Chiudere la base di Sigonella e trasformarla in aeroporto civile
Cancellare il Muos smantellare le antenne
Lottare contro il capitalismo e i suoi governi, per il socialismo

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Il 28 giugno 2011, con il protocollo 43.182, il governo Lombardo, MPA, presenti in giunta esponenti del PD, recepisce l'indicazione del protocollo 36.783, firmato il 1 giugno 2011 dal ministro della guerra del neoduce Berlusconi, il fascista La Russa, PDL, e dal governatore che impegna la regione a "concludere positivamente" l'iter di approvazione del MUOS.

Il MUOS
Il MUOS, Mobile User Objective System (sistema di comunicazione per utenti mobili) si compone di quattro stazioni terrestri e quattro satelliti, e servirà, a partire dal 2014, ad integrare le forze militari statunitensi in movimento ovunque nel mondo: aerei, tra cui i droni, missili Cruise, navi, veicoli di terra e soldati appiedati per un totale di oltre 18.000 terminali militari radio.
Una delle quattro stazioni del MUOS sarà impiantata, secondo accordi, in un'area appositamente e preventivamente recintata dentro la riserva della Sughereta di Niscemi (Caltanissetta), avrà 3 antenne paraboliche di circa 18 metri di diametro su una base di 112,14 mq, per 6,15 m di altezza e 6,57m di lato, circondate da altrettante antenne temporanee di minori dimensioni. All'interno della base militare americana di Niscemi, è già presente una centrale di telecomunicazioni denominata NRTF-8 (Impianto di trasmissione radio-navale), composto da 41 antenne in banda HF (alta frequenza) ed una in banda LF (bassa frequenza), alta circa 140 m e con una potenza di emissione nell'ordine dei 500-2000 KW, che trasmette sotto la superficie del mare con i sommergibili militari. Contro queste antenne ultimamente si è allargata la protesta dei comitati "NO-MUOS".

Le conseguenze del MUOS
Il MUOS, costituisce parte di un complesso "sistema d'arma" (associazione tra l'arma vera e propria e dispositivo di supporto finalizzato alla guerra che permette di aumentare le prestazioni militari) che estende il suo controllo su tutto il pianeta.
L'elevato interesse strategico e militare dell'impianto per i governi imperialisti USA e Italiani, nonché la potenza delle onde irradiate, determina pesanti conseguenze per la popolazione, l'economia, l'ambiente naturale.
I governi italiano e siciliano, approvando il MUOS hanno, anzitutto, esposto ad elevato rischio di attacco militare il territorio nazionale, e, nello specifico, una zona in cui risiedono oltre 300.000 abitanti, trasformando la Sicilia in una zona di guerra con tutte le ricadute connesse.
I rischi non si limitano ai sempre più frequenti ed estesi periodi di guerra imperialista in cui sono coinvolti in veste di aggressori Italia, UE, USA, NATO. Se è vero che in questi frangenti il MUOS, funzionando a pieno regime per il pilotaggio a distanza dei droni di stanza a Sigonella e per la direzione di tutte le operazioni nel Mediterraneo e in Medio Oriente impedirà, di fatto, i voli civili da e per gli aeroporti siciliani, come è già successo a Trapani-Birgi nel corso dell'attacco imperialista alla Libia, i rischi sono continui e generalizzati in quanto le onde elettromagnetiche del MUOS investono direttamente e continuamente almeno gli aeroporti civili di Comiso, Ragusa, a 19 Km dalla stazione di Niscemi, e Fontanarossa, Catania, a 67 km.
Non vi sono ancora studi ufficiali sulle conseguenze del campo elettromagnetico indotto dal MUOS sui dispositivi elettronici delle industrie del comprensorio nisseno, tra cui il mastodontico Petrolchimico di Gela, ma gli ambientalisti suppongono a buona ragione che i due impianti, MUOS e Petrolchimico, siano incompatibili.
