Folla oceanica festeggia il 25esimo anniversario della nascita di Hamas Mashaal: "non possiamo riconoscere la legittimità di Israele... Jihad e resistenza sono l'unica via" Almeno 200 mila palestinesi hanno partecipato alle imponenti celebrazioni iniziate l'8 dicembre nella Striscia di Gaza per il venticinquesimo anniversario della nascita del movimento islamico palestinese di Hamas. Sul palco del raduno organizzato nella città di Gaza erano presenti il leader di Hamas in esilio Khaled Mashaal, il suo vice Musa Abu Marzuk e il premier palestinese Ismail Haniyeh. Accanto a due sedie vuote che simboleggiavano l'assenza del fondatore del movimento, Ahmed Yassin, e del comandante militare Ahmed Jaabari, uccisi dai sionisti rispettivamente nel 2004 e il mese scorso a Gaza. Al centro della scenografia troneggiava una copia di un razzo di fabbricazione palestinese M75, simile a quelli sparati verso il territorio israeliano durante il recente attacco sionista denominato "Colonna di fumo". L'aggressione di Tel Aviv a Gaza era arrivata a un passo dall'attacco di terra, fermato dall'accordo di tregua negoziato al Cairo da Mashaal, per la parte palestinese, sotto l'egida di Egitto e Qatar. Nel suo discorso Mashaal ha detto che "la Palestina era e sempre sarà degli arabi e dei musulmani. Non riconosceremo la legittimità dell'occupazione. La Palestina è nostra". "La Palestina dal mare al fiume, dal nord al sud, è la nostra terra e la nostra nazione, non siamo disposti a cedere nemmeno un centimetro. Noi non possiamo riconoscere la legittimità dell'occupazione della Palestina, né quella di Israele", ha precisato rivendicando un diritto su tutto il territorio storico della Palestina. "Non rinunceremo neppure a un centimetro di Palestina, resterà islamica e araba per noi e per nessun altro. La jihad (la guerra santa, ndr) e la resistenza armata sono l'unica via", ha ribadito Mashaal, ricordando che "la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e gli arabi israeliani sono uniti nella resistenza, nel Jihad e nel martirio". E ha ringraziato le milizie armate di tutte le fazioni palestinesi per il loro sacrificio durante il conflitto di novembre con Israele. Il leader di Hamas ha rivolto un appello all'unità nazionale. "Siamo una sola Autorità, l'Olp è il nostro riferimento e vogliamo l'unità", ha affermato; lo ascoltava la delegazione di Fatah, l'organizzazione del presidente Abu Mazen, presente ai festeggiamenti a Gaza per la prima volta dopo gli scontri del 2007 con Hamas. Un passaggio del discorso era dedicato ai palestinesi detenuti nelle carceri sioniste, combattenti della resistenza per Hamas, terroristi per il regime di Tel Aviv. Lo scorso anno Israele ha rilasciato oltre mille palestinesi dalle sue carceri in cambio della liberazione del caporale Gilad Shalit, rapito da Hamas nel 2006 nella Striscia di Gaza e tenuto in ostaggio per oltre cinque anni. Altre migliaia di detenuti palestinesi si trovano ancora nelle carceri israeliane. "Non smetteremo di lottare - ha detto Mashaal - fino a quando non libereremo tutti i prigionieri Il modo usato in passato per liberare alcuni prigionieri è lo stesso che useremo in futuro per liberare quelli ancora in carcere". "Non passerà molto tempo prima di vedere tutti i detenuti palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane. Ve lo prometto" ha concluso Mashaal. Il leader in esilio di Hamas era entrato nella Striscia di Gaza attraverso il confine con l'Egitto per il primo rientro ufficiale nei territori palestinesi dal 1967, anno in cui la sua famiglia era fuggita dalla Cisgiordania occupata dai sionisti. Era diventato capo di Hamas nel 2004 dopo l'assassinio da parte dei sionisti del suo fondatore, lo sceicco Ahmed Yassin e a distanza di pochi giorni da chi lo doveva sostituire, Abdel Aziz Al Rantissi. Diviene il capo di Hamas in esilio da Damasco che lascerà pochi mesi fa per Doha in Qatar, mettendosi sotto la protezione dei dirigenti sunniti, dal principe del Qatar al presidente egiziano Morsi dei Fratelli musulmani di cui Hamas è una costola staccatasi 25 anni fa e cresciuta nella prima Intifada palestinese. Al suo arrivo a Gaza aveva affermato che "questa è la mia terza nascita dopo quella naturale, nel 1956, e la seconda dopo il tentativo israeliano di uccidermi, nel 1997, in Giordania, su ordine di Netanyahu". "Rinascerò una quarta volta quando la Palestina sarà liberata" aggiungeva, affermando che Gerusalemme dovrà essere riconosciuta come capitale dello Stato palestinese. 12 dicembre 2012 |