Grazie ai voti di Udc, Pdl, Lega e pezzi di PD Affossata la legge contro l'omofobia La relatrice: "Erano tutti in cattiva fede. Mi vergogno di sedere in questo Parlamento". "Brindano" i crociati anti-gay Bagnasco e Ratzinger Proteste degli omosessuali in tutta Italia La "legge Concia" che avrebbe introdotto nel codice penale l'aggravante per le aggressioni personali "commesse per finalità inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa" è stata affossata dalla Camera dei deputati. La pregiudiziale di incostituzionalità, sollevata dall'Udc, ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti. Hanno votato a favore, oltre all'Udc, il Pdl (eccetto 9 deputati che hanno votato contro e dieci astenuti), la Lega e pezzi del PD (tra cui la clerico-fascista Paola Binetti). Osceni ed aberranti i cavilli della motivazione: 1) la legge violerebbe l'art 25 perché l'espressione "orientamento sessuale è definizione estremamente generica" 2) l'orientamento sessuale è "una posizione soggettiva che non sempre è meritevole di tutela differenziata" 3) la legge violerebbe "il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 con riferimento al canone della ragionevolezza" in quanto: "l'inserimento tra le circostanze aggravanti comuni previste dall'articolo 61 del codice penale della circostanza di aver commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento sessuale ricomprende qualunque orientamento ivi compresi incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo eccetera", e dunque "non essendo possibile accertare nell'interiorità dell'animo l'autentico movente che spinge alla violenza ne conseguirebbe che chi subisce violenza, presumibilmente per ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court. Si introdurrebbe - conclude la nota redatta dai gerarchi del regime neofascista - un trattamento diverso nella commissione di delitti non colposi senza alcuna ragionevole giustificazione". Senza alcuna ragionevole giustificazione un corno! 1) Le vigliacche aggressioni di cui sono oggetto omosessuali e transessuali sono violenze del tutto equiparabili a quelle a sfondo razziale; 2) il razzismo è una forma di cannibalismo, come giustamente disse Stalin; 3) nel nostro Paese razzismo ed omofobia sono sinonimo di nazi-fascismo. Per questi motivi l'aggravante rispetto ai delitti comuni era più che giustificata e lo sdegno dell'Arcigay più che sacrosanto: "Abbiamo assistito a uno spettacolo vergognoso con interventi da parte di esponenti dell'Udc che hanno accostato l'orientamento sessuale a incesto e pedofilia". È il commento del presidente nazionale Aurelio Mancuso che ha annunciato una serie di iniziative per i prossimi giorni in coordinamento con il movimento "We Have a Dream" che non appena ha appreso la notizia della bocciatura della legge ha convocato un sit-in notturno - non autorizzato - davanti a Montecitorio. Nei giorni seguenti in tutta Italia le associazioni Lbgt hanno organizzato presidi, sit-in ed iniziative, c'è tanta rabbia ma anche disincanto tra coloro che hanno avuto il coraggio di rendere pubblica la propria identità di genere, come: "le associazioni filo istituzionali hanno fallito, nessuno ci rappresenta in Parlamento, dobbiamo autorganizzarci". La stessa redattrice del provvedimento Paola Concia è infuriata: "Mi vergogno di far parte di questo Parlamento. È un Parlamento fatto di gente che non studia, ma questo gli italiani lo sanno. Hanno votato tutti contro un provvedimento piccolo contro chi commette violenza su un transessuale o un omosessuale. Siamo un Paese di poveracci, in cui non si possono fare cose di civiltà, bisogna che ci sia la guerra civile. L'avevo detto già ieri: chiedo a tutti un momento di pace, facciamo una cosa piccola ma di civiltà, che può andare verso il futuro". Ce l'ha con il Pdl ma anche con il suo partito, il PD: "Il mio gruppo ha votato incautamente. Era meglio il rinvio in commissione. Io sto qui da un anno e l'ho capito prima di loro come funzionano le cose. Ma lo sapevano, senza avvertirmi hanno cambiato idea e hanno votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in Commissione, la verità è che se ne volevano liberare tutti di questa legge. Erano tutti in cattiva fede, lo sapevano tutti che finiva così. Questa era una legge nostra, in altre occasioni per le nostre leggi abbiamo fatto cose inenarrabili, abbiamo fatto opposizione, ostruzione. Questa legge, invece, la buttiamo via così" - per poi concludere con una amara verità: "Hanno fatto morire la legge perché tanto i froci sono quelli da buttare al macero in 30 secondi". Franceschini, chiamato in causa mentre è impegnato a propagandare fantomatiche "svolte", ha provato la