Un altro ordine di problemi non bene indagato riguarda le ricadute sull'economia regionale, già in crisi. Se il MUOS è devastante per la fauna e la flora del comprensorio, deve esserlo necessariamente per gli allevamenti e le coltivazioni, in un raggio non ancora definibile.
Sui danni alla popolazione derivanti dall'esposizione alle onde elettromagnetiche c'è un'ampia letteratura scientifica. Afferma il fisico Corrado Penna: "a Niscemi si sta mettendo insieme un sistema integrato di comunicazioni con frequenze elevatissime e fotoni molto energetici, del tutto simile a quanto accade nei forni a microonde. Le cellule muoiono per ipertermia o degenerano trasformandosi in neoplasie tumorali". Gli effetti sono tumori, leucemie, malformazioni neonatali.
Ultimo, ma non meno importante, il problema denunciato dagli ambientalisti: la distruzione dell'area protetta della Sughereta.

L'iter nazionale dell'approvazione del progetto
Nel 2001 il governo del neoduce Berlusconi sigla un accordo bilaterale con gli USA per installare il MUOS a Sigonella. I documenti dell'accordo militare non vengono mai resi pubblici. Se ne deduce l'esistenza dall'interrogazione parlamentare n.4-19110 del 18/12/2012 di Francesco Barbato, IDV.
È il 31 agosto del 2006 quando il governo Prodi composto da L'Ulivo, PRC, PDCI, IDV, Verdi (FdV), UDEUR, non differenziandosi in nulla dal PDL nemmeno nell'ambito della politica estera, ratifica l'accordo sottoscritto da Berlusconi e dà mandato alla regione Sicilia di concedere i relativi nulla-osta per il MUOS.
Il ministero degli Esteri del governo Prodi era occupato dal guerrafondaio Massimo D'Alema, allora DS adesso PD, il ministero della Difesa era guidato da Artutro Parisi, allora Margherita adesso PD. Alle infrastrutture il megalomane sostenitore delle "grandi opere" Antonio Di Pietro, IDV. All'ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi. Nessuna opposizione al mostruoso progetto neanche dall'allora ministro alla solidarietà sociale il trotzkista Paolo Ferrero, attuale segretario nazionale dimissionario del PRC, né dall'esponente del PDCI Luigi Scotti, indicato dall'arcirevisionista Oliviero Diliberto, oggi segretario nazionale dimissionario del PDCI.
Nessun ripensamento da parte della destra e della "sinistra" borghese neanche quando una simulazione informatica svolta da un istituto di alta tecnologia, dimostra che il sistema MUOS è in grado di far detonare l'intero armamentario esplosivo, tra cui quello nucleare, presente nella base di Sigonella. Si avviano semplicemente le pratiche per spostare la costruzione presso la base americana di contrada Ulmo a Niscemi.
L'intervento di Crocetta e del XVI parlamento siciliano
Sotto l'avanzare dell'ondata di protesta popolare organizzata dai Comitati "NO-MUOS" nati in tutta la Sicilia, l'8 gennaio 2013 il parlamento siciliano tardivamente discute due mozioni, la n. 2 a firma Ferrandelli. PD, e la n. 7 a firma Cancelleri, M5S, successivamente unificate in un'unica mozione approvata all'unanimità. Sostanzialmente la posizione dei due partiti coincidente sul MUOS, si limita strettamente alla denuncia dei problemi ambientali e di salute alla popolazione connessi all'installazione. Quella del M5S, tentando di sottoporre la decisione finale della revoca all'acquisizione di una serie di pareri di istituti sanitari, addirittura si rivela ancora più a destra di quella del PD.
Nel testo finale votato il parlamento siciliano, nel chiedere la revoca delle autorizzazioni, si tiene ben lontano da una critica alle scelte guerrafondaie del governo nazionale, avallate dal governo regionale guidato dal presidenzialista Crocetta, PD, che riducono la Sicilia ad un fronte avanzato di guerre imperialiste.
