UNA BELLA ED ENTUSIASMANTE
PAGINA DELLA STORIA DEL PMLI
Ogni commemorazione di Mao, che il PMLI tiene
ogni anno da quando questo grande maestro del proletariato è scomparso il 9 settembre
1976, è sempre un'occasione di grande emozione, entusiasmo e tensione politica. Essa non
è mai un vuoto e rituale appuntamento, ma un'esperienza ricca di insegnamenti, di nuova
conoscenza, di concrete indicazioni. La commemorazione di Mao, che cade alla riapertura
delle fabbriche e delle scuole e all'inizio della vita politica e istituzionale dopo le
ferie estive, in genere rappresenta anche l'inaugurazione dell'anno politico del Partito,
lo compatta e lo rilancia nella lotta.
La commemorazione che si è tenuta a Firenze, il 10 settembre, in occasione del 24°
anniversario della scomparsa di Mao, rimarrà particolarmente indelebile nel cuore e negli
occhi di chi l'ha vissuta perché in questa circostanza si sono sommati più fattori che
la classificano fra gli eventi speciali, fra le più belle ed entusiasmanti pagine della
storia del PMLI.
Il primo fattore che la rende speciale è che essa era dedicata ai giovani. Dopo 12 anni,
il Partito è tornato a riproporre pubblicamente Mao come modello di pensiero e di azione
proletari rivoluzionari alla nostra gioventù. E l'ha fatto nel momento stesso in cui i
giovani sono oggetto di forti influenze, pressioni, raggiri e manovre della classe
dominante borghese, del Vaticano, del papa e della chiesa cattolica per coinvolgerli nella
difesa del capitalismo e dell'imperialismo e nella lotta contro il socialismo e il
comunismo. Non era scontato che una tale iniziativa avesse successo e invece il successo
c'è stato ed è stato pieno in quantità e qualità.
La sala della commemorazione era gremita in maggioranza da giovani provenienti da varie
parti d'Italia: dal Piemonte, dal Trentino-Alto Adige, dalla Lombardia, dal Veneto,
dall'Emilia Romagna, dalla Toscana, dal Lazio e dalla Campania. Militanti, simpatizzanti,
amici del Partito, ma anche giovani militanti del PRC e dei DS. Giovani e giovanissimi,
operai, disoccupati, studenti di scuola media superiore e universitari, sono stati
attenti, hanno partecipato con entusiasmo nel dibattito, si sono intrattenuti a lungo a
discutere con dirigenti e militanti del Partito, si sono impegnati ad approfondire la
conoscenza di Mao e della linea del Partito e a diffonderla fra i loro coetanei.
Il secondo fattore che l'ha resa speciale è il fatto che il discorso ufficiale è stato
tenuto dal compagno Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per Forlì e l'Emilia Romagna,
un dirigente dell'ultima generazione emersa dal 4° Congresso nazionale del Partito
tenutosi nel dicembre 1998 e che a distanza di appena un anno e mezzo è stato in grado di
rappresentare il Comitato centrale in un'occasione solenne qual è la commemorazione di
Mao. Ciò testimonia la grande fiducia che il PMLI ripone da sempre nei giovani militanti
e dirigenti chiamandoli ad assumersi sempre più grandi responsabilità nella direzione
del Partito e delle masse. In più il compagno Branzanti, in quanto giovane operaio,
dimostra nella pratica quanta forza intellettuale e politica proletaria rivoluzionaria
può sprigionare l'incontro fra gli elementi più avanzati della classe operaia col
marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito. Un incontro decisivo per il
futuro del Partito, del proletariato e della causa del socialismo, soprattutto oggi che la
classe operaia deve riacquisire la coscienza di essere una classe per sé e non solo una
classe in sé.
Un ultimo fattore da mettere in risalto è la conferma di una tendenza già in atto e
rilevata negli ultimi mesi, a cominciare dalle ultime elezioni regionali, ossia il nuovo
rapporto che si sta sviluppando fra il PMLI e la base di Rifondazione, come è emerso
dallo stesso dibattito a cui hanno preso la parola ex militanti o militanti attuali di
Rifondazione, e persino dei DS. Ciononostante tra tutti i partecipanti, marxisti-leninisti
e non, non vi è stata alcuna divisione o freddezza. Merito del Partito che con la base di
Rifondazione ha da sempre un atteggiamento leale, aperto e unitario, quanto lo è invece
duro e intransigente con il vertice opportunista e trotzkista di quel partito. Ma anche
merito di quei compagni di base che con coraggio, sfidando l'atteggiamento ostracista,
spesso calunnioso e aggressivo, anche sul piano fisico, che il vertice del PRC ha nei
confronti del PMLI, hanno aperto un dialogo e una riflessione con il nostro Partito.
