In applicazione della controriforma del modello contrattuale e della "riforma" Brunetta Governo e sindacati complici firmano un accordo separato sul salario di produttività per il pubblico impiego La CGIL e l'USB contrarie: irrisolti i problemi dei precari, del blocco della contrattazione e degli scatti di anzianità, congelate le elezioni delle RSU Il 25 marzo sciopero generale dei lavoratori pubblici e della scuola Sarà sciopero generale dei lavoratori delle pubblica amministrazione e della scuola. Lo hanno stabilito i segretari generali della Funzione pubblica (FP) Rossana Dettori, e della Federazione lavoratori della conoscenza (FLC) Mimmo Pantaleo, in un incontro del 7 febbraio scorso. In una nota congiunta hanno scritto: "Fp Cgil e Flc Cgil, valutati gli effetti dell'accordo separato del 4 febbraio sulla produttività nella pubblica amministrazione, hanno deciso di sottoporre ai rispettivi organismi dirigenti, la proposta di mobilitazione delle due categorie, non escludendo di arrivare alla proclamazione dello sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori". Occorre una risposta di lotta appropriata a un'intesa separata che di fatto cancella il contratto nazionale non fornisce alcuna soluzione ai lavoratori precari che saranno licenziati e che conferma il congelamento delle elezioni delle Rsu. "Siamo di fronte - denuncia Mimmo Pantaleo - a due organizzazioni sindacali, la Cisl e la Uil, che stanno appoggiando l'operato di un governo che di fatto agisce contro il mondo del lavoro, con una serie di provvedimenti che stanno distruggendo le fondamenta del welfare nel nostro Paese". Oltre alla mobilitazione generale dei lavoratori pubblici, la CGIL potrebbe anche promuovere il referendum abrogativo dell'intesa separata, uno strumento questo previsto dalla legge. Ricostruiamo in breve i fatti. La sera del 3 febbraio la presidenza del Consiglio convoca in tutta fretta per il 4 febbraio alle ore 8,30 una riunione a Palazzo Chigi con i sindacati del pubblico impiego per discutere di salario di produttività. L'indomani mattina, la delegazione del governo composta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e dai ministri Renato Brunetta e Maurizio Sacconi (non c'è Tremonti che è quello che eventualmente dovrebbe mettere i soldi), si presenta con in mano un accordo e pretende dai vertici sindacali presenti al tavolo una firma senza tante discussioni. Accordo preconfezionato e immodificabile Si tratta di un accordo preconfezionato e immodificabile, una paginetta composta da cinque punti, discusso e concordato in sede separata con i sindacati complici e l'esclusione della CGIL; prova ne sia il fatto che, con ancora la riunione aperta nel sito della FP-CISL è pubblicato il testo dell'accordo, accompagnato da un volantino esplicativo e una dichiarazione del segretario generale di questa organizzazione, Giovanni Faverin. Un accordo che si muove all'interno della controriforma del modello contrattuale (per il pubblico impiego introdotta il 30 aprile 2009) e del decreto legislativo n.150/2009 noto come "riforma Brunetta", con tutte le conseguenze negative che esse hanno comportato per le relazioni sindacali, la contrattazione e le condizioni di lavoro dei lavoratori pubblici. Un accordo che lascia irrisolti i problemi più gravi e urgenti del settore, in testa quello dei precari, che contiene in termini economici aggiuntivi poco o nulla, insomma un inganno o, come lo ha definito il segretario della CGIL, Susanna Camusso, "Una presa di giro dei lavoratori" finalizzato ad allentare le tensioni sociali in crescita contro il governo del neoduce Berlusconi. Come da copione, l'intesa preconfezionata è stata siglata da CISL, UIL, UGL, CONFSAL, CIDA. Non l'hanno sottoscritta e l'hanno respinta la CGIL, USB, COBAS e CISAL. Le motivazioni della CGIL riguardano il metodo: non si può accettare un testo scritto senza una vera contrattazione e immodificabile. E i contenuti, a partire dal fatto che l'intesa proposta prospetta di applicare la controriforma contrattuale e la