Per 8 anni è stato segretario nazionale del Movimento cristiano lavoratori Arrestato a Palermo Liga, erede del boss Lo Piccolo Il capo dei capi di Cosa nostra è amico di Lombardo e di Orlando Con l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione, il 22 marzo la procura antimafia di Palermo ha arrestato Giuseppe Liga: un insospettabile architetto, molto stimato dalle alte gerarchie ecclesiali, già segretario nazionale del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) nonché amico dell'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando (falso moralizzatore e falso oppositore della mafia ora dipietrista) e dell'attuale presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo (indagato per mafia in una analoga inchiesta a Catania). Secondo gli inquirenti, che si sono avvalsi della collaborazione di alcuni pentiti suffragate da numerose intercettazioni, pedinamenti e riprese fotografiche, Liga è ritenuto l'erede del boss di Cosa nostra di Salvatore Lo Piccolo finito in manette nel novembre 2007. Assieme all'architetto i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria di Palermo hanno arrestato anche Giovanni Angelo Mannino, 57 anni, il cognato di Salvatore Inzerillo, uno dei padrini della vecchia guardia che fu ucciso nel 1981, all'inizio della guerra di mafia. Mannino, dopo l'assoluzione nel processo "Iron Tower" dall'accusa di traffico internazionale di droga (nel 1992), si era po' eclissato diventando l'insospettabile gestore del ristorante "Lo Sparviero" di via Sperlinga. Gli ultimi pentiti lo definiscono adesso "uomo d'onore della famiglia di Torretta". Una circostanza che conferma l'ipotesi degli investigatori secondo cui, dopo gli arresti e i processi contro i corleonesi di Riina e Provenzano, ai vertici di Cosa nostra sono tornati i "palermitani", i mafiosi della vecchia guardia che negli ultimi vent'anni sono apparentemente rimasti ai margini dell'organizzazione dedicandosi quasi esclusivamente ai lucrosi traffici con gli Stati Uniti. Su ordine del Gip (Giudice per le indagini preliminari) Silvana Saguto, in manette sono finiti anche: Agostino Carollo, 45 anni, e Amedeo Sorvillo, 57, due imprenditori palermitani che avrebbero fatto da prestanome a Liga nella società "Eu. te. co", Euro tecnica delle costruzioni. Le indagini sono partite dai pizzini ritrovati al momento dell'arresto di Lo Piccolo in cui si faceva riferimento al misterioso "architetto" e ad alcuni passaggi di denaro con i vertici della cosca di Tommaso Natale. Per lungo tempo Liga è stato intercettato, pedinato e fotografato in compagnia di boss mafiosi e politici fin dentro il palazzo della Regione. Ma a svelare il vero ruolo ricoperto da Liga nel nuovo organigramma di Cosa nostra ci hanno pensato i pentiti: Isidoro Cracolici, Francesco Franzese e Gaspare Pulizzi (della cosca Lo Piccolo) e Marcello Trapani, ex avvocato di Liga, che da mesi sta collaborando con la giustizia dopo essere finito in manette. Agli atti dell'inchiesta risulta ad esempio che il 2 giugno 2009, durante la campagna elettorale per le europee, nello studio dello stimato architetto giunge una telefonata dalla segreteria del presidente della Regione Raffaele Lombardo. Sono le 11,25. Alle 14,50, l'architetto viene fotografato dai finanzieri mentre entra a palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione, in piazza Indipendenza, dove si trattiene fino alle 15,25. Scrivono i magistrati della Direzione distrettuale antimafia: "Le indagini hanno accertato che nel periodo in cui l'indagato aveva acquisito il ruolo di reggente del mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo, Liga non ha trascurato il suo impegno politico pubblico con il Movimento cristiano dei lavoratori, dimostrando così la capacità di infiltrazione dell'organizzazione mafiosa nelle istituzioni". Il 3 giugno Liga fu intercettato mentre parlava dell'incontro col presidente della Regione a Marco Belluardo, assessore comunale di Catania e consigliere nazionale dell'Mcl: "Si, i fac-simili li avevo e... lui mi ha dato il resto....". Il 19 giugno, Liga viene intercettato al telefono mentre parla con Carlo Costalli, rappresentante legale dell'Mcl a cui dice: "io ho avuto dei contatti con Raffaele... durante la campagna elettorale... ci sono alcune cose in movimento... vorrei parlartene riservatamente...". Durante gli arresti i finanzieri hanno perquisito anche la sede dell'Mcl, in via Cerda, a Palermo e hanno sequestrato numerosi documenti e alcuni computer dell'architetto Liga ora al vaglio degli inquirenti. 14 aprile 2010 |