Rapporto dell'Ilo Nel mondo 212 milioni di disoccupati 633 milioni di lavoratori e le loro famiglie "vivono" con 1,25 dollari al giorno Il numero dei disoccupati nel mondo è arrivato nel 2009 alla negativa cifra record di 212 milioni, con un incremento senza precedenti di 34 milioni (di cui 10 milioni sono giovani) rispetto al 2007, dall'inizio della pesante crisi finanziaria e economica che ancora fa sentire i suoi nefasti effetti sui lavoratori e la masse popolari. Lo certifica il nuovo rapporto dell'Ufficio Internazionale del Lavoro (Ilo) sulle tendenze globali dell'occupazione, diffuso lo scorso 27 gennaio. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) da Washington ha corretto al rialzo le sue stime della crescita economica per il 2010 e il 2011, con una media rispettivamente del 3,9% e del 4,3%. Sotto la media del 2010 stanno gli Usa, col +2,7% e l'Europa con +1%. Sulla base di queste stime del Fmi, l'Ilo ritiene che la disoccupazione resterà con molta probabilità elevata per tutto il 2010 e nei soli paesi più industrializzati dovrebbe colpire altri 3 milioni di persone. Il direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia, ha dichiarato che "lo stesso decisionismo politico che ha salvato le banche, ora deve essere applicato per salvare e creare lavoro e vita per le persone". Un occhio di riguardo dovrebbe essere dedicato, secondo Somavia, a quei 45 milioni di giovani che ogni anno si affacciano sul mondo del lavoro. Intanto l'Ilo sottolinea che nel mondo, oltre ai 212 milioni di disoccupati, ci sono circa 1,5 miliardi di lavoratori in posizioni estremamente precarie; sono poco più della metà della forza lavoro del mondo e sono aumentati di 110 milioni nel 2009 rispetto al 2008. Altro dato significativo per il 2009, riportato dall'Ilo, è quello relativo ai 633 milioni di lavoratori e alle loro famiglie che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno e di altri 215 milioni che vivono con il rischio di cadere in povertà. Il rapporto sottolinea che il tasso di disoccupazione mondiale ha raggiunto il 6,6% nel 2009, con un aumento dello 0,9% rispetto al 2007. Varia dal 4,4% nei paesi dell'Asia orientale a oltre il 10% nell'Europa centrale e sud-orientale nei paesi non aderenti all'Unione europea, nella Comunità degli Stati Indipendenti (Csi) e nel Nord Africa. Il tasso di disoccupazione giovanile globale ha raggiunto nel 2009 il 13,4%, è aumentato di 1,6% rispetto al 2007 con un incremento che è il più elevato da un anno all'altro a partire dal 1991, il primo anno per il quale sono disponibili dati statistici. Per quanto riguarda la situazione a livello di gruppi di paesi o a livello regionale, il rapporto registra che il tasso di disoccupazione delle economie avanzate e nell'Unione europea è salito al 8,4% nel 2009, contro il 6% del 2008 e il 5,7% del 2007. Il numero dei disoccupati è aumentato di oltre 13,7 milioni tra il 2007 e il 2009, con un incremento di circa 12 milioni solo nell'ultimo anno. Il settore industriale è quello che ha risentito maggiormente delle crisi occupazionale rispetto all'agricoltura o al terziario. "La regione delle economie avanzate e dell'Unione Europea, nonostante rappresenti meno del 16% della forza lavoro mondiale, concorre per oltre il 40% all'aumento della disoccupazione mondiale registrato a partire dal 2007. Secondo le previsioni, in questa area geografica la disoccupazione dovrebbe mantenersi a un livello elevato, con una crescita del tasso regionale di disoccupazione del 8,9% nel 2010", afferma il rapporto. Come dire che la crisi ha colpito duro i livelli occupazionali soprattutto nei paesi più forti economicamente e continuerà ancora per il 2010. Infatti, tra il 2008 e il 2009, gli incrementi più elevati nei tassi regionali di disoccupazione si sono registrati nelle economie avanzate e nell'Unione Europea, con un aumento del 2,4%, nell'Europa centrale e sud-orientale (non Ue) e nella Csi col 2%. L'Europa centrale e sud-orientale (non Ue) e la Comunità degli Stati Indipendenti, afferma il rapporto, sono le regioni del mondo che "hanno subito lo shock più grave in termini di crescita economica; shock che si è tradotto in un aumento del tasso di disoccupazione di 2 punti percentuali", per arrivare fino al 10,3% nel 2009. E agli stessi livelli si prevede resti per il 2010. Fra le altre situazioni critiche si evidenziano quelle dell'Africa settentrionale, dove il rapporto ha calcolato il tasso di disoccupazione generale nel 2009 al 10,5% e prevede che resterà a questo livello elevato anche nel 2010, con un aumento dei disoccupati di altre 300.000 unità rispetto al 2009. In Medio Oriente, il tasso regionale di disoccupazione era alto, sopra il 9%, già nel 2007 e tale resterà almeno fino al 2010. 3 febbraio 2010 |