Inquisiti l'ex vicecapo della polizia Izzo e il prefetto Iurato Scandalo degli appalti polizia-Finmeccanica a Napoli 12 arresti fra cui l'ex questore Fioriolli e l'ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, Mautone L'8 gennaio scorso il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 12 ordinanze di arresto richieste dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai Pubblici ministeri (Pm) Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, titolari dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza e in particolare per la costruzione del Cen, il centro di elaborazione dati della Polizia, nel capoluogo campano del valore di 37 milioni di euro. Tra i destinatari dei provvedimenti tutti accusati a vario titolo di reati gravi e infamanti che vanno dall'associazione per delinquere alla turbativa d'asta, abuso di ufficio, turbativa d'asta, frode in pubbliche forniture, rivelazione del segreto d'ufficio, falso e corruzione, figurano l'ex questore di Napoli Oscar Fioriolli (ai domiciliari), l'ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone. Agli arresti sono finiti anche il faccendiere Lucio Gentile, con precedenti per bancarotta, e alcuni dirigenti di società del gruppo Finmeccanica tra cui Carlo Gualdaroni, ex amministratore delegato di Elsag Datamat spa e ora amministratore delegato (ad) di Telespazio; Francesco Subbioni, ad di Electron Italia e consigliere di Elsag; Guido Nasta, consigliere della Elsag, Luigi De Simone, responsabile Elsag per la Campania ed Enrico Intini, definito nelle carte "costruttore di riferimento" del gruppo Finmeccanica e ricordato dagli inquirenti come l'imprenditore barese che aveva ingaggiato Gianpaolo Tarantini come mediatore per usare la sua conoscenza con l'ex premier Berlusconi per fare affari. Circostanza confermata dallo stesso "Giampi" che ha ammesso di aver conosciuto Intini tramite il comune amico Roberto De Santis, imprenditore molto legato al PD. La procura di Napoli ha inoltre chiesto l'interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell'ex vicecapo della polizia Nicola Izzo e del prefetto Giovanna Iurato (a L'Aquila fino all'ottobre 2012, poi capo dell'Ispettorato generale di amministrazione del ministero dell'Interno). Il gip Claudia Picciotti ha disposto anche il sequestro preventivo di oltre cinquanta milioni a carico della Elsag Datamat e della Electron, le due società del gruppo Finmeccanica coinvolte nell'inchiesta. Al centro dell'inchiesta ci sono in particolare sette appalti da assegnare nell'ambito del Piano organizzativo nazionale per la sicurezza: videosorveglianza del Comune di Napoli; ristrutturazione del commissariato di polizia Decumani; sistema integrato di videosorveglianza di Comuni vesuviani e nei quartieri napoletani di Forcella, Poggioreale, Ponticelli e Decumani; Si-ma (monitoraggio ambientale e videosorveglianza) dell'agro acerrano-nolano; videosorveglianza del territorio tra il quartiere di San Giovanni a Teduccio e Castellammare di Stabia. Lavori affidati quasi tutti ad aziende di Finmeccanica che, stando agli atti dell'accusa, aveva elaborato un piano preciso in combutta con gli alti funzionari dello Stato finiti in manette per accaparrarsi l'intera torta. L'indagine, scrivono i magistrati, fa emergere "l'unitarietà del progetto criminoso del gruppo Finmeccanica" in quanto uomini del gruppo attraverso "sistematici interventi", hanno "pilotato gli appalti in favore di imprese riconducibili alla holding". Tutto ciò, "attraverso l'intermediazione" del faccendiere Gentile, e stringendo "relazioni affaristiche con esponenti istituzionali, quali Mautone e Fioriolli" e con quest'ultimo che "non esitava a chiedere direttamente ed espressamente un'intercessione dei manager di Finmeccanica per ottenere un posto di lavoro per la figlia". Emblematico in tal senso è un'intercettazione telefonica fra Luigi De Simone, responsabile Elsag per la Campania, che annuncia al suo interlocutore, Francesco Subbioni, ad di Electron Italia: "Abbiamo il porco per le orecchie". E aggiunge: "Entriamo con i piedi nel piatto in modo ancora più pesante, perché abbiamo il tempo di fargli capire un po' noi cosa sappiamo fare". Un colloquio che, secondo il Gip Claudia Picciotti, riassume in modo pittoresco ma molto efficace "la visione unitaria del gruppo in relazione agli appalti relativi alla sicurezza" a Napoli. 27 marzo 2013 |