Metec, socio di Agnelli, compra gli ex stabilimenti FIAT
Nessun posto di lavoro vada perso a Termini Imerese
Nazionalizzare il gruppo FIAT
Dal nostro corrispondente della Sicilia
Annunciato su Twitter da Matteo Renzi, un piano per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, serrato dal 2011, si è palesato a pochissimi giorni dalla catastrofe, cioè la scadenza della cassa integrazione il 31 dicembre 2014 a causa dell'esaurimento degli ammortizzatori sociali, compresa la cassa in deroga di fatto abolita dal 1° gennaio e la perdita del lavoro per oltre 700 operai ex-Fiat e 300 indotto.
Entra in scena il gruppo di componentistica Metec di Roberto Ginatta, legato alla famiglia Agnelli, di cui è socio in varie società del Gruppo Fiat in Italia e all'estero. Ginatta produce componentistica per auto nei suoi stabilimenti di Italia, Polonia e Brasile, legati a quelli della Fiat. Nel piano Metec è prevista la produzione della componentistica e il lancio delle vetture ibride in Italia. Secondo gli accordi attraverso questa manovra si dovrebbe avere il riassorbimento di 200 operai nel 2016, che diventeranno l’anno seguente 400 e 800 nel 2018.
E' una prima vittoria degli operai che costringono il governo a scendere in campo, ma bisogna tenere gli occhi aperti, in quanto diverse cose non tornano,
Perché non bisognerebbe andar oltre gli annunci trionfalistici di Renzi e non ci si dovrebbe domandare come mai Ginatta dovrebbe produrre per Fiat in Sicilia, dove non ci sono materie prime e non c'è uno stabilimento di Agnelli, e per giunta dovrebbe farlo a costi maggiori di quanto non faccia già oggi altrove. Perché dovrebbe impegnarsi a produrre in un luogo dove, mancando lo stabilimento FIAT , la logistica appare problematica da un punto di vista economico.
Per quanto ci si scervelli alle domande sembra esserci una sola risposta: mentre Marchionne si alza dal tavolo liberandosi del problema economico gli operai di Termini, Ginatta, facendogli un favore, incassa un bel po' di milioni. Crocetta apre il portafogli per 140 milioni, mentre Renzi garantisce ulteriori risorse, per un totale di 300 milioni.
Le preoccupazioni sull'effettivo interesse dell'operazione targato Renzi-Marchionne persistono e le maggiori riguardano la sorte degli operai. Dal primo gennaio in 760 sono passati alla nuova società e collocati subito in cassa integrazione, del tipo due anni più due. Mentre per 130 addetti che ricorreranno alla mobilità volontaria, è prevista l’erogazione della somma per ciascuno di 40.000 euro ciascuno.
La nuova azienda siciliana di Roberto Ginatta, la Blutec, con un capitale di appena 25 milioni, lo stesso che avrebbe messo la Grifa, giudicata inadeguata a riprendere la produzione, è davvero in grado di garantire un futuro a questi lavoratori alla scadenza dei 4 anni di cassa integrazione?
Con la procedura del trasferimento di ramo d'azienda tutti gli operai della FIAT sono passati alla Blutec e potrebbero essere sottoposti alla nuova legge che abolisce l'art. 18 e prevede il licenziamento per motivi economici e disciplinari.
Ci sono tutti i presupposti per ipotizzare che siamo davanti ad un vergognoso inganno orchestrato dall'accoppiata Renzi-Marchionne, con l'appoggio di Crocetta ai danni dei lavoratori siciliani. Staremo a vedere.
L'unica soluzione valida, ancor di più in un momento in cui la crisi economica del capitalismo sta distruggendo il settore in Italia, non può che essere il mantenimento dello stabilimento siciliano di FIAT, a nazionalizzazione dell'intero gruppo senza indennizzo, e la riconversione produttiva del settore auto nell'ambito di una nuova politica dei trasporti basati principalmente su rotaie, via mare e via acqua.
8 gennaio 2015