.
Il quesito posto a votazione intendeva limitare il saldo migratorio annuale in Svizzera ad una media dello 0,2% della popolazione attuale ritenendo che l'attuale incremento demografico annuo oscillante tra l’1 e il 1,4%, dovuto per l'80% all’immigrazione sia a lungo termine insostenibile. Una posizione maturata dall'Ecopop, un’associazione ecologica fondata nel 1971 che da anni si batte per la riduzione della popolazione e la preservazione delle risorse non rinnovabili, basandosi sull’idea che la Svizzera è un paese troppo piccolo e che non può più sopportare gli attuali tassi di crescita della popolazione. La soluzione sarebbe quella di ridurre almeno il flusso di immigrati per fermare la cementificazione e preservare la natura. Una posizione che risponde alla teoria dello “sviluppo sostenibile”. Che oggettivamente però si è inserita nella linea anti-immigrati della destra svizzera. Questa volta bocciata dal referendum.

17 dicembre 2014