Il neopodestà Alemanno vara le nuove tariffe +50% biglietti e abbonamenti dei mezzi pubblici a Roma Protestano gli studenti e lo SPI CGIL Dal 25 maggio partiranno a Roma le nuove tariffe per il trasporto pubblico locale, lo ha deciso il neopodestà Alemanno e la sua giunta con delibera emanata lo scorso febbraio: il costo del biglietto di trasporto pubblico valido per 75 minuti passa da un euro a un euro e cinquanta centesimi con una maggiorazione del 50%, inoltre spariscono gli abbonamenti mensili e rimarranno in vigore soltanto quelli annuali, comunque rincarati. Quanto alle agevolazioni per studenti e anziani che finora hanno certamente contribuito a sostenere queste fasce deboli, spariranno totalmente a favore di un sistema che concederà sconti solo sulla base del calcolo ISEE, cioè delle fasce di reddito. Con un ISEE, che si basa sul reddito familiare, superiore ai ventimila euro annuali non si avrà diritto a nessuna agevolazione ma, tenuto conto che l'ISEE medio è di 35.000 euro annui, chi non supera i ventimila si trova già abbondantemente nella fascia di povertà: per fare esempi pratici, per una pensionata che prende 800 euro al mese l'abbonamento annuale passerà da 100 euro a 120 da pagare in una unica rata, mentre finora costava per tutti i cittadini ultrasessantacinquenni 18 euro al mese. La protesta di SPI CGIL non si è fatta attendere per bocca del segretario generale Teti Croci che ha inutilmente tentato un incontro con Alemanno e che annuncia presidi in tutta la città. Anche gli studenti sono in agitazione perché sono di fatto obbligati ad acquistare un abbonamento annuale mentre ne usufruiscono solo per nove mesi all'anno, con un aggravio di costi per le famiglie facilmente immaginabile, anche in considerazione che, oltre agli studenti medi, Roma ha una popolazione universitaria di duecentosessantamila studenti, molti dei quali fuori sede per i quali l'abbonamento annuale è una vera beffa, perché durante il periodo di vacanza torneranno alle località di residenza e non potranno quindi utilizzare l'abbonamento annuale. E tutto questo, si giustifica il neopodestà Alemanno, viene fatto per ripianare i debiti dell'ATAC - l'azienda romana di mobilità - che però non può far pagare agli utenti le porcherie, la pessima gestione e gli scandali come l'assunzione indiscriminata di parenti e amici del sindaco, dei consiglieri e della giunta comunale contraddistinti non da capacità professionale ma solo dalla militanza di estrema destra, come recenti inchieste della magistratura hanno messo in chiaro. 16 maggio 2012 |