Lo denunciano le Ong europee Gli "aiuti per lo sviluppo" della Ue ai Paesi asiatici e alla Colombia nascondono finanziamenti per l'"antiterrorismo" L'Unione europea è "generosa" e da sola contribuisce a coprire la metà degli aiuti pubblici ai paesi sottosviluppati. Ma di recente una fetta consistente di questi aiuti è finita a coprire progetti non per lo sviluppo ma per la sicurezza, sono finiti in misure contro il "terrorismo". Lo ha recentemente denunciato la rete delle Ong europee, dalla sede di Bruxelles, in seguito all'analisi di documenti della Commissione europea. I documenti sono 33 rapporti preparati dalla Commissione per decidere cosa finanziare e come in altrettanti paesi. In diversi casi al posto degli interventi nella lotta alla povertà, per l'alfabetizzazione, per l'assistenza sanitaria e sociale sono prevalenti le spese per la "lotta al terrorismo". Nel documento sulla Malesia è indicato che gli otto milioni di euro destinati a finanziare il capitolo "commercio e investimenti" siano utilizzati nell'antiterrorismo e nella gestione dell'immigrazione. Stesse raccomandazioni nei documenti riguardanti Colombia, Pachistan e Indonesia. Il dirottamento dei finanziamenti degli aiuti allo sviluppo verso misure di "sicurezza" e di "mantenimento dell'ordine pubblico" sono una conseguenza della decisione anche dell'Unione europea imperialista di seguire l'imperialismo americano nella "guerra infinita" al terrorismo ovvero di intervenire con gli aiuti o direttamente con i militari in qualsiasi parte del mondo ove sarebbero minacciati i loro "interessi vitali". Non è una novità per la Ue che già nel 2005 aveva destinato 5 milioni di euro alle Filippine in "Applicazione della risoluzione Onu sulle conseguenze dell'11 settembre 2001". Il regime di Manila non aveva avuto conseguenze dagli attentati terroristici negli Usa dell'11 settembre; casomai le Filippine erano finite nel mirino degli Usa per la presenza della guerriglia islamica nel nord del paese e l'avevano inserite nell'elenco dei paesi dove intervenire, assieme a Afghanistan, Iraq e Somalia. D'altra parte la Ue già nel 2002 aveva soppresso il Consiglio di sviluppo europeo, cioè la riunione ufficiale dei ministri della Cooperazione internazionale dei paesi comunitari, e affidato le relazioni estere all'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, Javier Solana, che nel suo primo documento sulle strategie sollecitava l'Ue a creare una sinergia tra gli obiettivi di sicurezza e quelli di sviluppo mediante un approccio "globale e coerente". Cioè una politica estera fortemente finalizzata agli aspetti della sicurezza che coerentemente ha portato gli "aiuti umanitari" con carri armati e bombardieri. L'esempio degli Usa è lampante; nel nome della "lotta al terrore" un fiume di denaro che poteva essere destinato allo sviluppo dei paesi poveri è finito in appalti a multinazionali per la ricostruzione postbellica in Afghanistan e Iraq, o meglio è finito nelle tasche delle multinazionali al seguito degli occupanti imperialisti. Con episodi significativi come quello denunciato da "Peacereporter" in Afghanistan: il governo Bush ha dato ben 8,3 milioni di dollari a Voice for humanity, una piccola azienda del Kentucky legata al presidente della commissione parlamentare che approva i bilanci per l'Afghanistan, il senatore Mitch McConnel, per finanziare la distribuzione nei villaggi di 65.800 lettori mp3 da 50 dollari l'uno, contenenti messaggi volti a "promuovere la democrazia" e il sostegno al governo Karzai. 14 febbraio 2007 |