Acquisti illimitati dei titoli di Stato in cambio della politica del rigore La Banca centrale europea salva l'euro e mette sotto controllo gli Stati indebitati dell'Eurozona Ma la speculazione e la crisi finanziaria non demordono Il 6 settembre scorso a conclusione del consiglio dei governatori della banca centrale europea (Bce) il presidente Mario Draghi annunciava che "la Bce ha deciso di avviare un nuovo programma di riacquisto di obbligazioni con lo scopo di far calare i costi del finanziamento degli stati della zona euro in difficoltà". La decisione presa quasi all'unanimità, col solo voto contrario del tedesco Jens Weidmann, definisce le modalità di intervento della banca nell'acquisto dei titoli di stato con scadenza tra 1 e 3 anni, senza limiti preventivi dei paesi membri in difficoltà che ne faranno richiesta. Era l'annuncio del via libera all'uso dell'artiglieria pesante sui mercati finanziari per combattere la speculazione sui titoli di stato, auspicata in particolare da Italia e Spagna. Un intervento che potrà essere utile per affrontare la crisi ma solo per quanto riguarda l'aspetto finanziario mentre la recessione continua. Non a caso Draghi ha insistito sul fatto che resta comunque "un'incertezza elevata" a causa delle cattive prospettive di crescita di tutta la zona euro: la Grecia è in depressione, Italia e Spagna sono in recessione, la Francia è a crescita zero, la Germania appena un po' al di sopra. I disoccupati nella zona euro sono 18 milioni, l'11,3% della popolazione attiva. E le Borse continuano con la loro altalena. L'intervento della Bce non sarà comunque a costo zero per i paesi che ne faranno richiesta, ha chiarito Draghi, questi dovranno proseguire nelle loro riforme strutturali finalizzate ad aumentare la produttività e a migliorare i bilanci pubblici, ovvero garantire ulteriori misure di lacrime e sangue. Il piano in 14 punti illustrato da Draghi prevede che la Bce effettuerà acquisti illimitati di titoli sovrani di quei paesi che richiederanno l'assistenza finanziaria del fondo salva stati ma solo dopo che la Bce avrà concordato con lo Stato richiedente i tempi e le modalità di riforme istituzionali necessarie a mettere in sicurezza i conti pubblici sul lungo periodo, sottoscrivendo un "memorandum" vincolante. Al Consiglio della Bce tocca la decisione di interrompere i suoi acquisti nel caso gli Stati interessati non rispettassero gli impegni presi e nel caso in cui non fossero ritenuti più necessari. Nel ruolo di controllore la Bce non sarà sola ma sarà affiancata dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il contributo dell'Fmi "sarà richiesto per disegnare le condizioni specifiche di partecipazione al programma per singoli Paesi e per il controllo del programma". Un compito assegnatogli a priori, indipendentemente dal fatto che il Fmi partecipi anche come finanziatore. La Bce, ha precisato Draghi, agirà all'interno del suo mandato per difendere l'euro, con interventi illimitati per fornire "una misura di sicurezza in grado di prevenire scenari potenzialmente distruttivi. (...) Gli acquisti di bond servono a spegnere i timori infondati degli investitori sulla reversibilità dell'euro". Il programma degli acquisti targato Bce si chiama "Outright monetary transactions" (Omt), che entrerà in funzione affiancando le contemporanee iniziative dei fondi salva Stati decisi dai leader europei, l'attuale European Financial Stability Facility (Egsf) e quello che dovrebbe entrare in funzione forse nel 2013, l'European Stability Mechanism (Esm). Con questo meccanismo probabilmente la Bce salva l'euro e contemporaneamente mette sotto controllo gli Stati indebitati dell'Eurozona. Una riduzione di sovranità degli Stati già inchiodati dal pacchetto fiscale che impone il pareggio di bilancio e il rientro a tappe forzate del debito pubblico entro il parametro del 60% rispetto al pil e inserito nelle Costituzioni. Che sarà a breve accompagnato da un altro pesante vincolo, il controllo della Bce sulle banche europee. In un documento preparato dalla Commissione europea si prevede il trasferimento della sorveglianza bancaria dagli Stati membri alla Bce che avrà tra gli altri il potere di concedere o ritirare la licenza bancaria e la valutazione delle acquisizioni e delle vendite di società nei paesi membri della zona euro. Un potere di vigilanza su tutte le circa 6.000 banche della zona euro "indipendentemente dal loro modello di business e dalla loro taglia" per le quali "la Bce sarà competente esclusivamente per tutti i compiti chiave di sorveglianza bancaria che sono indispensabili per individuare i rischi alla vita di una banca". 3 ottobre 2012 |