Gli squadristi attaccano gli studenti di sinistra con spranghe, bastoni e cinghie Aggressione fascista a RomaTre. Picchiati a sangue i ragazzi dei Collettivi Solidarietà dagli studenti della capitale, dalla Cgil e dal PMLI L'Anpi denuncia la ricostituzione del partito fascista Lunedì 16 marzo, mezza mattinata, Università RomaTre: un manipolo di appartenenti ad Azione universitaria (emanazione di AN di Fini e La Russa) entrano nell'aula autogestita dagli studenti del Collettivo e minacciano l'unico presente di "non interferire" quando, mercoledì 18, avverrà la presentazione di un libro dedicato al tifoso laziale Gabriele Sandri, freddato sedici mesi fa in un autogrill da un poliziotto. Nell'allontanarsi gli squadristi rifilano alcuni pugni sul volto al malcapitato studente. La denuncia dell'aggredito fa scattare l'immediata mobilitazione degli studenti di sinistra che discutono con i provocatori, stranoti. Toni accesi, niente più, la cosa sembra finita. Invece, poco dopo mezzogiorno, proprio davanti a Scienze politiche arrivano tre auto con una quindicina di squadristi - peraltro esterni a questa università, quasi una ronda di quelle istituite dal governo del nuovo Mussolini e che ha agito evidentemente in maniera premeditata - armati di spranghe, cinghie e bastoni e con i caschi integrali in testa. Avviano un pestaggio sistematico che fa diversi feriti, due dei quali finiscono al Pronto soccorso. Tra questi il nostro compagno Federico Bruno, membro del Collettivo di Scienze politiche, che in ospedale riceve 3 punti di sutura alla testa. Dopo l'aggressione si è svolta un'assemblea e poi una manifestazione lungo via Ostiense degli studenti di sinistra che hanno occupato il palazzo del rettorato per chiedere provvedimenti e non chiacchiere al rettore Guido Fabiani. Subito si è registrata la solidarietà degli studenti capitolini, universitari e medi, nei confronti degli aggrediti, con dazebao affissi in diverse scuole e nuove iniziative si sono svolte a RomaTre per denunciare i fatti e soprattutto per evidenziarne le responsabilità politiche dirette e indirette. Su questo punto le cose sono chiare: i balilla del regime neofascista, siano essi in doppiopetto versione Berlusconi/Fini/Alemanno o in versione "militaresca" tipo Blocco studentesco/Forza nuova, ecc., si sentono ormai liberi di spadroneggiare in ogni situazione e in ogni luogo tant'è che, nel comunicato in cui come al solito provano a ribaltare i fatti e le colpe, si dicono "sicuri che il cambiamento in atto in Italia ed a Roma sia prossimo anche nelle università". Intanto, all'indomani, studenti e personale di Scienze politiche hanno aperto l'armadietto dell'aula dove si radunano gli studenti di destra di RomaTre e vi hanno trovato spranghe e catene oltre ad un repertorio di volantini e libelli inneggianti al fascismo e al razzismo. Il Collettivo di Scienze politiche di RomaTre, tra gli altri, ha denunciato l'ennesima e prepianificata aggressione fascista criticando anche il fatto che nella loro università "le istituzioni si mostrano tolleranti verso organizzazioni neofasciste come Azione universitaria e Blocco studentesco". Solidarietà agli aggrediti è venuta da più parti, compresa la Cgil che ha condannato "con forza queste azioni squadristiche" e si è detta preoccupata per il "clima difficile in molte aree della città" dato il ripetersi di episodi di questo tipo. Dal canto suo l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) denuncia la praticamente avvenuta "ricostituzione del partito fascista, proibita dalla Costituzione e dalle leggi Scelba e Mancino, senza che questo reato e sfida alle istituzioni democratiche ne provochino opposizione e le sanzioni dovute". Un comunicato di solidarietà militante agli studenti aggrediti è stato diramato dalla Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma del PMLI in cui si legge tra l'altro: "dietro l'infame aggressione si cela il progetto di completare la terza repubblica neofascista; difatti i fascisti e i nazisti sono soliti servirsi di simili atti squadristici come pretesto per poter restringere le libertà democratiche. Lo erano ai tempi della loro abominevole dittatura, lo sono oggi. Non dobbiamo però farci prendere dalla rabbia e montare azioni che prevedono lo scontro fisico di piccolo gruppo". I dirigenti nazionali del Partito con alla testa il compagno Giovanni Scuderi hanno inviato una lettera alla Cellula romana in cui tra l'altro si afferma: "Colpendo Federico è come se avessero colpito tutto il Partito. Perciò la sua rabbia è la rabbia di tutto il Partito. E ciò rafforza il nostro comune impegno a combattere politicamente e con azioni di massa gli squadristi, il cui scopo è quello di innescare uno scontro fisico senza fine con i giovani antifascisti più attivi e combattivi in modo da fornire un alibi al governo del neoduce Berlusconi per accelerare la fascistizzazione dello Stato, delle leggi e del Paese". Anche istanze di base e intermedie hanno espresso fraterna solidarietà alla Cellula romana e al compagno vittima degli squadristi. 18 marzo 2009 |