Dilaga l'oscurantismo medioevale e clerico-fascista della Chiesa cattolica Approvata alla camera la legge sul biotestamento anche con i voti degli ex popolari del PD e dell'UDC Peppino Englaro chiama alla mobilitazione: "È incostituzionale" Una legge oscurantista di stampo medioevale e clerico-fascista dal punto di vista politico, sociale ed etico, dal punto di vista costituzionale, un mostro giuridico. È il disegno di legge Calabrò sul "testamento biologico", presentato dal PDL ed approvato il 12 luglio scorso dalla Camera dei deputati, con i voti, oltre che della Lega Nord, degli ex popolari del PD e dell'UDC (i voti a favore sono stati 278, 205 i contrari, 7 gli astenuti). Questa legge in sostanza mette la parola fine ad ogni discussione sul testamento biologico e l'eutanasia, proprio come volevano i capi dei crociati Ratzinger e Ruini. Il pilastro portante è il seguente: mai gli italiani avranno la facoltà di determinare autonomamente la propria volontà circa la propria sofferenza e la propria morte, né di interpretare quella dei loro cari. Il suddetto mostruoso principio è sancito in forma di diktat dalle norme che sanciscono che le "dichiarazioni anticipate di trattamento" (Dat) non sono mai vincolanti per i medici e da esse è sempre e rigorosamente esclusa la possibilità di sospendere nutrizione e idratazione forzata. Queste ultime, in pratica, sono da considerarsi, sempre ed ovunque, come "terapie obbligatorie" per medici e pazienti. L'accanimento terapeutico trova quindi legittimità giuridica, in tutti i casi, "salvo in casi terminali" - dice la legge - ma intendendo per casi terminali quelli in cui sia "accertata assenza di attività cerebrale", ossia, tecnicamente, dopo la morte. Dalla nascita, con il battesimo, alla morte naturale, con l'estrema unzione, le campane devono scandire il tempo della restaurazione del potere assoluto del Vaticano sulla vita e sulla morte dei suoi sudditi, sulla scia dell'Inquisizione e del regime mussoliniano clerico-fascista. Otto articoli per cancellare eutanasia e testamento biologico Il testo si compone di otto articoli. Il primo "riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell'esistenza e nell'ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge", e vieta esplicitamente "ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio". Considerando "l'attività medica e quella di assistenza alle persone esclusivamente finalizzate alla tutela della vita e della salute", e solo in second'ordine e in via subordinata "all'alleviamento della sofferenza", questo articolo legittima, "l'accanimento terapeutico". Il secondo articolo afferma formalmente che "ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso informato esplicito ed attuale del paziente prestato in modo libero e consapevole". Attenzione! Il consenso informato è solo "esplicito ed attuale" ed esclude il "testamento biologico". Doppia Attenzione! Questo articolo va letto in relazione all'articolo successivo. L'articolo 3, insieme all'art.7, è infatti il cuore tecnico-giuridico della legge, in quanto definisce i limiti e le modalità delle dichiarazioni anticipate di trattamento, nelle quali il dichiarante "esprime orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l'attivazione di trattamenti terapeutici purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge". Si tratta della più obbrobriosa ed ipocrita modifica dell'ultim'ora: prevede in sostanza che il paziente possa anticipatamente dichiarare esplicitamente quali trattamenti ricevere, ma non escludere quelli a cui non desidera essere sottoposto! A scanso di equivoci il testo ribadisce che "alimentazione e idratazione devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo". Esse "non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento". Le notizie contenute nel biotestamento hanno "valore" solo nel caso di un paziente "nell'incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale e, pertanto, non può assumere decisioni che lo riguardano". Dunque questa norma