Per scongiurare la riapertura di una megadiscarica in Contrada Pisani Appoggiamo la rivolta popolare di Pianura: via subito le "forze dell'ordine" e l'esercito Con le barricate, i blocchi stradali e le grandi manifestazioni di piazza la popolazione del martoriato quartiere di Napoli resiste all'inaccettabile diktat del devastatore Bassolino, del nuovo commissario straordinario e del governo. Si susseguono le cariche delle "forze dell'ordine". Il PMLI al fianco della popolazione I responsabili del disastro sanitario e ambientale sono dei criminali e vanno processati: via Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio Redazione di Napoli Il 31 dicembre ha chiuso i battenti, si spera per sempre, la stracolma discarica-cloaca di "Taverna del re" a Giugliano. Lo stesso giorno nella prefettura di Napoli, il nuovo Commissario straordinario Cimmino comunica al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, ai capogruppo in consiglio comunale, al prefetto e al presidente della Municipalità, Fabio Tirelli, che, per mancanza di alternative, bisogna sversare i rifiuti della città di Napoli e della sua sterminata provincia, e forse anche quelli di Caserta, nel quartiere periferico di Pianura. Il governatore Bassolino dichiara subito il suo assenso. Tempo 24 ore e uno schieramento di "forze dell'ordine" viene inviato ad occupare il quartiere per permettere il passaggio dei primi camion con il brecciolino e gli attrezzi per la "preparazione" della discarica. La rabbia della popolazione esplode, il sito di Contrada Pisani viene presidiato dai manifestanti, vengono rovesciati cassonetti, auto e bus, si innalzano le barricate, gli invasori vengono presi a sassate. I manifestanti, nonostante l'ingente spiegamento di polizia in assetto antisommossa, respingono per 4 giorni di fila le cariche selvagge, non cedono, con le unghie e con i denti difendono il presidio, che diventa "permanente", giorno e notte gruppi di abitanti del quartiere si alternano per dare l'allarme ai primi accenni di assalto da parte delle "forze dell'ordine". La popolazione si mobilita Nel pomeriggio di sabato 5 gennaio un lungo e compatto corteo di alcune centinaia di manifestanti, attraversa il quartiere, dalla rotonda fino a piazza S. Giorgio. Le strade, bagnate dalla pioggia, sono lastricate di immondizia, il tanfo è nauseabondo. È questa la vomitevole situazione in cui sono costretti a vivere gli abitanti di Pianura che si oppongono alla riapertura di una megadiscarica che è stata per quasi 50 anni la pattumiera della città, illegalmente alimentata con rifiuti di ogni tipo (come quelli tossici dell'Acna di Cengio) e causa di tassi altissimi di patologie tumorali, chiusa da dieci anni e mai bonificata, nonostante si trovi a soli 50 mt in linea d'aria dall'"oasi degli Astroni". Per le strade i manifestanti del quartiere gridano con tutta la forza che hanno in corpo l'invito ad unirsi alla lotta, a scendere in piazza a protestare. E accorrono, prontamente, gli abitanti della vicina Quarto, di Pozzuoli, di altri quartieri di Napoli, gli attivisti della Rete campana salute e ambiente, numerose associazione ambientaliste, i giovani dei centri sociali, il PMLI. Il compagno Franco Di Matteo, Responsabile per la Campania del nostro Partito, partecipa con decine di attivisti della "Rete Campana" all'occupazione di sale, balconi e tetto di Palazzo San Giacomo, al blocco della circolazione a piazza Municipio e sotto il Commissariato straordinario ai rifiuti per protestare "contro la riapertura della megadiscarica di Pianura, la riconferma per altri 11 mesi dell'istituto Commissariale e la persistenza di un piano rifiuti che continua a puntare sulle discariche e sull'incenerimento, mentre raccolta differenziata, riciclo e norme sugli imballaggi restano al palo!". "Come col terremoto si usa l'emergenza per fare affari nella più totale opacità delle decisioni, con la politica e gli amministratori che nascondono dietro la struttura commissariale le proprie responsabilità. E così che speculatori, camorristi, affaristi e burocrati hanno potuto dare l'assalto ai fondi pubblici e alla nostra terra! Ne conseguono danni gravissimi alla salute e all'ambiente, ma anche al livello di democrazia reale nella regione!". A Palazzo San Giacomo alcuni attivisti si incatenano alle balconate esponendo striscioni contro la discarica e per la fine del Commissariato straordinario, mentre altri calano striscioni dal tetto costringendo all'intervento i pompieri. Un'ipotesi di incontro con l'assessore alla nettezza urbana Gennaro Mola viene respinta, perché "l'assessore non dovrebbe più essere al suo posto viste