Il parlamento siciliano, compreso il M5S, si tiene lontano da una discussione politica anche sulla natura autoritaria e intimidatoria della nota inviata il 7 gennaio, dal ministro di polizia Annamaria Cancellieri al governatore Crocetta e da questi prontamente rigirata al parlamento, in cui si ribadisce che il MUOS è "di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati" e in nessun caso il governo nazionale accetterà impedimenti all'installazione.
Il governo del rinnegato Crocetta schiacciato dalle pesantissime responsabilità del PD regionale e nazionale, di cui lui stesso è dirigente, non può che assumere un'ambigua posizione burocratica per non dispiacere al governo Monti, di cui il suo partito è sostenitore, al prossimo governo di cui il suo partito sarà principale componente, alla UE che si è schierata oggettivamente a favore del MUOS, agli USA e alla NATO e la sua azione si limita a centellinare minime concessioni al movimento "NO-MUOS".
Al fine di prender tempo Crocetta, con delibera n.6/2013 dell'8 gennaio, sostanzialmente assumendo la proposta del M5S, chiede parere all'Istituto Superiore della Sanità e all'Ente Nazionale Aviazione Civile sul MUOS e decide di installare a Niscemi una stazione di monitoraggio "che registri in modo continuato le emissioni elettromagnetiche derivanti dal sistema di comunicazione MUOS". Non si comprende cosa voglia registrare il governo se il MUOS non esiste ancora.
Il 10 gennaio la minaccia del governo Monti contenuta nella nota al governo siciliano del 7 gennaio: "non sono accettabili comportamenti che impediscano l'attuazione delle esigenze di difesa nazionale e la libera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione" si concretizza. Gli attivisti niscemesi che, da fine novembre, presidiavano gli accessi alla base USA vengono aggrediti da centinaia di agenti in tenuta antisommossa e a suon di manganellate e con l'ausilio di blindati vengono sgomberati per garantire il passaggio dei mezzi statunitensi. Durante l'operazione i niscemesi denunciano una vera e propria occupazione militare della cittadina.
Di fatto l'azione di forza del governo nazionale scopre l'opportunista Crocetta che, sull'onda delle durissime proteste popolari, levatesi dopo l'aggressione militare alle masse di Niscemi, è costretto, con una lettera a Sigonella, ad invitare gli USA a "sospendere i lavori in corso di esecuzione", ma solo nelle more, dell'acquisizione "di assicurazioni positive circa la tutela della salute dei residenti nelle aree circostanti l'impianto". Il governatore nell'inviare la cortese richiesta agli USA si affretta a dichiarare: "Non siamo contro gli americani e non siamo contro il Muos".
La debole azione del governatore siciliano, seguita immediatamente da una dichiarazione di apertura al MUOS, unito all'atteggiamento apertamente e violentemente pro MUOS del governo italiano, convincono i militari statunitensi che i lavori possono continuare. Sono le masse niscemesi, le donne in prima fila, a bloccare con dei presidi il transito dei militari statunitensi intorno alla base.
L'opportunista Crocetta si prende altre due settimane per emettere il 31 gennaio la delibera n. 32 con la quale dà mandato all'ufficio legale della Presidenza della Regione di "valutare la possibilità" di un procedimento di "sospensione dei lavori di realizzazione".
È sull'onda della protesta popolare, delle tensioni crescenti nel comprensorio niscemese e delle accuse di attendismo e opportunismo che il movimento "NO-MUOS" rivolge a Crocetta che quest'ultimo, il 5 febbraio, cede e con la delibera n. 61 dà mandato di "avviare, immediatamente, il procedimento per la revoca dei provvedimenti autorizzatori".
Però l'11 marzo recatosi da Monti, Crocetta fa un clamoroso passo indietro. Governo nazionale e regionale stabiliscono di comune accordo di affidare ad un "organismo tecnico indipendente" uno studio "In tempi brevi" per la valutazione dell'impatto "sull'ambiente e sulla salute delle popolazioni" interessate "anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti" per fornire le rassicurazioni necessarie a far rientrare le "problematiche per l'ordine pubblico che rischiano di compromettere il funzionamento quotidiano di una base Nato a valenza strategica".