controriforma Brunetta sempre avversate dalla CGIL. Quest'ultima contiene tra l'altro un meccanismo cosiddetto meritocratico, ingiusto e inaccettabile, per la distribuzione del premio di produttività articolato nel seguente modo: al 25% dei lavoratori considerati, non si sa sulla base di quali criteri, "più meritevoli" va il 50% della cifra stabilita; all'altro 50% un po' meno "meritevoli" il restante 50% della somma; all'ultimo 25% dei lavoratori, considerati "fannulloni", niente! Le menzogne di Bonanni e Angeletti I vari Bonanni e Angeletti mentono quando affermano che con questo accordo avrebbero tamponato la perdita del potere d'acquisito delle retribuzioni dei lavoratori della pubblica amministrazione che deriva dal blocco dei contratti fino al 2013 deciso dalla legge finanziaria. Si parla di 240 milioni di euro per un aumento procapite di 40 euro lordi che, intanto, il Tesoro non sembra disponibile a tirare fuori; che toccherebbe a una minoranza di lavoratori (600 mila su 3,5 milioni) e sarebbero comunque soldi ricavati dai tagli attuati e in via di attuazione con il licenziamento, per esempio, dei precari. Ci sono calcoli sindacali di tutt'altro avviso che certificano invece una netta decurtazione dei salari. Il blocco dei salari a regime provocherà almeno 160 euro di perdita di potere d'acquisto considerando che un 1 punto di inflazione vale circa 20 euro al mese. Sotto accusa della CGIL, oltre al governo, il comportamento di CISL e UIL. "Con l'accordo separato siglato a Palazzo Chigi - ha affermato a caldo Dettori - la Cisl e la Uil hanno scelto di correre in soccorso di un governo in crisi e di espellere la Cgil dal sistema di relazioni sindacali nel pubblico impiego, approvando la sospensione delle elezioni delle Rsu e il blocco dei salari per tre anni". "Siamo di fronte all'estensione del 'modello Marchionne' - ha aggiunto - al sistema di relazioni sindacale nel lavoro pubblico. Il cerchio si chiude ed è chiaro il disegno complessivo. Disegno che contrasteremo con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione". Lo sciopero va esteso a tutte le categorie In una nota più dettagliata la CGIL insiste sul punto che: "l'accordo separato si muove con tutta evidenza, solo in un ambito di scambio politico tra governo e sindacati firmatari che decidono così di sostenerne l'opera, soprattutto in un momento di difficoltà politica". L'accordo non elimina gli effetti negativi prodotti dalla legge Brunetta e dalla manovra economica del governo. "I precari - si legge - verranno falcidiati per effetto della legge 122; non si procede alle elezioni delle Rsu, rimane il blocco della contrattazione nazionale e decentrata; non si risolve il destino degli scatti di anzianità futuri della Scuola a partire dal 2011, per i quali mancano le risorse che non siano quelle derivate dai tagli del sistema di istruzione". Questo accordo ha "come unico obiettivo quello di avallare il modello normativo e contrattuale esistente: tale ipotesi - conclude la nota - non è né utile per risolvere i problemi del lavoro pubblico né per restituire efficienza alle Amministrazioni Pubbliche". Netto anche il giudizio dell'USB. Con questa intesa "si conferma uno smantellamento di tutto ciò che è pubblico - ha affermato Paola Palmieri dell'esecutivo -. Si mette in discussione la qualità dei servizi, perché i lavoratori fissi - sempre meno a causa dei pensionamenti e dei licenziamenti dei precari - non potranno reggere i nuovi carichi di lavoro. Di fatto - ha proseguito - autorizzano consapevolmente la vendita ai privati". Si va dunque verso lo sciopero generale del pubblico impiego e dei lavoratori della scuola. Il direttivo nazionale della FP CGIL lo ha fissato per venerdì 25 marzo prossimo. Ma ci sono motivi solidi perché sia esteso a tutte le categorie. Da tempo lo chiede la FIOM. Ora anche la FP e la FLC CGIL esprimono la stessa esigenza. Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, ha finora fatto orecchie da mercante. Potrà ignorare questa richiesta ancora per molto? 23 febbraio 2011 |