A Hunan, dove nacque Mao 20 mila contadini cinesi in rivolta per riavere le loro terre La polizia carica: molti arresti e feriti Migliaia di contadini si sono rivoltati nella provincia dello Hunan, nel centro della Cina dove è nato Mao, per protestare contro la vendita delle loro terre da parte dei funzionari locali alle aziende che vi costruiscono siti industriali. Nella stessa provincia migliaia di operai hanno protestato contro gli aumenti del prezzo dei biglietti dei mezzi pubblici. Secondo il sito web di notizie Boxun Chinese le proteste sono state molto forti nella prima settimana di marzo nelle città di Yongzhou e di Zhushan dove almeno 20 mila persone si sono scontrate con le forze di polizia cinesi; i dimostranti hanno incendiato una decina di auto della polizia. Il bilancio della rivolta sarebbe di un manifestante morto, decine di feriti gravi e diversi arrestati. Un ufficiale di polizia della città di Yongzhou ha riferito che la rivolta è stata soppressa e che gli agenti stavano dando la caccia agli organizzatori della protesta che è cresciuta nella regione soprattutto contro il governo di Pechino. L'esproprio delle terre coltivabili e la loro vendita ai capitalisti nazionali e stranieri per costruire nuove fabbriche è costantemente accompagnata dalla corruzione dei funzionari delle amministrazioni locali e del partito revisionista cinese che intascano gran parte dei proventi degli espropri. E i contadini si ribellano. Come è avvenuto lo scorso novembre nel villaggio di Sanzhou, nella provincia meridionale di Guangdong, dove da anni i contadini fanno la fame perché non hanno più terre da coltivare. Sono state espropriate dal governo provinciale che le ha rivendute a capitalisti cinesi residenti all'estero per 130.000 yuan per mu (misura agricola cinese); ai contadini rimasti senza terra sono arrivati neanche 30.000 yuan per mu, il resto è finito nelle tasche dei corrotti funzionari locali del partito revisionista cinese. I contadini di Sanzhou hanno protestato chiedendo la restituzione delle terre o un giusto indennizzo ma non hanno avuto nulla, così quando sui terreni confiscati è stato inaugurato l'enorme granaio appena costruito hanno circondato la struttura e preso in ostaggio gli amminstratori locali e la folta delegazione di capitalisti cinesi provenienti da Gran Bretagna, Germania, Thailandia e Hong Kong. Solo l'intervento in forze della polizia ha rotto l'assedio della popolazione di Sanzhou al granaio. Le proteste censite ufficialmente nel 2006 sono state almeno 23 mila nonostante che il governo centrale abbia aumentato i sussidi ai contadini e abbia varato ulteriori interventi per scuole e sanità. 21 marzo 2007 |