esclude, anche formalmente, il diritto anche soltanto alla richiesta di eutanasia passiva per casi di lucidità cosciente, come quello di Piergiorgio Welby, in cui l'attività cerebrale non è cessata. Il quarto articolo è il classico specchietto per le allodole, e stabilisce che le Dat hanno valore per 5 anni e sono rinnovabili. Il quinto prevede che entro 2 mesi dal varo della legge vengano istituite dal ministero della Salute "linee guida cui le regioni si conformano" per "assicurare l'assistenza ospedaliera, residenziale e domiciliare per i soggetti in stato vegetativo". Un principio federalista, che aggraverà il calvario per i "pazienti terminali" e scaricherà su parenti e amici il peso di decisioni psicologicamente logoranti, soprattutto per i poveri e le donne del Sud, visto che l'assistenza domiciliare nel Mezzogiorno, anche grazie alla mannaia del governo, è ferma all'anno zero e l'assistenza residenziale è in mano notoriamente agli strozzini, padroni dei cronicari privati, versione riverniciata dei vecchi manicomi. Il sesto articolo fissa la figura del fiduciario nominato dal dichiarante, "l'unico soggetto legalmente autorizzato ad interagire con il medico". Se un paziente non dovesse nominare un fiduciario (che può essere sostituito in qualsiasi momento e, se nominato, è l'unico legalmente autorizzato a interagire con il medico sulla Dat), i suoi compiti saranno adempiuti dai familiari nell'ordine previsto dal codice civile. Il settimo, l'altro articolo decisivo, sancisce che il biotestamento non sarà vincolante per il medico: "Gli orientamenti espressi dal soggetto nella sua dichiarazione anticipata di trattamento - si legge infatti nel testo - sono presi in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annota nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno". Con un colpo di mano, nello stile che è proprio del neoduce Berlusconi, è stato soppresso persino il collegio dei medici, inizialmente previsto per dirimere eventuali controversie tra medico e fiduciario. Infine, l'articolo 8 che istituisce il registro delle Dat "nell'ambito di un archivio unico nazionale informatico". In apparenza potrebbe sembrare un altro specchietto per le allodole, in realtà è qualcosa di paggio, visto che "il titolare del trattamento dei dati contenuti nel predetto archivio è il Ministero della Salute". Cosa ne farà? Visto l'impianto complessivo della legge, non si fa peccato a sospettare che sia funzionale ad una schedatura di massa. Otto motivi per fermare i crociati neri Se dovesse essere approvata in ultima lettura anche al Senato, come è praticamente certo, lo Stato Vaticano potrà festeggiare per avere conseguito un'altra importante vittoria strategica, dopo l'affossamento dei Pacs e dei Dico e della Fecondazione assistita. Ci sono quindi molti motivi per cui questa legge, senza aspettare i pronunciamenti della Corte Costituzionale e la firma scontata di Vittorio Emanuele Napolitano, e con la mobilitazione di un grande fronte unito di piazza, va abrogata. 1) Perché la legislazione italiana in materia resterebbe inchiodata al codice penale Rocco, imposto durante il ventennio fascista, secondo il quale tutte le forme di eutanasia sono giuridicamente inquadrate come omicidio. L'eutanasia attiva è assimilata all'omicidio volontario (art. 575 c.p.). In caso di consenso dell'ammalato si configura l'"omicidio del consenziente" (art. 579 c.p.) punito con la reclusione da 6 a 15 anni di carcere, il suicidio assistito è "istigazione o aiuto al suicidio" (art. 580 c.p.). 2) Perché, anche in questo campo, l'Italia si avvia ad essere uno degli stati più reazionari dell'Europa e del mondo. È bene ricordare infatti che Danimarca, Francia e Spagna "hanno provveduto a regolare la materia con delle normative rispettose dei più basilari diritti all'"autodeterminazione dell'individuo", e che anche in Germania e Inghilterra, "pur non in presenza di una normativa specifica, il principio dell'autodeterminazione dell'individuo e il diritto a non soffrire trova da tempo, senza scandalo alcuno, attuazione nella pratica e conferma nella giurisprudenza". 