Il costo è di 20 milioni di euro
Letta e Mauro usano la portaerei Cavour per propagandare le armi italiane in Africa e Medioriente


Sono tempi di crisi, di tagli al bilancio e di una serie infinita di misure di lacrime e sangue imposte dal governo italiano alle masse popolari ma 20 milioni di euro, necessari al finanziamento della campagna navale della portaerei Cavour e della sua scorta, Letta e il suo ministro della Difesa Mario Mauro li hanno trovati. Il governo ne ha messi 7 milioni, gli altri sono a carico dei "partner dell'industria privata" che esporranno le loro merci sulla fiera galleggiante che farà il giro di mezzo mondo con tappe in particolare in Africa e Medioriente.

Il gruppo della Marina militare salpato il 13 novembre da Civitavecchia è costituito dalla portaerei Cavour, dalla fregata Bergamini, dalla nave di supporto logistico Etna e dal pattugliatore Borsini. Rientrerà in Italia il 7 aprile 2014 dopo aver fatto scalo in 7 porti mediorientali nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, che sono quelli di Gidda (Arabia Saudita), Mascat (Oman), Dubai e Abu Dhabi (Emirati Arabi), Doha (Qatar), Mina Sulman (Bahrein) e Kuwait City (Kuwait), e in 13 porti africani da Gibuti (Gibuti) a Mombasa (Kenya), Antseranana (Madagascar), Maputo (Mozambico), Durban e Città del Capo (Sudafrica), Luanda (Angola), Pointe-Noire (Congo), Lagos (Nigeria), Tema (Ghana), Dakar (Senegal), Casablanca (Marocco) e Algeri (Algeria).

Nel Rapporto 2013 della marina militare si sottolineava che che le navi da guerra sono "ambasciatrici dell'Italia", navi come la portaerei Cavour sono da considerare "proiezione del Paese, non solo come strumento militare ma anche come veicolo per promuovere i nostri interessi economici: la nave, dunque, quale simbolo vincente del Made in Italy" come dimostra "il successo commerciale della nostra industria per la Difesa". Il giorno della partenza del gruppo navale da Civitavecchia il ministro Mauro interveniva alla Camera durante l'esame del decreto legge di finanziamento delle missioni militari italiane all'estero e si preoccupava di assicurare che la missione della portaerei Cavour non era quella di "vendere sistemi d'arma italiani all'estero".

Eppure a bordo delle navi sarà esibito, oltre alle armi in dotazione, un vero e proprio campionario delle maggiori industrie belliche italiane, da mostrare ai potenziali clienti che saliranno a bordo nelle tappe del lungo viaggio. Con le principali aziende del gruppo Finmeccanica che mette in mostra dagli elicotteri della Agusta-Westland ai cannoni navali della Oto Melara, dai sistemi radar e di combattimento della Selex ES ai siluri della Wass, ai sistemi di telecomunicazioni satellitari della Telespazio. Completano tra gli altri il "campionario", i missili della Mbda, le apparecchiature elettroniche per la guerra aerea, terrestre e navale della Elt e le pistole automatiche della Beretta.

Poiché lo scopo ufficiale della campagna navale organizzata dal ministero della Difesa in collaborazione con i ministeri degli Esteri, dello Sviluppo Economico e il ministero dei Beni Culturali sarebbe quello di presentare "il Sistema Paese in movimento e rafforzare la presenza dell'Italia nelle aree geografiche considerate strategiche per gli interessi nazionali, oltre che fornire assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose", come affermava il comunicato ufficiale del Ministero della difesa del 5 novembre scorso, a bordo della Cavour ci sono anche rappresentanti della Croce Rossa e delle onlus Fondazione Francesca Rava e Operation Smile.

Lo scopo reale è quello di propagandare le armi italiane in Africa e Medioriente, per fare affari e rafforzare la presenza dell'imperialismo italiano in "aree strategiche per gli interessi nazionali".


20 novembre 2013