Considerazioni sul libro di Lenin "Marx, Engels e il marxismo" Apprendiamo, applichiamo e trasmettiamo alle nuove generazioni i principi del marxismo-leninismo Il volume "Marx, Engels e il marxismo" è una raccolta di scritti dove Lenin, oltre a fare una interessante biografia dei due grandi Maestri del proletariato internazionale, approfondisce alcuni aspetti fondamentali del marxismo. In "Karl Marx. Breve saggio biografico ed esposizione del marxismo", scritto nel 1914, Lenin ripercorre la formazione filosofica di Marx e con essa lo sviluppo della filosofia marxista stessa, partendo dallo sviluppo della sinistra hegeliana negli anni 1834-1840, quando Ludwig Feuerbach comincia a distaccarsi dall'idealismo e a volgersi verso il materialismo, ma per Marx non in modo abbastanza conseguente e completo. Lenin illustra la critica marxista dell'idealismo hegeliano che vede appunto nell'"Idea" un soggetto indipendente ed esistente prima e al di fuori della materia, e non invece "l'elemento materiale trasferito e tradotto nel cervello degli uomini". Nell'Antidüring Engels scrive che "Il movimento è il modo di esistere della materia. Mai e in nessun luogo c'è stata e mai può esserci materia senza movimento... ma se ci si richiede... che cosa siano allora il pensiero e la coscienza, e da dove essi traggano origine, si trova che essi sono prodotti del cervello umano e che l'uomo stesso è un prodotto della natura che si è sviluppato col e nel suo ambiente". Infatti il marxismo intende il mondo come un complesso di processi che si riproducono (non ripetono) all'infinito con l'origine e decadenza degli stessi, essi si riflettono nella mente degli uomini che di conseguenza formano la propria coscienza in base al proprio essere sociale (e non viceversa). Lenin traccia poi sinteticamente anche l'analisi economica del marxismo, e in particolare quella del plusvalore determinato dallo sfruttamento dell'operaio da parte del capitalista che si appropria di ciò che la forza-lavoro produce in più rispetto a quanto strettamente necessario al suo sostentamento, e rimarca l'inconciliabile contraddizione tra la centralizzazione dei mezzi di produzione nelle mani di uno o pochi e la socializzazione del lavoro che coinvolge una larga schiera di operai e lavoratori. Contraddizione che il capitalismo riesce a dominare per un certo periodo grazie allo Stato burocratico e oppressivo. Dopo essere servito nell'antichità per sottomettere gli schiavi e nel feudalesimo i contadini, servi o vincolati, nel capitalismo "lo Stato rappresentativo moderno è lo strumento per lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale" (Engels, "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato"). Solo il socialismo, e quindi la dittatura del proletariato, conducendo alla scomparsa delle classi conduce alla scomparsa dello Stato. Eliminate le classi sociali infatti "l'intervento di una forza statale nei rapporti sociali diventa superfluo successivamente in ogni campo e poi viene meno da se stesso... Lo Stato non viene 'abolito': esso si estingue" (Engels, "L'Antiduhring"). Nel secondo scritto, datato 1895 Lenin si sofferma su Engels, cofondatore del socialismo scientifico e stretto compagno d'armi di Marx, ai quali riconosce che hanno "per primi spiegato che il socialismo non è un'invenzione di sognatori, ma lo scopo ultimo e il risultato inevitabile dello sviluppo delle forze produttive nella società contemporanea". Lenin sottolinea anche alcuni aspetti della vita di Engels e il suo apporto fondamentale sia nella stesura dei testi marxisti (è stato lui, tra l'altro, a completare "Il Capitale" alla scomparsa di Marx), sia nel sostentamento del suo amico e compagno rispetto al quale "non ero che il secondo violino" (Lettera di Engels a J. Ph Becker - 1884). Nel terzo scritto Lenin indica le "Tre fonti e tre parti integranti del marxismo" (1913): la filosofia tedesca, l'economia politica inglese e il socialismo francese, che rappresentano il meglio di tutto ciò che l'umanità ha creato nel XIX secolo e delle quali "il marxismo è il successore legittimo". Lenin dice che "La dottrina di Marx è onnipotente perché è giusta. Essa è completa e armonica e dà agli uomini una concezione integrale del mondo, che non può conciliarsi con nessuna superstizione, con nessuna reazione, con nessuna difesa dell'oppressione borghese". In "Marxismo e revisionismo" (1908) Lenin spiega come "il secondo cinquantennio di esistenza del marxismo iniziò (dal 1890) con la lotta di una corrente ostile al marxismo in seno al marxismo stesso", riferendosi all'ex marxista ortodosso Bernstein, capostipite del revisionismo e secondo il quale "Il fine è nulla, il movimento è tutto". Qui Lenin afferma chiaramente: "Con la libertà del capitalismo 'democratico' la differenziazione economica non si attenua, ma si accentua e si aggrava. Il parlamentarismo non elimina, ma mette a nudo l'essenza delle repubbliche borghesi più democratiche come organi di repressione di classe", ponendo subito fine alle chiacchiere riformiste e revisioniste sull'utilizzo del parlamento, contro il quale si esprime anche in "La teoria del marxismo" (1899) dove afferma che la "teoria di Marx... ha illustrato il compito reale del partito socialista rivoluzionario: nessuna partecipazione alla preparazione di piani di riorganizzazione sociale, nessun contatto predicatorio con i capitalisti e il loro servitorame sul miglioramento della situazione economica degli operai, nessuna organizzazione di complotti, ma l'organizzazione della lotta di classe del proletariato e delle direttive di questa lotta, il cui scopo ultimo è la conquista del potere politico da parte del proletariato e l'organizzazione della società socialista". Nell'ultimo scritto di questa raccolta "Che cosa sono gli 'amici del popolo' e come lottano contro i socialdemocratici" (1894) Lenin risponde punto su punto all'organo dei populisti russi la "Russkoie Bogatstvo" (La ricchezza russa) che propugnava una politica di conciliazione col governo zarista e lottava ad oltranza contro il marxismo e contro i marxisti russi. Risposte che potrebbero andare benissimo anche oggi per le accuse e le critiche anticomuniste della borghesia e dei revisionisti. In questo volume, "Marx, Engels e il marxismo", Lenin affronta quindi numerose questioni concernenti il marxismo, e lo fa in maniera chiara e diretta così come ha sempre fatto, e in modo sintetico ma fornendo e spiegando i principi del marxismo che noi marxisti-leninisti italiani abbiamo il dovere di apprendere, applicare e trasmettere alle nuove generazioni affinché possano avere le armi politiche, ideologiche ed organizzative adeguate per abbattere il capitalismo e l'imperialismo e conquistare l'Italia unita, rossa e socialista! Da un rapporto interno del Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, compagno Denis Branzanti. 30 novembre 2011 |