75 persone controllano e collegano fra loro il 76% delle società quotate Grande Stevens è in 63 Cda di tali società, Benetton in 54, De Benedetti in 53, idem Tronchetti Provera In Italia un pugno di grandi finanzieri e industriali, meno di un centinaio in tutto, controlla i tre quarti delle società quotate in Borsa. Lo rivela uno studio condotto da tre ricercatori, rispettivamente della Banca d'Italia, dell'Università Federico II di Napoli e dell'Università di Cambridge, che hanno analizzato la composizione dei Cda delle società quotate in piazza Affari tra il 1998 e il 2006. Secondo quanto anticipato da Il Sole-24 Ore su questo studio, infatti, le 16.897 poltrone di amministratore disponibili sono occupate da 4.270 persone, ma tra queste solo un ristrettissimo numero, 75, hanno cumulato almeno 23 incarichi nel periodo preso in esame. Il resto sono solo pesci piccoli da uno o due incarichi al massimo. 75 intoccabili e inamovibili che lasciano libere le poltrone solo da morti, e che con le loro presenze multiple in decine e decine di Cda arrivano a controllare e collegare fra di loro ben il 76% delle società quotate. Tale è risultata infatti nel 2006 la percentuale delle società che avevano almeno un consigliere in comune con un'altra, secondo il meccanismo delle "interlocking directories" che attraverso la condivisione di amministratori consente alle grandi società di formare una ragnatela fittissima di collegamenti e di interessi in comune. Al centro di questa rete sta come sempre Mediobanca, strettamente legata a un blocco finanziario costituito da Generali, Unicredit, Ras, Banca Intesa e Capitalia (assorbita ora da Unicredit) e affiancata da Pirelli, Rcs, Fondiaria, Alleanza e Atlantia. In testa alla lista dei 75 super amministratori, per numero di incarichi cumulati in società quotate a piazza Affari, troviamo l'avvocato Franzo Grande Stevens, amministratore della galassia finanziaria della famiglia Agnelli, con ben 63 presenze in altrettanti consigli di amministrazione. Al quarto troviamo l'industriale dell'abbigliamento e proprietario della società Autostrade Spa, Giancarlo Benetton, con 54 presenze. Segue a ruota il proprietario dell'Editoriale L'Espresso Carlo De Benedetti, con 53 presenze, a pari merito col proprietario di Pirelli ed ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera. Seguono poi a scendere, tra gli altri, Carlo Pesenti (48), il banchiere Giovanni Bazoli (37), Roberto Colaninno e Pierluigi Ferrero (31), Marina Berlusconi e Pietro Marzotto (27), Antoine Bernheim (Generali), Francesco Caltagirone, Gioacchino Paolo Ligresti e Giovanni Perissinotto, tutti con 26 presenze, e così via. Dal che si vede che nel capitalismo italiano il liberismo più sfrenato in campo economico e sociale è perfettamente compatibile con il controllo oligarchico e chiuso del potere finanziario e industriale da parte del solito pugno di grandi famiglie di pescecani capitalisti. 19 dicembre 2007 |