le tante commistioni di interessi che sono emerse sul suo conto". Campagna di regime Mentre i mass-media del regime imbastiscono la solita campagna di criminalizzazione e denigrazione cercando di far passare, capovolgendo i fatti, i manifestanti per delinquenti e camorristi, giovani e anziani, effettuano un blocco ferroviario della tratta Napoli-Roma. Domenica 6 gennaio mattina è "tregua". Le masse del quartiere sotto una pioggia battente partecipano alla messa celebrata dinanzi alla discarica dal parroco di Pianura, don Giuseppe Cipolletta. "La gente va ascoltata e non bastonata - afferma tra gli applausi - ci dobbiamo anche interrogare sulle responsabilità di chi da trent'anni aveva promesso un risanamento di questo quartiere che non è mai arrivato. E come mai solo in Campania l'emergenza rifiuti non si riesce a risolvere?". Un messaggio di tutt'altro tenore di quello del vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, che in linea con l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe si limita a richiedere "precise garanzie" alle autorità e che siano effettuati "serrati controlli su quanto verrà sversato, sulla durata e l'esercizio della discarica". Nessuno si fida più delle promesse, men che mai di quelle scandalose di Antonio Bassolino che tenta di barattare la salute e l'ambiente con la promessa di "rendere più vivibile" la zona. In serata un nuovo corteo dei residenti con in testa i bambini e le donne e tanti che si uniscono alla vista del fiume di popolo, sancisce inequivocabilmente qual è la volontà popolare che le istituzioni a tutti i livelli vogliono calpestare. Si tenta di parlare con le "forze dell' ordine" per invitarle a non reprimere e anzi a comprendere e perché no ad appoggiare, la protesta. Il corteo, partito dalla discarica, attraversa i luoghi della battaglia di pochi giorni prima: via Montagna Spaccata, via Pallucci e via Salvador Dalì, prima di far ritorno ai Pisani. Era presente una delegazione della Rete campana salute e ambiente e il Responsabile per la Campania del PMLI ha partecipato dietro lo striscione della rete. I giornalisti presenti si accorgono che non si tratta affatto di gruppi di provocatori, ma di un grande corteo di migliaia di manifestanti che lotta per difendere la propria vita. In tanti scendono dai palazzoni abusivi che testimoniano l'altro scempio ambientale che ha distrutto questo pezzo di periferia abbandonata dai governanti, dove sopravvivono, in gran parte senza illuminazione elettrica delle strade e fogne circa 60mila abitanti. Dilaga la protesta Nella notte tra il 6 e il 7 gennaio in diversi punti della città si effettuano dei blocchi stradali: "Barricate con cassonetti dei rifiuti, immondizia, e materiali di fortuna, che non sono stati dati alle fiamme, ma che hanno bloccato per ore la circolazione in tutta la metropoli". "I blocchi in via Luca Giordano (Vomero), Corso Umberto (centro storico), via Marina (centro storico), via Santacroce (centro storico), via Emilio Scaglione (Piscinola), via Vecchia San Rocco (Capodimonte), Corso Vittorio Emanuele (centro), via Michelangelo, piazza Nicola Amore, ed in altri luoghi della città - si legge in un comunicato - hanno generalizzato la lotta del quartiere di Pianura che è una lotta di tutta la città contro discariche e inceneritori, contro le istituzioni locali e nazionali che hanno fallito come Regione, Governo, Commissariato straordinario", annunciando che "I blocchi continueranno fin o a che non sarà ritirato il piano rifiuti regionale e riscritto con le comunità in lotta". In prossimità dei blocchi compaiono scritte come "Pianura non è sola" oppure "No inceneritori. No discariche". Intorno alle 6 del 7 gennaio la popolazione riprende i blocchi stradali a Pianura, sfondati dalle "forze dell'ordine" circa un'ora più tardi, con l'utilizzo dei caterpillar, per farsi largo e rimuovere le barricate. Il bilancio è di diversi feriti, tre portati in ospedale. In serata le "forze dell'ordine", finalmente, sembrano allontanarsi, ma è solo una mossa tattica. La scelta di attivare la discarica di Pianura "resta ferma". A sottolinearlo in una nota diffusa in serata il commissario di governo per l'emergenza rifiuti Umberto Cimmino perché Contrada Pisani è "area destinata alla realizzazione di una nuova discarica". Il vice e successore di Pansa precisa che "le forze dell'ordine, nel pomeriggio di oggi, hanno lasciato la postazione di controllo all'ingresso per procedere a un dispiegamento in aree circostanti dove si era resa necessaria la loro presenza". L'Unione Sindacale di Polizia chiede formalmente al ministro dell'Interno Giuliano Amato e