Aumentate le disuguaglianze di classe nei 34 paesi capitalisti più ricchi del mondo. Lo certifica l'Ocse
Il 10% della popolazione più ricca ha un reddito di 9,5 volte più alto di quello del 10% più povero
La pesante crisi economica è ancora in corso e le masse popolari ne pagano direttamente le conseguenze ma c'è anche chi non ne risente affatto e in certi casi aumenta la propria ricchezza. La crisi ha accentuato anzitutto la forbice tra ricchi e poveri, rendendo più ricchi i ricchi e più poveri i poveri, trascinando verso il basso anche parte della piccola-borghesia; le penalizzazioni colpiscono fino al 40% della popolazione, nella fascia più bassa di reddito. La disuguaglianza ha toccato il massimo degli ultimi trenta anni.
Lo certifica il rapporto su "Disuguaglianze e crescita", reso noto recentemente, dell'Ocse, l’organizzazione che raggruppa i 34 paesi capitalisti più ricchi del mondo, quando afferma che oggi il 10% della popolazione più ricca ha un reddito di 9,5 volte più alto di quello del 10% più povero. Negli anni ’80 questo rapporto era di 7 volte.
Il dato rappresenta una media nei 34 paesi, fra i quali la Germania ne presenta uno più basso mentre negli Stati uniti il reddito dei più ricchi è 16 volte quello dei più poveri. In Messico il rapporto è di 27, in Cile addirittura 30. Nella maggior parte dei paesi censiti la forbice è aumentata mentre solo in Grecia, dove il rapporto è 13, e Turchia, due paesi dove le disparità erano più forti, è leggermente diminuita.
In Italia il divario è cresciuto fino al valore di 10 secondo i dati del 2011. Nel 2011 il reddito del 10% della popolazione più povero era pari a un decimo di quello del 10% della popolazione più ricca (il 2,4% rispetto al 24,4%). Se si mette a confronto il 20% più ricco e più povero, il divario resta molto ampio: il 20% più povero disponeva del 7,1% del reddito nazionale, rispetto al 39,9% del 20% più ricco. Nel periodo prima della crisi, dalla metà degli anni Ottanta al 2008, a fronte di una crescita media del reddito disponibile dello 0,8%, in Italia il 10% più ricco ha registrato un +1,1% e la fetta più povera della popolazione solo un +0,2%. Dopo la crisi, la perdita annua è stata dell'1,5% del reddito sul totale della popolazione ma i più poveri hanno perso il 3,9% mentre i più ricchi solo lo 0,8%.
Lo studio dell'Ocse ha calcolato anche il peso di queste crescenti diseguaglianze sulla crescita che ci poteva essere e afferma che in 25 anni ha causato meno 9 punti di crescita in Gran Bretagna e 7 punti in Italia. Anche in questo caso a rimetterci non sono stati i più ricchi.
23 dicembre 2014