La posizione del PMLI
Il PMLI appoggia il coraggioso movimento di massa che si è costituito e sviluppato a Niscemi, nel comprensorio e in tutta la Sicilia contro la decisione, presa dai governi nazionali e sostenuta dai governi regionali di "centro-destra" e della "sinistra" borghese di installare in Italia e nello specifico in Sicilia il MUOS.
Il PMLI condanna duramente tutte le aggressioni ai danni delle masse popolari niscemesi attuate negli ultimi mesi da parte delle "forze dell'ordine". Deve essere chiaro che le masse popolari di Niscemi hanno pienamente ragione e hanno tutto il diritto di usare qualsiasi strumento di massa e condiviso per bloccare i lavori e la base militare di contrada Ulmo, fino a quando il MUOS e le antenne dell'attuale stazione di trasmissione non verranno cancellati.
Il movimento "NO-MUOS", che vede in prima fila le donne e i giovani di Niscemi impegnati in una dura lotta per impedire ancora l'accesso degli automezzi statunitensi alla base militare, che ha raccolto il caloroso sostegno e una vasta solidarietà da tutta Italia, a partire da quella dei comitati NOTav e NOPonte, ha tutte le carte in regola per raggiungere il suo obbiettivo.
Per proseguire sulla strada della lotta va fatta anzitutto chiarezza politica sul fatto che gli esecutivi nazionale e regionale stanno dalla parte dell'imperialismo italiano, USA e NATO. Bisogna avere chiaro che le assemblee elettive sono state di fatto svuotate dalle prerogative democratico borghesi di sedi di decisione delle politiche che investono le masse popolari. Per questo, oltre che per il fatto che il parlamento siciliano non vuole mettere in discussione la politica imperialista dei governi nazionale e regionale, la via della possibile soluzione parlamentare e burocratica della vicenda, sulla quale insiste il M5S, è una pericolosa illusione.
Bisogna invece portare interamente la battaglia fuori dal parlamento e contare sulle proprie forze e sull'unità che si sta saldando con i movimenti di lotta contro le "grandi opere", sulla base della comune esperienza della natura neofascista, distruttiva, violenta contro le masse popolari e il territorio dei diktat delle istituzioni borghesi. L'obbiettivo deve essere quello di far confluire le battaglie in un grande fronte unito di tutte le organizzazioni politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose anti MUOS.
Perché la lotta contro il MUOS si sviluppi è necessario che il movimento vada al cuore del problema, mettendo in discussione la politica estera imperialista e guerrafondaia del governo borghese italiano comunque denominato e da chiunque costituito, che comporta l'aumento della spesa militare, l'acquisto di nuovi e sempre più micidiali armamenti, la crescente povertà e insicurezza del territorio italiano, la sua devastazione, implementata dai folli progetti di "grandi opere", la partecipazione alla NATO, patti militari imperialisti tra l'Italia e gli USA. In questa prospettiva si deve tornare a mettere all'ordine del giorno la storica parola d'ordine della chiusura della base di Sigonella, di cui l'impianto di MUOS di Niscemi è elemento integrante ed ultima avanzata frontiera tecnologico-militare.
Parallelamente, bisogna estendere la lotta contro il sistema capitalista e i suoi governi, per il socialismo.
Pubblicazione e revoca degli accordi nazionali firmati dai governi Berlusconi e Prodi per l'installazione del MUOS!
Revoca dei protocolli 43.182/2011 e 36.783/2011!
Chiusura della base di Sigonella e sua conversione in aeroporto civile!
Divieto di ospitare sul territorio nazionale e siciliano droni e armamenti nucleari!
Revoca del'autorizzazone alla base NRTF-8 di Niscemi e smantellamento delle antenne!
Smilitarizzare la Sicilia!
Via le basi Usa e Nato dall'Italia! Via l'Italia dalla Nato!
No MUOS!
No Ponte!
No Tav!

20 marzo 2013