Il neopodestà di Roma depone una corona davanti a ex sede missina per ricordare tre fascisti uccisi negli anni Settanta Alemanno propone una via ai "martiri Msi" Non pago di aver attuato a Roma le più odiose misure liberticide fasciste, razziste e xenofobe imposte dal governo del neoduce Berlusconi, dopo aver criminalizzato gli studenti della Sapienza giustamente in lotta contro il decreto Gelmini ("300 piccoli criminali"), dopo aver chiesto una via della capitale intitolata al fucilatore di partigiani Almirante, lo scorso 7 gennaio l'ex picchiatore fascista Alemanno si spinge oltre e torna da sindaco davanti alla sede dell'MSI di via Acca Larentia per onorare i "martiri MSI", con tanto di fascia tricolore, corona d'alloro e vigili urbani. Si tratta di tre giovani militanti fascisti del "fronte della gioventù" uccisi il 7 gennaio 1978, due dei quali - Francesco Ciavatta e Franco Bigonzetti - all'uscita della sede MSI di via Acca Larentia da un commando armato che nel volantino di rivendicazione si firmava "nuclei armati per il contropotere territoriale" e un terzo - Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio - centrato in piena fronte da un proiettile sparato volontariamente ad altezza d'uomo da un ufficiale dei carabinieri (il capitano Sivori) in seguito a tafferugli scoppiati nei dintorni. Per circa 10 anni le indagini non portarono a conclusioni, pare che la mitraglietta usata nell'agguato fosse simile a quella usata in tre omicidi firmati "Br", ma solo a distanza di oltre 7 anni sarebbe stata impiegata - per gli omicidi dell'economista Ezio Tarantelli nel 1985, dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti (1986) e del senatore DC Roberto Ruffilli (1988) - e non nel periodo in cui fu più forte il terrorismo "Br". Il capitano Sivori venne condannato solo per "eccesso colposo di legittima difesa" (Cossiga dichiarerà anni dopo di averlo coperto). Altri elementi indurrebbero ad escludere completamente la pista delle "Br". Alemanno sfacciatamente chiede "giustizia, perché qui non è stata fatta visto che nessuno è stato condannato per la morte di questi ragazzi innocenti" senza certo interrogarsi sulle trame golpiste e terroriste nere e sedicenti "rosse" negli '70 e '80 dello Stato e dei servizi segreti nell'alimentare il clima di violenza dei cosiddetti "anni di piombo". In realtà prende la palla al balzo per dire che "questi tre ragazzi furono uccisi trentuno anni fa con una mitraglietta che poi servì alle Br per uccidere magistrati e politici; quindi questi giovani del Movimento Sociale furono la palestra in cui si prepararono le Br. Purtroppo nel 1978 si tendeva a negare la violenza a sinistra". Parole che fanno da eco a quelle usate per criminalizzare le sacrosante ragioni del movimento studentesco in lotta alla Sapienza contro i tagli devastanti a scuola e università: "bisogna essere consapevoli che dentro l'università il problema principale è dato da un fortissimo estremismo di sinistra. Lì si invitano i terroristi rossi e al Papa è impedito di parlare". Nemmeno in quel caso la questione stava in quei termini. Ma non è finita: queste vicende, per Alemanno, sono buone per imbastire al meglio tutta una serie di tesi, poi rilanciate dappertutto in Rete per contrabbandare e accreditare come convincimento generale la tesi reazionaria che in fin dei conti fascisti e comunisti pari sono e precisamente che da un punto di vista idealistico sono ugualmente rispettabili, e da un punto di vista "pratico" parimenti condannabili: niente di più assurdo, ma un simile inganno serve a fare il gioco della borghesia e dei fascisti! Non è affatto un caso se molti forum, blog e gruppi di discussione in rete che hanno trattato questi avvenimenti, han finito per perdere di vista i veri termini della questione per scivolare sulle posizioni dei fascisti. Così come non è un caso che in tanti vedano come una sfida l'appello della madre di Valerio Verbano, presentato come lo "studente di sinistra ucciso dai NAR - nuclei armati rivoluzionari - nel 1980" secondo la quale il sindaco di Roma "dovrebbe essere presente anche all'anniversario di Valerio, il 22 febbraio, dal momento che tutti questi ragazzi, di destra e di sinistra, avevano degli ideali, sono morti per quelli, perciò non bisognerebbe fare discriminazioni". Prontamente Alemanno fa sapere alla madre del ragazzo ucciso che "sarebbe un onore. Sperando che questo non susciti una reazione negativa della sinistra"; ecco così accreditata l'immagine "democratica" di sindaco che ascolta le "parti contrapposte". Niente di più fuorviante, la strategia di Alemanno è in realtà quella dei fascisti: stravolgere i fatti, deformare, censurare, usare strumentalmente gli "opposti estremismi" per sostenere diversamente le sue posizioni fasciste, che poi sono le posizioni sempre più impresentabili della classe dominante borghese. Un filo nero lega il passato fascista di Alemanno alla sua elezione a sindaco di Roma e alla strategia comunicativa con la quale fa passare per terrorista tutto ciò che il regime neofascista non gradisce. Proprio quell'Alemanno che qualche mese fa si dichiarava addirittura antifascista: un ossimoro ancor più clamoroso se visto da sotto quella bandiera nera col simbolo della croce celtica piantata in cima alla sede dell'ex sezione missina di Acca Larentia, dove qualche ora dopo la commemorazione di Alemanno, si è levato il saluto romano di trecento neofascisti schierati al grido di "Camerati, sull“attenti!", presente naturalmente anche il fascistissimo Storace che ha invitato il Campidoglio a "non versare lacrime finte - e prosegue il caporione de La Destra - dodici mesi fa ci fu persino Fini, con una faccia tosta incredibile, ad una messa in suffragio dei martiri. Non aveva ancora svelato il proprio antifascismo". Capito? Alemanno e Fini non sono abbastanza fascisti. Se mai ci si sarebbe potuti aspettare la proposta di vedere una via intitolata ai "martiri di Acca Larentia", occorre fare un passo indietro nella storia per capire come anche le sedicenti "Brigate rosse", e i gruppi "ultrasinistri" e trotzkisti che flirtavano col terrorismo, come "Lotta continua", erano manovrati occultamente dai servizi segreti, dalla P2 e dalla Cia per distogliere la masse dalla lotta di classe, spianare la strada alla fascistizzazione dello Stato borghese e all'avvento del regime capitalista neofascista, presidenzialista, federalista e imperialista oggi imperante. Per noi marxisti-leninisti il terrorismo è nemico della classe operaia, del socialismo e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, questo concetto era valido ieri al pari di oggi, che occorre prima di tutto far recuperare alla classe operaia la coscienza di classe per sé dopo la devastazione ideologica e politica operata dai partiti sedicenti comunisti, a cominciare dal PCI, rinnegati e riformisti della "sinistra" borghese che hanno sempre fatto gli interessi del capitalismo e della classe borghese. 18 febbraio 2009 |