"L'Unità" e il PD crumiri

Nel coro perbenista e monotono dei resoconti della stampa sulla giornata di lotta del 14 novembre "l'Unità" è riuscita a distinguersi tra tutte le testate per il suo zelo nell'attaccare gli studenti e difendere i poliziotti. All'indomani quasi tutti i quotidiani, ad eccezione del berlusconiano "Il Giornale" e il fascista "Il Tempo", hanno mostrato una certa prudenza nel trattare degli scontri di Roma e in altre città, usando per lo più la parola "guerriglia" nella titolazione, alcuni scegliendo addirittura di non darla nemmeno come notizia principale. Ma il quotidiano del PD no, ha voluto strafare e ha scelto invece la linea del vero e proprio crumiraggio, titolando a tutta prima pagina: "I violenti contro lo sciopero".
Cioè a dire, ha cercato di mettere i lavoratori contro i giovani che con le loro azioni di piazza a Roma, Torino, Milano, Brescia e in altre città hanno alzato il livello politico di classe, antigovernativo e anticapitalista di questa importante giornata di lotta, additandoli come "violenti" e "provocatori di professione", e assolvendo d'ufficio i manganellatori agli ordini di Monti e Cancellieri, peraltro in difficoltà per l'immagine di violenza e brutalità che hanno mostrato al Paese.
E che non si sia trattato di un semplice infortunio, ma di una cosciente e premeditata azione di crumiraggio lo confermano le due pagine interne di resoconti, con articoli e titolazioni dello stesso, identico tenore di quello sparato in prima, come "Polizia-studenti, un giorno di scontri", "Scene di violenza in tutta Italia. A Torino agente ferito", e perfino il classico "Ultras da strada, ecco chi soffia sul fuoco della crisi economica", che equipara subdolamente le lotte di piazza del 14 novembre al tifo violento degli ultras del calcio.
La malafede del quotidiano del PD diretto da Claudio Sardo ha avuto però la risposta che si meritava dagli studenti della Sapienza, che nella conferenza stampa-assemblea del 15 novembre lo hanno severamente messo alla gogna, ammonendo che "non bisogna dividere: lo sciopero da una parte e la violenza dall'altra. Di questo dovrebbero preoccuparsi anche i giornalisti
".

21 novembre 2012