difesa d'ufficio: "Il dato politico è che la destra e l'Udc hanno affossato il provvedimento contro l'omofobia. Noi abbiamo votato contro il rinvio perché non ci è stato garantito dalla maggioranza un impegno su tempi. Detto questo c'è un serio problema di permanenza della Binetti. Non votare questi provvedimenti significa non riconoscersi nei valori del PD". Anche per Ignazio Marino quello della Binetti è un atto grave: "Che partito e che opposizione può promettere chi permette a Binetti di continuare a sedere nei banchi del PD, votando con la destra?". Risultato, la devota dell'Opus Dei è ancora al suo posto, l'omofobia e la transfobia restano nel PD. In questo macabro teatrino dei "distinguo" si è inserita "a sorpresa" il ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna che forse su suggerimento di Goebbels, candidamente afferma: "Mi farò garante di riparare all'errore commesso dal Partito Democratico, proponendo al Consiglio dei ministri un disegno di legge che preveda aggravanti per tutti i fattori discriminanti compresi quelli dell'età, della disabilità, dell'omosessualità e della transessualità". Uno specchietto per le allodole visto che i fascio-leghisti al governo sanno bene che ci vorranno tempi biblici per scrivere e far approvare una nuova legge (senza decretazione d'urgenza e voti di fiducia!) e a tutto stanno pensando fuorché che ad aprire nuovi fronti di contrasto con il Papa e le gerarchie ecclesiastiche, in nome della libertà di coscienza. Non va dimenticato infatti che i primi a raccogliere la bandiera dell'omofobia, da affiancare alla xenofobia anti-immigrati, furono proprio le camicie verdi di Bossi con lo slogan: "Famiglia eterosessuale, figli, popolo e devolution", poi arrivò la "Pulizia etnica contro i culattoni" del sindaco e poi vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, e infine questo regalo ai crociati Ruini e Bagnasco che possono brindare per questa ennesima vittoria dell'oscurantismo cattolico: l'Italia resta il paese con la legislazione più arretrata e fascista d'Europa! E il papa nero Ratzinger? Questa volta non parla. Ma ricordiamo che definì "debole" le "unioni di fatto" per affossare Pacs e Dico, che si è scagliato contro la dichiarazione dell'Onu contro la criminalizzazione dell'Omosessualità, che nei suoi scritti e discorsi ha alimentato una crociata antigay dai toni sempre più veementi e dalle motivazioni sempre più nazistoidi, dal contro-natura, ai malati, ai deviati, ai perversi, ai nemici della società e della specie, in alcuni estremi persino paragonati ai pedofili. Via libera a nuove aggressioni squadriste La cronaca degli ultimi giorni. Un'insegnante dell'Istituto tecnico del quartiere San Paolo - Ostiense di Roma, avrebbe riferito durante una lezione: "Gli omosessuali sono persone che non condivido, e se mi capitasse di incontrarne ne starei bene alla larga, certe persone devono essere evitate". Dichiarazioni fortemente discriminatorie verso lesbiche, gay e trans che - secondo Fabrizio Marrazzo, Presidente di Arcigay Roma e Responsabile della Gay Help Line - "hanno provocato un duplice effetto, da un lato l'indignazione da parte degli studenti, e dall'altro un rafforzamento della condizione dei bulli della classe, che ora si sentono maggiormente liberi di prendere in giro le lesbiche ed i gay. Le persone che hanno effettuato le segnalazioni, hanno espresso la loro indignazione e la loro difficoltà di continuare ad andare a scuola". Giovedì 16 ottobre a Napoli è stato aggredito Ernesto, un insegnante di inglese per i ragazzi non vedenti. Alle ore 18 tre ragazzi sui vent'anni, teste rasate, giubbotti bomber, si sono avvicinati mentre aspettava il treno della metropolitana al ritorno dal lavoro in Piazza Quattro Giornate, al Vomero. L'hanno obbligato ad alzarsi dalla panchina, gli hanno puntato un oggetto acuminato sotto i testicoli e due dita alla gola. "Mi hanno gridato frocio di merda, stai zitto sennò ti ammazziamo. Non so se sono neofascisti, ma ne avevano sicuramente l'aspetto. Pensavo a una rapina, poi mi hanno detto sei uno sporco, un ricchione, se urli ti uccidiamo. Non mi hanno ferito, ma avrebbero potuto. Sono sfiduciato, impaurito. Questa è la città, ma in generale l'Italia, in cui viviamo...", aggiungendo: "Ho tentato di denunciare l'episodio mercoledi sera in Questura, ma evidentemente avevano voglia di scherzare. Un agente mi ha detto: 'È di moda l'omofobia, vero'. Ho trovato la battuta di cattivo gusto e sono andato via". Si è recato quindi ai carabinieri: "Sarà il sistema di videosorveglianza della metropolitana a identificare gli autori" gli ha detto, "Se funziona...", avrebbe borbottato un carabiniere. 21 ottobre 2009 |