Calpestati la volontà popolare e le leggi sull'ambiente Abrogare il "decreto urgente" del governo Prodi sulle quattro megadiscariche Apre di imperio megadiscariche in luoghi protetti, dà poteri illimitati di stampo fascista al commissario straordinario, scarica per intero sulle masse popolari i costi dello smaltimento dei rifiuti, punta sugli inceneritori e non sulla raccolta differenziata Dal nostro corrispondente della Campania Venerdì 11 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato e reso operativo con le vigliacche cariche operate dalle "forze dell'ordine" e dell'esercito a Serre, il decreto legge n. 61, ancor prima della sua presentazione alla Camera per la conversione in legge e della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Un decreto da regime neofascista che, auspicato fortemente da Bassolino e Bertolaso, oltre ad esautorare ogni esercizio del potere amministrativo locale fa tabula rasa delle cosiddette valutazioni di impatto ambientale e conferisce poteri illimitati al Commissario straordinario per i rifiuti in Campania per la realizzazione immediata di quattro megadiscariche. Previa la sospensione di tutti i provvedimenti di sequestro e misure cautelari operati dall'autorità giudiziaria i siti prescelti sono quelli contestatissimi dalle comunità locali di Serre per la provincia di Salerno, Lo Uttaro, già aperto, per la provincia di Caserta, Terzigno, nel parco nazionale del Vesuvio, per la provincia di Napoli, Savignano Irpino per la provincia di Avellino, S. Arcangelo Trimonte per la provincia di Benevento. "L'uso del sito ubicato nel comune di Terzigno è consentito fino al completamento delle attività di collaudo ed alla messa in esercizio a regime del termovalorizzatore di Acerra", l'utilizzo del sito di Serre "è consentito fino alla realizzazione di un nuovo sito idoneo per lo smaltimento dei rifiuti individuato dal presidente della Provincia Salerno", Angelo Villani, nominato, insieme ai presidenti delle altre 4 province della Campania, subcommissario all'emergenza con il compito di "assicurare la piena realizzazione del ciclo di gestione smaltimento dei rifiuti", un ciclo alla diossina che prevede non uno, ma almeno "un impianto di incenerimento per ogni provincia". Il comma 4 dell'art.1 dimostra il piano criminoso, totalmente illegittimo ed illegale, del governo di "centro-sinistra" laddove si legge che "l'utilizzo dei siti di cui al presente articolo è disposto... in deroga alle specifiche disposizioni vigenti in materia ambientale, paesaggistico territoriale, di pianificazione della difesa del suolo, nonché igienico-sanitario", mentre l'art. 2 specifica che "il commissario delegato può utilizzare, previa requisizione, gli impianti, le cave dismesse o abbandonate, le discariche che presentano volumetrie disponibili anche sottoposte a sequestro della autorità giudiziaria" che egli, sempre "in via di somma urgenza", può procedere "all'affidamento diretto del servizio di smaltimento rifiuti a soggetti, anche privati, diversi dalle attuali società affidatarie del servizio". Intollerabile è poi l'art. 7 che sancisce che i costi dell'emergenza ricadranno per intero sulle popolazioni campane per i prossimi 5 anni. Dopo aver ingrassato con 2 miliardi di euro di soldi pubblici la multinazionale Fibe del gruppo Impregilo pagandogli a peso d'oro ogni Kg di immondizia indifferenziata impacchettata dai 7 impianti di Cdr il testo impone che "a decorrere dal 1° gennaio 2008 e per un periodo di 5 anni, ai fini della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, siano applicate misure tariffarie per garantire complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti". Ecco il risultato della politica dell'emergenza creata ad arte dal "commissariato straordinario" ai rifiuti, diretto prima da Rastrelli, poi da Losco e dal plurinquisito Antonio Bassolino poi da Corrado Catenacci e dal 2004 sotto la guida del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, per favorire la Fibe che da oltre un decennio fa profitti insieme alla camorra spa sul sabotaggio della raccolta differenziata a danno dell'ambiente e della salute dei cittadini. Una politica che si fonda su un infame ricatto che porta in calce la firma di Rastrelli e Bassolino, del tipo: se non volete i rifiuti che bloccano le strade, gli ospedali, le scuole, i negozi, gli uffici pubblici, se non volete il ritorno del colera, dovete accettare gli inceneritori e la riapertura delle discariche dove e come diciamo noi. Un ricatto che ha raggiunto quota 1 milione di tonnellate di immondizia che giacciono per le strade e che ha lo scopo di dividere e mettere l'una contro l'altro le comunità locali della Campania. Esso è da rispedire al mittente rivendicando l'abrogazione immediata del decreto legge, il rispetto della volontà popolare con la chiusura delle discariche non a norma e la bonifica dei territori inquinati, un grande piano di assunzioni per la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo dei rifiuti, la condanna dei vertici della troika mafiosa commissariato-Fibe-camorra per disastro ambientale ed igienico-sanitario e per strage, visto che comincia ad essere certificato il tasso di aumento delle patologie tumorali, come linfomi e leucemie infantili, e infettive legato alla riapertura delle discariche, al sabotaggio della raccolta differenziata ed alla cappa di diossina che avvelena già, ancor prima della apertura delle mostruose ciminiere di Acerra e Santa Maria la Fossa, l'area, l'acqua, il suolo, i raccolti, gli allevamenti di tante zone della nostra amata Regione. 16 maggio 2007 |