La Marchionne del governo Monti vuole licenziare i vertici Inps perché hanno confermato che gli esodati non sono i soli 65 mila sottostimati dalla ministra 390.200 lavoratori condannati a rimanere senza stipendio e senza pensione Via la Fornero Tra le vittime della macelleria sociale avviata dal neoduce Berlusconi e perseguita dal governo del tecnocrate borghese Monti, ci sono anche 390.200 lavoratrici e lavoratori condannati a rimanere per chissà quanto tempo senza stipendio, senza lavoro, senza pensione e senza alcun "ammortizzatore sociale". Si tratta dei cosiddetti "esodati" che con il varo della controriforma pensionistica (legge 214/11) si sono visti stracciare in faccia dal governo gli accordi sottoscritti con aziende in crisi o in fase di ristrutturazione dopo il 4 dicembre 2011 e non avendo risolto il rapporto di lavoro entro la fine dell'anno scorso, non possono beneficiare dei vecchi requisiti e si ritrovano a fare i conti con il brusco innalzamento dell'età pensionabile, imposto dalla legge Monti-Fornero. All'inizio il governo parlò di un massimo di 50 mila casi e promise un decreto per sanare la situazione. Nel frattempo l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), dopo un primo sommario calcolo basato sulle richieste di mobilità, aveva alzato questa cifra a 65 mila. In realtà, strada facendo, il fenomeno si è rivelato ben più ampio e drammatico fino ad arrivare al 22 maggio scorso quando i vertici INPS certificano che sono circa 390 mila e 200 i lavoratori caduti in questa diabolica trappola costruita dal governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale Monti e che rischiano di finire letteralmente sul lastrico. Una situazione a dir poco drammatica che la Marchionne del governo Monti ha non solo ignorato ma ha cercato in tutti i modi di nascondere approvando il 4 giugno scorso il famigerato decreto interministeriale che infatti prevede il salvataggio di soli 65.000 di essi, che potranno andare in pensione con le vecchie regole, mentre per tutti gli altri c'è solo la promessa di "trovare soluzioni eque e finanziariamente sostenibili" a data da destinarsi. La porcata di Monti e Fornero è diventata di dominio pubblico solo a partire dall'11 giugno quando l'Ansa ha pubblicato un documento firmato dal direttore generale dell'INPS Mauro Nori in cui si evidenzia che il decreto varato dal governo salva dalla riforma previdenziale solo 65mila persone per i prossimi 24 mesi, mentre la platea delle persone senza occupazione e senza pensione per l'aumento dell'età pensionabile sarebbe superiore alle 390mila. Rabbiosa la reazione della Fornero che ha inveito contro i vertici INPS accusandoli di essere degli "irresponsabili"; che: "la diffusione del documento sugli esodati è stata fatta apposta per danneggiare il governo" e perciò ha minacciato: "Nel settore privato le strutture responsabili della diffusione di un documento come quello dell'Inps sugli esodati di ieri sarebbero sfiduciate". In realtà, dopo questa ennesima pugnalata alle spalle dei lavoratori e l'estenuante balletto di cifre che lo ha accompagnato, se c'è qualcuno che se ne deve andare è certamente la Fornero. Ora più che mai occorre che i sindacati e in particolare la CGIL esca dalla sua ambigua posizione e indica al più presto lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi per mandare a casa il governo della grande finanza della Ue e della macelleria sociale Monti e rivendicare l'immediata approvazione di un nuovo provvedimento legislativo "riparatore" che permetta ai cosiddetti "esodati" di poter andare in pensione con la vecchia normativa previdenziale soppressa. 20 giugno 2012 |