al capo della Polizia Antonio Manganelli di "autorizzare i Poliziotti a far uso di proiettili di gomma già reperibili in commercio e idonei a respingere gli assalti dei facinorosi, nonché di disporre anche l'utilizzo di idranti, di spray urticanti e di pistole elettriche, contro chi, tra i manifestanti, li aggredisce attentando volontariamente alla loro vita". Tuttavia, il fronte dei poliziotti non è affatto compatto. In un dispaccio stampa dal titolo "Noi carne da macello per colpa dei politici", il segretario generale di un sindacato si chiede: "Perché non è stata attuata la raccolta differenziata e chi ha gestito lo smaltimento delle balle contro legge?". Passano poche ore e il questore, di concerto quanto meno con il ministro dell'Interno Amato, impartisce l'ordine di caricare i manifestanti. Utilizzando lo spazio minimo e addomesticato che il salottino borghese di Bruno Vespa su Raiuno riserva loro, i partecipanti alla protesta chiedono ai politici di fermare l'aggressione in atto da parte delle "forze dell'ordine" contro donne, bambini e anziani indifesi. Bassolino, Pecoraro Scanio, Iervolino tacciono, mentre straparlano di come gestire rapidamente il passaggio agli inceneritori da appaltare a chi sa quale multinazionale mafiosa del tipo dell'Impregilo. All'alba dell'8 gennaio a Pianura si contano i feriti e i contusi, ma i camion non sono riusciti a passare. Alle ore 12 presso il Presidio dei Pisani si svolge una conferenza stampa con interventi, anche via audio, "di personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica solidali con la lotta dei cittadini contro la riapertura della discarica di Pianura". Nel pomeriggio dello stesso giorno, appena a conoscenza delle decisioni prese dal governo del dittatore democristiano la tensione ritorna altissima per esprimere contrarietà al "piano operativo" voluto da Prodi e che, tra l'altro, nomina super commissario straordinario Gianni De Gennaro, tra i responsabili della mattanza di Genova 2001, oltre di quella precedente di piazza del Municipio di Napoli. Per mercoledì 9 gennaio, con concentramento in Piazza del Gesù alle 17.30, è prevista una manifestazione-fiaccolata che arriverà in Piazza del Plebiscito sotto la prefettura. Promossa dalla popolazione di Pianura, Quarto e Pozzuoli in lotta contro la riapertura della discarica dei Pisani e dai napoletani e campani impegnati contro le devastazioni ambientali in atto sul territorio, "la protesta pone al centro i seguenti obiettivi: No alla discarica dei Pisani - Via tutte le forze dell'ordine da Pianura - Fine delle politiche incentrate su discariche e inceneritori: da subito raccolta differenziata domiciliare, insieme a politiche di riduzione, riuso, riciclo e recupero dei rifiuti - Basta con i commissari straordinari!". "I disastri di questi anni, spiegano i promotori, hanno chiari nomi e cognomi: affaristi e speculatori, Fibe e simili, da un lato, i responsabili politici dall'altro, con il codazzo di lacché che in questi anni hanno spadroneggiato arricchendosi col danaro pubblico, devono tutti andare a casa! Inoltre, è del tutto evidente che siamo in presenza di una crisi più generale che, insieme ai suoi uomini, investe l'intera struttura istituzionale e tutto il sistema dei partiti, ormai ridotti a consorterie di potere e di affari; a questa crisi si risponde solo con il protagonismo popolare e nuove forme di democrazia dal basso... Facciamo appello perché tutta Napoli si stringa in modo attivo e solidale intorno agli abitanti di Pianura, Pozzuoli e Quarto che si trovano a ridosso della discarica dei Pisani!". L'iniziativa, a cui non mancherà il PMLI, sarà trasmessa via web e in etere dalla "radio indipendente di movimento RadioLina" e da "Antenne Attive". I responsabili di questo immane disastro sanitario e ambientale sono dei criminali e vanno processati. Bassolino, Iervolino e Pecoraro Scanio devono dimettersi. In un comunicato stampa ignorato vergognosamente dai media e pubblicato integralmente su questo numero de Il Bolscevico, il compagno Franco Di Matteo ha denunciato tra l'altro che: "Non sarà certamente la politica delle discariche e dell'incenerimento dei rifiuti, avallata in primis dal Bossi del Sud Antonio Bassolino e delle istituzioni nazionali e locali in camicia nera a risolvere il dramma rifiuti in Campania. Questi politicanti stanno facendo solo gli interessi delle grandi multinazionali, come la Fibe, e della camorra che si stanno arricchendo sull'emergenza, contemporaneamente stanno quotidianamente militarizzando per far largo ai loro scellerati progetti contro la salute e la tutela dell'ambiente". 9 gennaio 2008 |