Elezioni regionali in Lombardia La grande finanza milanese sostiene Ambrosoli Dal nostro corrispondente della Lombardia Umberto Ambrosoli, candidato dalla "sinistra" borghese a governatore della Lombardia alle regionali del regime neofascista, si presenta all'elettorato con megamanifesti col suo faccione con sotto scritto un accattivante slogan: "forte perché libero". È l'ennesimo slogan falso partorito da qualche società di marketing borghese che vorrebbe illudere che tramite la sua elezione diretta a dittatore federato egli governerà la Regione "libero" da condizionamenti di lobby e potentati politico-economici vari, una "svolta" a confronto del governatore regionale uscente, Roberto Formigoni, che invece è un esponente dichiarato della lobby politico-affaristica catto-neofascista di Comunione e Liberazione che le recenti indagini della magistratura hanno rivelato essere una gigantesca associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per l'accaparramento privato di appalti e finanziamenti pubblici della Regione Lombardia. Ma tale "libertà" è scientificamente impossibile in uno Stato borghese e nel capitalismo laddove, ci insegna Lenin: "la potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi" (cit. da "Sullo Stato", 11 luglio 1919); e il pupazzo Ambrosoli non fa eccezione! Infatti, Ambrosoli, lo troviamo a cena di gala in casa di Francesco Micheli, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo dal luglio 2012 e Amministratore delegato-Direttore generale di Intesa Sanpaolo Group Service dal settembre 2012, gran lobbista del Comitato Esecutivo dell'Aspen Institute Italia (succursale del Bilderberg Group), amico di Salvatore Ligresti e di Bruno Ermolli, abile speculatore finanziario interessato, come i suoi già citati amici, ad allargare il giro d'affari miliardari già avviati in Lombardia con Formigoni, tra sanità privata, Expò ed altro ancora. E poi, con Ambrosoli grande ospite in casa Micheli, indovina chi viene a cena? Lo riferisce "Il Fatto quotidiano" del 5 febbraio: c'è Marco Tronchetti Provera (il presidente di Pirelli, recentemente rinviato a giudizio per ricettazione nel caso Kroll), e poi Umberto Paolucci (ex presidente di Microsoft Italia), Ernesto Gismondi (patron di Artemide), Carlotta De Bevilacqua, Paolo Basilico (presidente di Kairos), Severino Salvemini (presidente di Telecom Italia Media), Luca Garavoglia (presidente di Campari), Paolo Andrea Colombo (presidente di Enel), Antonella Camerana, Chicca Olivetti, Chiara Bazoli (figlia del banchiere Giovanni). Buona parte della grande borghesia finanziaria milanese, insomma, a cui si aggiungono alcuni giornalisti di fiducia (il direttore di "A" Maria Latella, Natalia Aspesi, il responsabile del Domenicale del Sole 24 ore Armando Massarenti, Dario Di Vico, Lina Sotis, Giancarlo Bosetti, Michele Serra con Giovanna Zucconi), e vari professionisti a loro legati (gli avvocati Cesare Rimini e Alberto Moro Visconti, l'ortopedico Alex Castagna), il compositore Filippo del Corno e il fotografo Roberto Koch. Sono 120 i convitati borghesi, serviti da uno stuolo di camerieri in divisa, che tra una portata e l'altra ascoltano le concioni elettoralistiche di Ambrosoli che viene pure corretto e consigliato dai presenti affinché sia più efficace nell'abbindolare l'elettorato: "Non argomentare così tanto, ti prego - lo scongiura l'attrice borghese femminista Lella Costa - la gente ha bisogno di messaggi semplici. E dobbiamo vincere!". La cena finisce, in un trionfo di strette di mano, con la pubblica lettura dell'Iban per sostenere la campagna elettorale del candidato governatore Ambrosoli, "pecunia non olet" (Il denaro non ha odore) per quanto lo riguarda! Quindi a nulla valgono le balle dei falsi comunisti di PRC e PdCI candidati nelle liste di Andrea Di Stefano "Etico a sinistra per un'altra Lombardia" che sostengono Umberto Ambrosoli alfine di spostare il suo eventuale governo regionale il più possibile "eticamente a sinistra". In realtà Ambrosoli è già schiettamente schierato a destra con la grande finanza milanese che lo sostiene per i propri fini capitalistici. Scopo dei partiti falso-comunisti e del cartello elettorale "Etico" non è quindi di spostare a sinistra Ambrosoli bensì di spostare a destra l'elettorato di sinistra composto dalla classe operaia e dalle masse lavoratrici e popolari verso l'elettoralismo borghese e il sostegno al capitalismo e alle sue istituzioni neofasciste, presidenzialiste e federaliste. 20 febbraio 2013 |