Secondo il Rapporto annuale di Transparency international
L'Italia di Renzi la più corrotta d'Europa
L'Italia di Renzi è il Paese europeo col maggior tasso di corruzione.
A certificarlo è l'edizione 2014 del Corruption Perception Index, studio di Transparency International, basato appunto sulle valutazioni degli osservatori internazionali del livello di corruzione raggiunto dai vari Paesi nel mondo.
Il rapporto rivela che Bulgaria e Grecia, fino all'anno scorso considerate più corrotte dell'Italia, hanno migliorato la propria immagine e risalgono la classifica affiancando lo Stivale al 69° posto nella graduatoria della trasparenza. Nella scala da 0 a 100, ha ottenuto 92 punti la Danimarca che guida la classifica dei Paesi etici, mentre l'Italia rimane ferma a 43 punti insieme a Bulgaria e Grecia, ma anche a Brasile, Romania, Senegal e Swaziland. Tra i Paesi considerati più trasparenti dell'Italia figurano Turchia, Ruanda, Georgia, Malta, Cipro, Bahamas, Uruguay e Singapore. Gli Stati Uniti sono al 17° posto della classifica, preceduti di un pezzo dal Lussemburgo, paradiso fiscale incorruttibile. Peggiora la situazione della Francia, scivolata al 26esimo, comunque molto al di sopra dell'Italia.
In realtà per quanto riguarda l'Italia, le cose stanno molto peggio di quanto ci dice l'Indice di Percezione della Corruzione 2014 che è già abbastanza drammatico. Bisogna infatti tener conto che la classifica è stata stilata nelle settimane scorse e pubblicata il 3 dicembre. Perciò tiene conto solo di alcuni grandi scandali di risonanza internazionale quali ad esempio gli appalti dell'Expo di Milano e il Mose di Venezia, ma non include il più grave scandalo del 2014 che sta venendo fuori proprio in questi giorni con l'inchiesta su Mafia Capitale esplosa con la retata del 2 dicembre scorso.
Non a caso, al momento della presentazione dei dati e pur di fronte al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, il presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevali, non ha potuto fare a meno di ammettere che “L'indice 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico e perciò non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione”.
Altro che: "Abbiamo mantenuto l'impegno che avevamo preso" come ha detto il Berlusconi democristiano Renzi al termine dell'ultimo Consiglio dei ministri dedicato alle nuove “misure in tema di corruzione”. Altro che “norme più severe e restituzione del maltolto".
La verità è che la corruzione, così come le mafie che la alimentano, è un cancro che nasce dal capitalismo, è connaturato e funzionale ad esso, e come tale non risparmia angolo del Paese o settore della società borghese.
Lo conferma il fatto che anche il governo Renzi, al pari di tutti gli altri che lo hanno preceduto, dopo aver ripetutamente promesso davanti ad ogni nuovo scandalo un decreto legge d'urgenza alla fine ha scelto la via del disegno di legge rimandando il problema ancora una volta alle calende greche.
Per estirpare la corruzione occorre estirpare il capitalismo che ne è la radice per far posto al socialismo basato sulla dittatura del proletariato, l'unico potere politico capace di mettere veramente al bando e sconfiggere alla radice le mafie e la corruzione.
17 dicembre 2014