3) Perché cancellando di fatto gli elementari principi democratico-borghesi del "consenso informato", dell'"autodeterminazione degli individui" e dell'"indipendenza dei medici nell'esercizio della propria professione", si intende restaurare di fatto nel nostro paese lo Stato confessionale formalmente e parzialmente abolito dalla Costituzione del '48. 4) Perché si tratta, come ha sottolineato prontamente Peppino Englaro, di una legge illegittima ed illegale, di un vero e proprio schiaffo alla volontà popolare, alla Costituzione, alla magistratura e allo stesso parlamento, come è ormai consuetudine per i piduisti al potere. 5) Perché si tratta con altrettanta evidenza di una legge che si ispira alla violenza totalitaria di stampo fascista perché impone la dottrina papalina sul "fine vita" a tutti, a prescindere dalla religione e dall'orientamento filosofico di ciascuno, una violenza sadica e crudele, perché è deliberatamente priva di un sia pur piccolo barlume di sensibilità per la sofferenza umana. Qualunque siano le condizioni cliniche che si vengano a determinare, qualunque siano le volontà precedentemente indicate e sottoscritte dai pazienti, qualunque sia l'orientamento diagnostico e terapeutico del medico, è lo Stato confessionale, attraverso una corporazione medica che si vuole sempre più asservita al regime neofascista, a decidere e ad imporre fino alla fine, il calvario della sofferenza ai suoi sudditi. Non dimentichiamo a questo proposito che da tempo è in atto una tattica legislativa per colonizzare i reparti, pubblici e privati, spesso sotto la formula rassicurante dei "comitati etici" e del cosiddetto "diritto all'obiezione di coscienza sull'aborto". Non dimentichiamo che l'organizzazione para-massonica franchista dell'Opus Dei è una piovra che oltre a determinare le carriere di dirigenti e manager della sanità, ha in mano direttamente anche numerose "università" convenzionate, come il campus biomedico di Roma. 6) Perché con questa legge si lascia campo libero al clero per dettare legge in Parlamento e per passare decisamente all'attacco per cancellare del tutto anche la odiata legge 194 sull'aborto, un'altra crociata da sempre molto sentita nelle alte sfere della curia romana. 7) Perché con la mobilitazione decisiva anche dei cristiani e dei cattolici progressisti, occorre impedire che la Chiesa romana, come già avvenne nel 1929 con il boia Mussolini, concordi con il neoduce Berlusconi (e con reciproca soddisfazione) l'assetto definitivo del regime clerico-fascista che già soffoca l'Italia intera. 8) Perché anche i cattolici dovrebbero convenire che la Chiesa cattolica non ha alcuna autorità morale per pontificare sulla vita e sulla morte delle masse popolari italiane, visto che lo stato Pontificio è stato il prototipo di tutte le monarchie assolute, dei regni del terrore, dei roghi, della tortura, della schiavitù feudale e delle più truculente esecuzioni sommarie, per non parlare della storia dello sterminio dei popoli, dalle Americhe al Medio oriente o dei moderni cappellani militari al seguito delle truppe mercenarie di colonizzazione. Visto che non si contano, anche nei tempi moderni, i casi, sia di eutanasia assistita che di omicidio mascherato dei papi "in fin di vita", nell'ambito delle lotte intestine tra i cardinali per la conquista del soglio di Pietro. Visto che le alte gerarchie e soprattutto i faccendieri dell'alta finanza vaticana dello Ior hanno avuto ed hanno più di qualche contatto con la masso-mafia piduista, di cui anzi costituiscono una sorta di "terzo livello". Visto che in definitiva i suoi veri obiettivi sono molto più vasti e prosaici di quelli che dichiara, "preservare la vita umana dal concepimento alla morte naturale", come papparsi i finanziamenti pubblici per la scuola, l'università, la sanità pubblica, il terzo settore, l'8 per mille, il patrimonio immobiliare, e chi più ne ha più ne metta! 20 luglio 2011 |