La commemorazione si è svolta in un clima di vera unità di classe, di partecipazione e
combattività proletarie e marxiste-leniniste, visibilmente rappresentato dal rosso
fiammante delle bandiere, dei pannelli e delle camicie di tutti i membri della presidenza
e non solo. Questo clima ha coinvolto gli stessi militanti di Rifondazione. I ripetuti e
corali applausi e l'interesse con i quali è stato accolto il discorso del compagno
Branzanti e ancor prima il saluto della compagna Monica Martenghi, a nome del Comitato
centrale del PMLI e della presidenza al cui centro sedeva il compagno Giovanni Scuderi,
Segretario generale del PMLI; la partecipazione intensa al dibattito che è durato un'ora
e mezzo e sarebbe potuto andare ancora avanti se, nel rispetto degli orari prestabiliti,
non fossimo stati costretti a interromperlo; i generosi contributi versati (774.500 lire
fra sottoscrizioni, acquisto di materiale e abbonamenti a ``Il Bolscevico''); il canto
entusiasta e combattivo degli inni del Partito l'``Internazionale'', ``Bandiera Rossa'' e
``Il Sole Rosso'', le parole d'ordine ``Mao è dei giovani il rosso campione, seguiamone
l'esempio nella rivoluzione'', ``Italia unita, rossa e socialista'', ``Viva Marx, viva
Engels, viva Lenin, viva Stalin, Viva Mao Zedong'' lanciate dalla presidente e gridate da
tutta la sala a conclusione della commemorazione. Tutto questo dimostra che se si vuole
veramente il socialismo e si è animati da sinceri sentimenti proletari rivoluzionari non
è possibile fare a meno di confrontarsi e stringersi al Partito del proletariato e del
socialismo, il PMLI.
Nel dibattito, è emerso chiaramente che la crisi politica e organizzativa di Rifondazione
è reale. L'esperienza concreta dei nove anni di vita di questo partito, sia quando
sosteneva ufficialmente il governo di ``centro sinistra'', sia adesso che ufficialmente ne
è fuori, la prospettiva di nuovo accordo elettorale per le prossime elezioni politiche,
stanno aprendo gli occhi agli elementi più avanzati e coscienti che ancora lo seguono.
Credevano che questo partito fosse un partito comunista e invece si stanno rendendo conto
che esso non è capace e non ha la volontà di torcere nemmeno un capello al capitalismo e
alla classe dominante borghese.
C'è già chi l'ha capito e lo ha abbandonato senza più alcun indugio scegliendo il PMLI.
C'è chi pur avendolo capito, si attarda a trarne le dovute conseguenze organizzative,
forse timoroso di essere isolato e di dover dare una svolta radicale alla propria vita
politica impegnandosi nell'epica impresa di costruire un grande, forte e radicato Partito
marxista-leninista. C'è poi anche chi pensa di poter agire dall'interno di Rifondazione
pur criticandola e magari tifando in cuor suo per il PMLI, non rendendosi conto che così
facendo oggettivamente assume un atteggiamento opportunista e di copertura alla natura e
agli scopi controrivoluzionari del partito di Bertinotti e ritardando ulteriormente la
presa di distanza dei rivoluzionari da questo partito e l'incontro col PMLI.
Certo è che, come ha ben chiarito il compagno Branzanti nel suo discorso e ribadito nelle
sue conclusioni, la situazione politica nazionale e internazionale e l'esigenza vitale di
rilanciare in Italia la lotta di classe contro il governo Amato, il capitalismo e per il
socialismo impongono ai sinceri comunisti di liberarsi dai falsi comunisti e di unirsi al
PMLI. Prima sarà, meglio sarà.
Faccia riflettere l'esortazione che il compagno Cirano Biancalani, un anziano ex militante
del PCI revisionista, ha rivolto ai giovani presenti alla commemorazione trasmettendo loro
il frutto della sua esperienza: ``Voi giovani, compagne e compagni, avete la possibilità
di non ripetere i nostri errori del passato, grazie al Partito marxista-leninista, che ci
guida e ci insegna la via dei maestri e la cultura marxista, e si sviluppa sempre di
più''.
Da tutti i punti di vista questa commemorazione segna un vittoria del
marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul riformismo, il revisionismo, il neorevisionismo e
il trotzkismo, del proletariato sulla borghesia, del PMLI sui falsi comunisti. Come ha
giustamente commentato il compagno Giovanni Scuderi, in apertura della 2¨ riunione
plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI, che si è tenuta poche ore dopo la
commemorazione, essa costituisce ``Un segnale di crescita e di forza del Partito e del suo
gruppo dirigente, una conferma del legame particolare che esiste da sempre tra il Partito
e i giovani, una nuova prova che i giovani della classe operaia e delle masse popolari
sono gli elementi più sensibili e aperti verso il nuovo, il progredito e la
rivoluzione''.
|